Oggi - 16 maggio, la chiesa
ricorda, tra i vari santi e beati, San Luigi Orione, sacerdote e
fondatore. Luigi, questo il suo nome di battesimo, nacque il 23 giugno
1872 a Pontecurone, presso Alessandria, in Piemonte, nell’allora Regno
d’Italia (oggi in provincia di Alessandria, regione Piemonte), dalla
povera famiglia composta da Vittorio Orione, operaio addetto alle strade
e Carolina Feltri, contadina analfabeta. La spiritualità
respirata in casa accese presto in lui una forte vocazione religiosa,
tanto che, il 14 settembre 1885, ad appena tredici anni, entrò nel
noviziato dei frati francescani della vicina Voghera (provincia di
Pavia, regione Lombardia), dovendone però uscire dopo neanche un anno,
nel giugno 1886, a causa di una grave malattia per la quale rischiò
anche la morte. Tuttavia, il suo desiderio di consacrarsi al Signore era
robusto e così, il 4 ottobre 1886, non appena rimessosi in salute,
entrò nello studentato dell'oratorio salesiano annesso al
santuario-basilica di Santa Maria Ausiliatrice a Valdocco, quartiere
periferico di Torino. Si trattava del primo convitto fondato dal
sacerdote e futuro santo Giovanni Bosco (1815-1888), che, durante i tre
anni della sua permanenza, lo conobbe e annoverò tra i suoi prediletti.
Questa benefica esperienza, a stretto contatto con il carisma di Don
Bosco e la spiritualità salesiana, lo influenzerà in seguito nelle sue
scelte nel campo dell’apostolato giovanile. Durante questo periodo
torinese, rimase profondamente colpito da una visita che fece alla
“Piccola Casa della Divina Provvidenza”, fondata nella stessa città dal
presbitero e anch’esso futuro santo Giuseppe Benedetto Cottolengo
(1786-1842), in favore dei ragazzi più svantaggiati, soprattutto
fisicamente e psichicamente, tanto che iniziò a meditare la creazione di
un istituto che si dedicasse particolarmente alla cura e all'educazione
dei bambini poveri. Il 16 ottobre 1889, a poco più di diciassette anni,
entrò nel seminario vescovile della diocesi di Tortona (provincia di
Alessandria, Piemonte), dove, a dimostrazione delle sue precoci maturità
ed affidabilità, gli venne anche affidato il compito di chierico e
custode del duomo cittadino. Sempre in questa cittadina, il 2 marzo
1892, iniziò l’apostolato tra la gioventù, giungendo il 3 luglio dello
stesso anno a inaugurare il suo primo Oratorio, intitolato a San Luigi,
dove, giovane tra i giovani, volle con essi vivere in modo originale una
forte esperienza di Dio, di Chiesa e di rinnovamento sociale. Solo un
anno dopo, il 15 ottobre 1893, realizzò il sogno tanto agognato fin dai
tempi di Valdocco, aprendo nel rione San Bernardino di Tortona una casa
adibita a collegio, per oltre trenta bambini abbandonati. Fu proprio in
questo periodo di scelte coraggiose che il giovane cuore di Luigi
s’immerse ancora più in Dio e i suoi occhi si riempirono di molti volti,
quelli dei bambini e adolescenti poveri e talvolta abbandonati che
popolavano le strade di Tortona. Da allora nulla fu come prima, nella
sua vita come in quella di tutti quelli che si lasciarono coinvolgere
dal suo zelo apostolico. Fu ordinato sacerdote il 13 aprile 1895 e, a
partire dal 1899, cominciò a raccogliere intorno a sé un primo gruppo di
sacerdoti e chierici che andranno a costituire la sua più grande
intuizione, l’istituto religioso denominato “Piccola Opera della Divina
Provvidenza”, con speciale missione, all’interno della Chiesa,
l’evangelizzazione e la promozione umana particolarmente dei poveri, con
lo scopo ultimo di unire sempre più i popoli al Vicario di Cristo sulla
terra. Accanto a questa, volle anche costituire un ramo di religiosi
contemplativi, chiamati “Eremiti della Divina Provvidenza”, che ebbe
inizio il 30 luglio 1899 con la vestizione dei primi tre eremiti a
Stazzano (provincia di Alessandria, Piemonte). Questi eremiti potevano
anche essere non vedenti, come il conosciutissimo Frate Ave Maria
[questo il suo nome religioso (1900-1964)], morto in odore di santità e
per il quale è in corso la causa di beatificazione. La sua “Piccola
Opera” fu intanto eretta in istituto di diritto diocesano, con decreto
datato 21 marzo 1903 del vescovo di Tortona Monsignor Igino Bandi ed
egli, da fervido ammiratore del sacerdote e teologo Antonio Rosmini
(1797-1855), futuro beato, ne scrisse le prime costituzioni nel 1904,
ricalcando e quasi copiando la Regola dell'Istituto della Carità fondato
dal Rosmini nel 1839. Sul finire del 1908, si recò, tra i primi, a
Messina e Reggio Calabria, per portare aiuto alle popolazioni delle due
città, completamente devastate dal disastroso terremoto del 28 dicembre
1908. Lì, in un quadro apocalittico, Don Orione si dedicò per tre anni
soprattutto alla cura degli orfani, ma non dimenticò di cimentarsi anche
nel campo della ricostruzione, come a Reggio Calabria, dove contribuì
alla nascita del Santuario di Sant'Antonio. Nel frattempo, il 4 dicembre
1909, mai pago di fare il bene e conquistare anime a cristo, riuscì
anche a portare il conforto di Cristo all'ex Presidente del Consiglio
italiano Alessandro Fortis (1841-1909), noto massone anticlericale,
raggiungendolo a Roma travestito da infermiere mentre questi era in
punto di morte, arrivando a convertirlo in extremis. Nel 1915, aiutò in
egual modo e con analogo fervore i terremotati della Marsica (territorio
in provincia dell’Aquila, regione Abruzzo), vittime dell’evento sismico
del 13 gennaio 1915, che provocò oltre 30.000 vittime e danni immensi.
