Oggi
- 14 maggio 2024 - martedì della VII settimana di Pasqua, la Chiesa
celebra la festa di San Mattia, apostolo. Mattia era probabilmente uno
dei settanta (o settantadue) discepoli di Gesù più vicini al gruppo
degli apostoli - dei quali si parla nel Vangelo di Luca - che Gesù mandò
a due a due davanti a sé, per predicare in ogni città e luogo dove
stava per recarsi (Lc 10, 1-24). Rimase
con il Signore dal battesimo per opera di Giovanni il Battista fino
all'Ascensione e - come spiegano gli Atti degli Apostoli - fu associato
ai rimanenti undici apostoli subito dopo la salita al Cielo di Cristo,
in sostituzione di Giuda Iscariota che aveva tradito Gesù e si era
suicidato (At 1, 21-22). Il suo nome, in greco translitterato in
alfabeto latino Matthias (o, in alcuni manoscritti, Maththias) e in
latino Matthias o Mathias, è derivato dall’ebraico Mathias (pure nel
nostro alfabeto), che significa “Dono di Dio”. Della sua vita, a parte
il predetto episodio della sua designazione, nulla di certo si conosce e
il suo nome compare, nel Nuovo Testamento, soltanto in tale occasione.
Per il resto, di lui non si conosce nulla di certo. Si sa solo che era
ebreo, probabilmente nato a Gerusalemme, in Giudea, nel I secolo dopo
Cristo. La sua inclusione nel gruppo dei più stretti discepoli di Cristo
- come si legge nel citato primo capitolo degli Atti degli Apostoli -
fu conseguenza dell’accorato discorso tenuto da San Pietro, che, un
giorno non precisato dopo l’Ascensione al Cielo del Signore, parlando
alla piccola comunità cristiana di Gerusalemme, sostenne che bisognava
trovare un sostituto del traditore Giuda Iscariota e riportare a dodici
il numero degli apostoli, lasciando all’assemblea ampia libertà sulla
scelta dei candidati. Si procedette allora alla ricerca dei vari
aspiranti ritenuti meritevoli, tra i quali sarebbe poi stato eletto il
nuovo apostolo, individuandolo tra coloro che erano stati compagni dei
dodici per tutto il tempo in cui il Signore Gesù visse in mezzo a loro,
incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui si elevò
in cielo. Furono individuati due fratelli di fede che soddisfacevano
tutti i requisiti, dei quali uno era proprio Mattia e l’altro Giuseppe
detto Barsabba soprannominato “il Giusto”, che ritennero meritevoli in
uguale misura. A questo punto, non potendo scegliere diversamente,
fecero un sorteggio tra i due, dopo aver pregato e invocato il Signore
affinché la scelta cadesse sul candidato più idoneo. Il sorteggio
designò Mattia, che fu così aggregato agli apostoli (Cf At 1, 15-26).
Mattia, dunque, è l’unico dei dodici che non ricevette direttamente la
chiamata da Gesù, pur essendo stato tuttavia con lui dall’inizio alla
fine della sua vita pubblica e della sua predicazione, tanto da
diventarne poi testimone della morte e risurrezione. Di lui esistono
solo racconti provenienti dalle varie “tradizioni” che lo riguardano,
privi però di supporto storico, che parlano della sua predicazione e
della sua morte per la fede in Gesù Cristo, chi dice in Giudea, chi
invece in Etiopia. Del fatto che fosse in origine, come già accennato,
uno dei settantadue discepoli di cui si parla nel primo capitolo del
Vangelo di Luca, non si ha sicurezza. Infatti, anche lo storico della
Chiesa Eusebio di Cesarea (265 circa - 340 circa), nella sua “Storia
Ecclesiastica”, rileva come non esistesse alcun elenco dei settantadue
discepoli di Gesù (distinti dagli apostoli), pur rilevando che: “ … Si
racconta anche che Mattia, che fu aggregato al gruppo degli apostoli al
posto di Giuda, e anche il suo compagno che ebbe l’onore di simile
candidatura furono giudicati degni della stessa scelta tra i settanta … ”
(Storia Ecclesiastica I, 12, 3). Mattia sarebbe morto verosimilmente
nello stesso I secolo. Una tradizione, riportata dal teologo e scrittore
San Clemente Alessandrino (150 circa - 215 circa) che cita Eracleone
(maestro gnostico del II secolo d.C.), lo vuole scomparso per cause
naturali. Una seconda, più tarda di oltre mille anni, associata al
monaco bizantino Niceforo Callisto Xanthopoulos (1256-1335), lo dice
martire per crocifissione e sepolto in Etiopia (Africa), anche se la
regione così denominata sarebbe in realtà il Ponto Eusino (regione
costiera sul Mar Nero della Penisola Anatolica, oggi nella Turchia
asiatica), dove Mattia si sarebbe recato dopo un primo periodo di
predicazione in Giudea. Una terza, riferita al Breviario Romano -
Martirologio di Floro, invece, ne afferma il martirio in Palestina,
poiché accusato di essere nemico della legge mosaica. Sarebbe stato
lapidato da ebrei e finito da un soldato romano che gli avrebbe tagliato
la testa con un colpo di scure. Un’ulteriore tarda tradizione, vuole
che il corpo di Mattia sia stato ritrovato a Gerusalemme nel 325
dall’imperatrice Sant’Elena (248-329), madre dell’imperatore romano
Costantino I (274-337) e di lì trasportato a Roma, nella Basilica di
Santa Maria Maggiore, dove fonti medievali e rinascimentali (la Leggenda
Aurea di Iacopo da Varagine e Onofrio Panvinio) lo danno presente
nell’urna di porfido sotto l’altare maggiore, insieme alle reliquie di
San Girolamo. La testa, separata, era invece custodita in un
reliquiario. Anche gli Annali di Treviri (oggi Trier in Germania)
dell’anno 754 (ma la loro redazione è di molto più tarda) affermano la
sepoltura di Mattia a Gerusalemme. Sempre a Treviri, un’aggiunta
posteriore agli Atti apocrifi di Mattia, fa giungere nella città tedesca
il corpo dell’apostolo, direttamente da Gerusalemme. Un’altra
tradizione cerca di conciliare le prime due, parlando di una traslazione
da Gerusalemme a Treviri con tappa a Roma. A Treviri, il corpo di
Mattia sarebbe stato ritrovato nel 1127, durante la ricostruzione della
Basilica (ora a lui intitolata) collegata all’adiacente convento
Benedettino. Lì, nel mezzo della navata centrale, tuttora si mostra il
suo sepolcro, nel luogo dove allora fu collocato. Altre reliquie che una
tradizione medievale attribuisce all’apostolo sono infine conservate
nella Basilica di Santa Giustina a Padova, ma recentissime indagini
scientifiche sembrano escludere tale attribuzione.
IMMAGINE: <<“San Mattia apostolo”, tempera e oro su tavola (pala d’altare), dipinta tra il 1317 ed il 1319 circa dal pittore senese Simone Martini (1284-1344). L’opera si trova attualmente presso il The Met Museum di New York (USA)>>
Roberto Moggi
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IMMAGINE: <<“San Mattia apostolo”, tempera e oro su tavola (pala d’altare), dipinta tra il 1317 ed il 1319 circa dal pittore senese Simone Martini (1284-1344). L’opera si trova attualmente presso il The Met Museum di New York (USA)>>
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