A San Giuvanne mínate a mmare cu ttutt’ ’e panne

A San Giuvanne mínate a mmare cu ttutt’ ’e panne
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
LA NOTTE DI SAN GIOVANNI
Nella città di Napoli veniva festeggiata con particolare intensità questa notte, nello specifico era in uso il rituale di purificazione dell’acqua. il centro della festa era la zona del Carmine, dove sorge la chiesa di San Giovanni a Mare, che anticamente era quasi bagnata dal mare, in quanto tutta la zona era una spiaggia.
Da alcune cronache risalenti al 1400, si racconta che nella notte tra il 23 e il 24 giugno, era in uso per le donne e gli uomini dell’epoca festeggiare nei dintorni della chiesa e tra canti e balli, fare il bagno nudi sulla spiaggia davanti alla chiesa. Infatti la festa era anche chiamata “La Bona” in quanto ci si abbandonava ai balli (” mpertecata “e “ntrezzata “) e ai bagordi. La mattina del 24 ci si recava poi alla chiesa di San Giovanni a Teduccio, dove c’era l’usanza di far benedire i carri.
Tale doveva essere la sfrenatezza e della festa, da indurre nel 1653 il vicerè Garcia de Haro Sotomayor, conte di Castrillo a vietare sia i balli che l’usanza del bagno nudo in comune, che per la sua promiscuità doveva dare molto fastidio
Da i versi del Velardiello, poeta napoletano del cinquecento:
Li femmene la sera de san Gianne
jevane tutte ‘nchietta a la marina
allere se ne jeano senza panne.
Traduzione :
Le donne la sera di Sa Giovanni
andavano tutte in coppia alla marina
allegre se ne andavano senza vestiti
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