Nello stesso anno, il 29 giugno, fondò la congregazione delle “Piccole
Suore Missionarie della Carità”, chiamate familiarmente “Orionine” in
suo onore. Al termine dell’immane tragedia della Prima Guerra Mondiale
(1915-1918), poté iniziare la fase d’espansione in tutto il mondo
dell'Opera. Si vide la fondazione di collegi, di colonie agricole, di
opere caritative e d’assistenza sia in Italia (Milano, Genova e Roma)
sia in alcune capitali di stati del Sudamerica (Buenos Aires,
dell’Argentina; San Paolo, che allora lo era del Brasile e Santiago del
Cile). Inviò missionari in Brasile nel 1913, in Argentina e Uruguay nel
1921, in Palestina sotto mandato britannico nel 1921, in Polonia nel
1923, a Rodi, isola del mare Egeo sotto mandato italiano, nel 1925,
negli Stati Uniti d'America nel 1934, in Inghilterra nel 1935 e in
Albania nel 1936. Egli stesso, instancabile come sempre, nei periodi dal
1921 al 1922 e dal 1934 al 1937, si recò in visita missionaria
nell'America Latina, visitando le sue opere in Argentina, Brasile, Cile e
Uruguay. Accanto all’impegno in queste grandi opere missionarie
d’oltremare, non tralasciò mai quello locale. Fondò, infatti, il
Santuario di Nostra Signora della Guardia a Tortona nel 1931 e quello
della Madonna di Caravaggio a Fumo di Corvino San Quirico, presso Pavia,
nel 1938. Nell'inverno del 1940, già sofferente della malattia
coronarica “Angina Pectoris” e dopo due attacchi di cuore aggravati da
crisi respiratorie, Don Orione si lasciò convincere dai confratelli e
dai medici a curarsi e cercare sollievo nel clima salubre e nella pace
di una casa della “Piccola Opera” a San Remo (provincia di Imperia,
Liguria), anche se lui diceva di “non volere vivere e morire tra le
palme” (diffusissime nella zona calda e asciutta di quella città), bensì
tra i poveri, che considerava Gesù Cristo in persona. Dopo soli tre
giorni, circondato dall'affetto e dalle premure dei confratelli,
stremato da una vita tutta spesa per i fratelli, Don Orione rese l’anima
a Dio il 12 marzo 1940, con l’amatissimo nome di Gesù sulle labbra. La
sua salma ricevette solenni onoranze nella stessa San Remo, a Genova e
Milano, terminando l'itinerario a Tortona, ove fu tumulata nella cripta
del Santuario della Madonna della Guardia, da lui stesso fondato nove
anni prima. Il 24 gennaio 1944 la “Piccola Opera” ricevette il
pontificio decreto di approvazione, mentre le relative Costituzioni
furono accettate definitivamente dalla Santa Sede il 20 novembre 1954.
L’Opera è oggi una Congregazione religiosa la cui Casa Generalizia si
trova a Roma, i cui membri sono detti “Orionini” o “Figli della Divina
Provvidenza”. Il suo corpo, trovato incorrotto alla prima riesumazione
del 1965, fu posto in posizione d’onore nel medesimo santuario, dopo
che, il 26 ottobre 1980, papa San Giovanni Paolo II lo iscrisse
nell'Albo dei Beati. Lo stesso pontefice lo proclamò santo in Piazza San
Pietro a Roma il 16 maggio 2004, data della sua memoria liturgica,
anche se il Martirologio Romano lo nomina al 12 marzo, giorno della su
nascita al Cielo.
Roberto Moggi
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