Amice pòvere, amice scurdate.

Amice pòvere, amice scurdate.
Spesso gli amici che cadono in miseria sono purtroppo presto dimenticati.
Ci ricorda il proverbio che chi dimentica facilmente gli amici caduti in ristrettezze, non è mai stato per loro un vero amico, perché è solo nelle avversità che tale si dimostra chi lo è.
L'amicizia è un sentimento vero, magnifico, di chi ti aiuta nel momento del bisogno, senza chiedere niente in cambio. Ma c'è un problema, riguardo all'amicizia, rappresentato da quelli che sono i falsi amici, coloro che un giorno, quanto meno te lo aspetti, non ci sono più.
Spesso non serve nemmeno cadere in disgrazia per scoprire che non si coltiva un'amicizia vera, quando per un qualsiasi avvenimento, si accerta di essere solo uno a credere in un'amicizia e non entrambi, perché per l'altro si rappresentava solo un mezzo e non il fine dell'unione in sé.
Come poi leggiamo in ciò che lasciò scritto l'attore, regista e sceneggiatore statunitense Frank Crane:
“Una buona massima è: 'usa l'amicizia ma non usare i tuoi amici'.”
In quante amicizie abbiamo creduto, restandone delusi, rispetto ai pochissimi veri amici che si sono rivelati tali? Il tempo ha concorso a farcelo accertare.
Leggiamo al riguardo dal libro: L'ultimo arrivato, di Marco Balzano:
“Amici veri mi sa che si può essere solo da picciriddi, quando si è puliti dentro e non si fanno calcoli di interesse né di altre oscenità.”
Una frase che ci fa ricordare le vere e profonde amicizie che abbiamo provato nell'infanzia e nell'adolescenza, quando eravamo ricchi di ideali e non d'interessi, legami che quasi rimpiangiamo amaramente, resi dal tempo del tutto incapaci di crearne altri simili.
C'è chi, per le nevrosi che ha, si rivolge a uno psicologo, mentre altri in tale veste cercano l'amico e se la cura va a buon fine, scompare l'amicizia già fittizia di per sé, altrimenti più che un amico, ci si ritrova con una palla al piede, per l'assistenza impropria che richiede e alla quale sarebbe molto più adatto un terapeuta.
Una persona ricca può illudersi di essere attorniata da molti amici, mentre una povera è più che certa di quelli che ha.
Leggiamo tra le frasi del filosofo greco Epicuro:
“Non è un buon amico né chi lo è per interesse, ma nemmeno chi non riesce ad unire mai l'interesse all'amicizia; l'uno mercanteggia l'affetto con una contropartita, l'altro si taglia ogni speranza per il futuro.”
Perché un'amicizia vera è anche duratura e non tiene conto degli alti e bassi della vita.
Riguardo all'agiatezza che si gode, o alla povertà economica in cui si versa, l'amicizia che sorge in un social, se succede tra due che non stanno ad esporre i propri agi, o a piangere sulle loro miserie, ma esprimono concetti che tendono ad arricchire entrambi, la distanza che c'è tra i due, può far sorgere un'affezione che si può considerare un'amicizia vera, senza interessi di altro tipo.
E a terminare questa disquisizione tra le amicizie vere e quelle false, ricordiamo "L'amico ritrovato", un romanzo dello scrittore tedesco Fred Uhlman.
che per la Germania nazista non era altro che un ebreo, un romanzo che racconta di un'amicizia che poteva essere concepita del tutto impossibile, tra Hans Schwartz, un bambino ebreo di buona famiglia, e Konradin von Hohenfels, di nobile famiglia tedesca. con Schwartz che è anche voce narrante della vicenda raccontata.
Un romanzo che nel finale può provocare un'emozione sconvolgente, come quella provata dal protagonista e il titolo del libro diventa un'esclamazione dovuta all'intensa commozione e al rammarico, che ad un tempo vanno di pari passo, provati nella gioia del ritrovamento di quello che era stato un vero amico e che purtroppo tale resta solo nel ricordo
Un romanzo che consiglio vivamente a chi non fa discriminazioni sulle varietà del genere umano.
Buon inizio di settimana, Gianni Polverino, a lei e a chi si fa vivo nel contesto.
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