Oggi
- 17 maggio 2024 - venerdì della VII settimana di Pasqua, la Chiesa
ricorda, tra i vari santi e beati, San Pasquale Baylón, religioso
francescano. Pascual (Pasquale), questo il suo nome nella natia lingua
spagnola, nacque il 16 maggio 1540, giorno di Pentecoste, nel piccolo
villaggio di Torre Hermosa del Regno d’Aragona (oggi nella Comunità
Autonoma dell'Aragona, Spagna), dalla
povera famiglia contadina dei Baylón Yubero. I suoi genitori, costretti
dalla miseria, l'avevano avviato al lavoro fin dalla più tenera età,
prima come pastore del gregge appartenente ai vicini di casa e più tardi
come servo di un ricco allevatore. Il lavoro era durissimo e le uniche
consolazioni gli venivano dall’assidua preghiera e dalla frequenza alla
santa messa, ogni qual volta ne aveva la possibilità. Mentre faceva
pascolare le pecore in lande solitarie, lontano dal consorzio umano,
trascorreva ore intere in orazione, privandosi del poco cibo per
mortificare il proprio corpo, che sovente assoggettava anche a dolorose
autoflagellazioni. Manifestò fin da piccolo la vocazione alla vita
religiosa e, per meglio lodare il Signore, imparò a leggere da
autodidatta, cosa sorprendente che denota la sua grande intelligenza,
esercitandosi sui pochi libri di preghiere regalatigli dal parroco.
Ardente d’amor di Dio, a diciotto anni rifiutò un cospicuo lascito
offertogli dal proprio datore di lavoro, il ricco allevatore Martin
Garcia, privo di figli, che si era affezionato a lui, sempre buono e
ubbidiente, desiderando di adottarlo. Fece invece richiesta d’essere
ammesso al noviziato nel vicino convento “Santa Maria di Loreto” dei
Frati Minori Francescani Riformati Alcantarini o “Scalzi” (che, nel
1897, fu unita insieme a Osservanti, Riformati e Recolletti, nell'Ordine
dei Frati Minori), non venendo accolto a causa della sua scarsa
cultura. La sua amicizia con Dio, tuttavia, era talmente profonda che,
mentre conduceva il gregge nei terreni poco lontani dal convento
francescano, cadeva in estasi al solo percepire in lontananza lo
scampanellio che indicava l'elevazione eucaristica durante la Santa
Messa, mentre si moltiplicavano anche altri segni prodigiosi della
predilezione divina per la sua umile persona. Alla fine, con l’aiuto di
Dio, la fama della sua santità e dei prodigi da lui compiuti riuscì ad
aprirgli le porte del convento, dove emise i voti religiosi il 2
febbraio 1564, come "fratello laico" o “frate converso”, poiché non si
sentiva degno di accedere all'ordine sacerdotale. Fu un religioso
autenticamente “pentecostale”, cioè favorito dagli straordinari doni
dello Spirito Santo, tra cui quello della sapienza infusa. Quest’impeto
d’amore eucaristico fu il contrassegno di tutta la sua esistenza,
durante la quale accrebbe le mortificazioni inflitte al suo corpo,
debilitandolo fino al limite delle capacità di resistenza. In convento,
essendo illetterato, Pasquale svolgeva la modesta mansione di portinaio,
incarico che mantenne anche quando fu trasferito nei monasteri di
Játiva (Valencia) e poi di Valencia, eppure è considerato addirittura
“Il teologo dell'Eucaristia”, non solo per le dispute che egli sostenne
egregiamente con i Calvinisti francesi, durante il viaggio che fece a
Parigi nel 1576, nel quale rischiò anche la vita, ma anche per gli
scritti che ci ha lasciato, una specie di compendio dei maggiori
trattati su quest’argomento. Dopo il viaggio in Francia, invero, scrisse
una raccolta di sentenze per comprovare la reale presenza di Gesù
Cristo nell'Eucaristia e il potere divino trasmesso al Romano Pontefice.
Dopo una vita trascorsa alla sequela del Signore, morì il 17 maggio
1592, all'età di soli cinquantatrè anni, nel convento francescano “del
Rosario” di Villa Real nei pressi di Valencia (adesso Comunità Autonoma
Valenciana, Spagna), anche a causa delle troppo frequenti mortificazioni
corporali alle quali si sottoponeva. I suoi biografi raccontano che
durante la messa esequiale, al momento dell'elevazione dell'ostia e del
calice, il frate già irrigidito dalla morte riaperse gli occhi per
fissare il pane e il vino della mensa eucaristica e rendere l'ultima
testimonianza del suo amore al Divino Sacramento. Ventisei anni dopo, il
29 ottobre 1618, fu proclamato beato dal Pontefice Paolo V e nel 1690
santo da Papa Alessandro VIII. Di là dalle dotte dissertazioni,
l'Eucaristia fu il centro della sua intensa vita spirituale, tanto che
gli meritò d’essere proclamato Il 28 novembre 1897, da Papa Leone XIII,
patrono delle opere eucaristiche, e più tardi patrono dei congressi
eucaristici e delle Confraternite del Santissimo Sacramento. Le sue
spoglie, che si veneravano a Villa Real, furono profanate e disperse
durante la Guerra Civile Spagnola (1936-1939), ma, in parte, furono in
seguito recuperate nel 1952. Attualmente sono principalmente conservate
presso il santuario a lui dedicato a Villa Real.
IMMAGINE: <<“San Pascual Bailon adorando la
Eucaristia” (San Pasquale Baylon che adora l’Eucaristia), olio su tela
dipinto nel 1821 circa dal pittore spagnolo Bernardo Lopez y Piquer
(1801-1874). L’opera si trova nel Museu de Belles Arts di Valencia
(Spagna)>>
Roberto Moggi
Home page ARGOMENTI
Roberto Moggi
Home page ARGOMENTI
Commenti
Posta un commento
Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.