Acqua ’e Ggiugno arruina ’o munno.

Acqua ’e Ggiugno arruina ’o munno.
La pioggia di Giugno è dannosa per la terra.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Un altro proverbio che si rifà alle previsioni, sui benefici, oppure i danni, in questo caso, che la pioggia avrebbe prodotto all'agricoltura, a seconda del tempo della sua manifestazione, ricordandoci epoche passate, in cui le previsioni che si facevano sui mutamenti che il tempo presentava, erano dovute all'esperienza della loro continua osservazione, con i pronostici più che indovinati che se ne traevano. Un consueto esame fatto specialmente da chi attendeva ai lavori di campagna, adeguando gli impegni a come il tempo si sarebbe presentato, per il grande rilievo e la considerazione che aveva il clima, specie nelle vicende e tradizioni contadine, per lo strettissimo legame esistente tra condizioni meteo e agricoltura.
All'assenza della tecnologia odierna, sulle previsioni meteorologiche, sopperiva l'esperienza, che si traduceva nei proverbi tramandati tra le generazioni, che portavano a indovinare spesso esattamente i risultati che il clima avrebbe prodotto.
In assenza, inoltre, della tecnologia, che avrebbe favorito le colture fuori stagione e protette nelle serre, e dei trasporti che avrebbero diversificato i tempi del consumo di frutta, ortaggi ed altre colture, Giugno era visto come uno dei mesi dell'abbondanza, perché molti dei lavori attuati dal contadino arrivavano a compimento e si raccoglievano i frutti, soprattutto grano e altri cereali e non solo, ma anche ortaggi e frutta di stagione. È questo il mese soprattutto delle messi, che ha fatto nascere il detto: “Giugno la falce in pugno”
Ogni mese ha i suoi proverbi e anche Giugno non è che sia da meno, con alcuni detti che siamo ad elencare:
"Chi semina a ottobre, raccoglie a giugno."
Essendo il mese di ottobre quello della semina e giugno quello della mietitura.
"Acqua di giugno rovina il mugnaio."
Per i danni fatti dalla pioggia, in un tempo che, per i cereali, è desiderato più che asciutto e per cui:
"Quando il grano ha la resta, non vuole acqua sulla testa."
a ribadire quanto già accennato, con l'inizio poi di un canto che, in tale tempo, diventa familiare:
"Quando cantano le cicale, il cuculo smette di cantare."
Perché in tale mese il cuculo trasmigra.
E a terminare, un proverbio che ricorda i tempi grami vissuti da molti contadini nel passato:
"Taglia, taglia, al padrone il grano e al contadino la paglia."
Un proverbio che esprimeva l'amarezza del contadino, costretto a dividere il frutto del suo lavoro con un compenso che era poca cosa, in confronto alle fatiche a cui era sottoposto.
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