’A crianza è bbona tridece mise a ll’anno

’A crianza è bbona tridece mise a ll’anno.
La buona educazione deve essere una costante nella vita e ad essa si deve sempre attenersi.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci ricorda, il proverbio, che la persona educata lo è sempre e non rispetto alle diverse situazioni in cui è coinvolta.
Il proverbio esprime con creanza un modo di comportarsi che può essere tradotto in civiltà, cortesia, costumatezza, educazione, garbo e urbanità.
Crianza, nel dialetto partenopeo, ha la stessa radice di "criatura". L'origine della parola infatti è spagnoleggiante e fa riferimento al significato di "allevare" o per meglio dire, di "crescere bene" riferito all'educazione di una persona.
Un comportamento che ha una buona educazione come base, ed è una disposizione d'animo nel fare un beneficio senza alcuna pretesa di un riscontro, anche se ben accolto quando c'è, che sia mostrata con una frase gentile o un'azione rispettosa.
Un atteggiamento che ha a che fare con le buone maniere: tenere aperta la porta per qualcuno, scrivere una nota di ringraziamento per un regalo ricevuto, lasciare il proprio posto in autobus a una persona anziana, sono tutti esempi di ciò che si vuol definire "cortesia"
Leggiamo nel romanzo "Il Gattopardo" come il Sedara che, se pur rozzo, è anche intelligente e le cose le capisce al volo, realizza quindi che cedere il passo, non è un atto di sottomissione, com'era convinto che fosse, ma un gesto di signorilità, grazie al Principe di Salina che glie lo dimostra.
Troviamo a tal proposito, tra le frasi che si attribuiscono a Lao Tzu:
“La gentilezza delle parole crea fiducia. La gentilezza di pensieri crea profondità. La gentilezza nel donare crea amore.”
A contrappunto al detto "Fai del bene e scordatene, fai del male e pensaci" replica una frase attribuita al filosofo Confucio:
“Dimentica le offese, ma non dimenticare mai le cortesie.”
Come comportarsi con educazione e cortesia ha ispirato molti scritti, dal "Il Cortegiano" opera scritta da Baldassarre Castiglione e pubblicata per la prima volta nel 1528. Opera che è considerata uno dei capolavori della letteratura italiana del Rinascimento. È scritta come un dialogo e descrive una serie di conversazioni tra un gruppo di cortigiani riuniti presso la corte del duca di Urbino. Le conversazioni hanno come argomento principale l'arte della cortesia e la descrizione del perfetto cortigiano. Il libro cerca di descrivere l'ideale di uomo nobile e beneducato, che possiede una vasta cultura, una grande abilità nell'arte della conversazione, e una perfetta conoscenza delle arti, della musica e della danza.
Poco tempo separa tale testo dal famoso "Il Galateo overo de' costumi, il cui titolo completo è Trattato di messer Giovanni della Casa, nel quale sotto la persona d'un vecchio idiota ammaestrante un suo giovanetto, si ragiona de modi, che si debbono o tenere, o schifare nella comune conversatione, cognominato Galatheo overo de costumi, noto comunemente come Galateo, è un breve trattato scritto da Giovanni Della Casa (1503-56) probabilmente negli anni in cui si ritirò nell'abbazia di Sant'Eustachio presso Nervesa, nel trevigiano, tra il 1551 e il 1555, e pubblicato postumo nel 1558."
E infine e molto più recente ai giorni nostri, Il bon ton di Lina Sotis, nel quale si descrive la grazia del saper vivere e la leggerezza dell'esistere. Gesti, parole, silenzi, sorrisi, atteggiamenti che ci raccontano nel modo migliore agli altri. Libro che uscì in una prima edizione nel 1983. Agile, ironico, niente a che fare con un rigido galateo, che ebbe un successo strepitoso.
C'è chi afferma che le leggi non sono che la conseguenza della mancanza del rispetto delle regole morali e di comportamento in una società e da cui potremmo dedurre che le tante opere scritte sulle buone maniere, siano sorte perché di buona creanza, nei tempi, ce ne è stata sempre poca.
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