San Floriano di Lorch

Oggi - 4 maggio 2024 - sabato della V settimana di Pasqua, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Floriano, conosciuto anche con la specificazione “di Lorch”, martire. Di Florianus (Floriano), questo il suo nome in latino, si conosce pochissimo ad eccezione del martirio. Il suo nome fu inserito nel codice Geronimiano del 400 e altre notizie che lo riguardano provengono per lo più da un “atto di donazione” del 700 e da un passio di autore ignoto, della metà circa dello stesso secolo. Prima dell’859 fu inserito anche nel codice di Lione e quindi nel Martirologio Romano. In conformità a questi documenti, possiamo desumere che Floriano nacque probabilmente nel III secolo, cittadino romano. Secondo la tradizione era ufficiale veterano dell’esercito imperiale di Roma, in servizio nella provincia del Noricum (Norico Ripense, regione corrispondente pressapoco all'attuale Austria centrale, a parte della Baviera, alla Slovenia nord-orientale e a parte dell'arco alpino italiano). Per i suoi meriti di guerra era stato promosso “princeps officii” (alto funzionario che, nell’amministrazione imperiale romana, era a capo di un determinato servizio) e trasferito nella località di Cetia (presso l'odierna Kirchdorf an der Krems, nell’Alta Austria). Qui venne in contatto con la locale comunità cristiana, alla quale dopo essersi convertito aderì in segreto, poiché i funzionari dell’impero non potevano professare altra religione che non fosse quella dell’imperatore. Nel 304, il regnante Diocleziano (dal 284 al 305) diede inizio a nuove persecuzioni contro i seguaci di Gesù, che, ben presto, si estesero anche alla provincia ove Floriano prestava servizio. In questo triste contesto, egli si trovò a dover scegliere tra i suoi doveri di fedeltà all’imperatore e i dettami d’amore e fraternità del Vangelo di Cristo. Un giorno venne a sapere che, nella vicina cittadina di Lauriacum (l’odierna Lorch, presso Stoccarda, nel Baden-Württemberg, Germania centro-meridionale), un gruppo di oltre quaranta seguaci del Signore era stato imprigionato e destinato alla morte. Fu a questo punto che, divinamente illuminato, prese posizione definitivamente e decise con coraggio di unirsi a loro, per aiutarli ed eventualmente morire con essi. Si portò direttamente nel luogo dov’era già pronta l’esecuzione capitale e, senza esitazione alcuna, si presentò a un gruppo di legionari, dichiarandosi apertamente cristiano. Fu subito incarcerato con gli altri e poi condotto innanzi alle autorità. Aquilino, il “praeses” (in italiano “preside”, funzionario del tardo Impero romano con compiti di governatore) del Norico, come di prassi, gli intimò di abiurare la fede in Cristo, ma senza alcun successo. Floriano, che era pronto a immolare la vita per testimoniare il Signore, fu flagellato, torturato e condannato anch’egli a morte. Il 4 maggio 304, condotto sopra un ponte sul vicino fiume Anesius (l’odierno Enns, affluente del Danubio), gli fu legata una pietra al collo e fu gettato in acqua, morendo annegato, martire per la fede in Cristo. Qualche giorno dopo, la pia matrona cristiana Valeria, unitamente ad un gruppo di fedeli, recuperò il suo corpo e lo fece degnamente seppellire in loco, nel posto dove poi fu innalzata l’omonima abbazia, detta in tedesco di “Sankt Florian” (San Floriano), oggi nell’omonima località presso Linz (Austria). Nel 1138 le sue reliquie furono prima trasportate a Roma e poi, nel 1181, per decisione di papa Lucio III, inviate in dono al principe Casimiro II di Polonia a Cracovia (in tale nazione), dove questi fece erigere una cattedrale per custodirle degnamente. In seguito, in ragione della sua morte nelle acque del fiume, Floriano diede il suo patronato alle vittime delle inondazioni e fu invocato come protettore contro le stesse. Verso il 1400, dall’Austria e dalla Baviera, gli fu attribuito anche il patronato e la protezione contro gli incendi. Secondo una leggenda, infatti, in vita spense prodigiosamente un incendio divampato in un edificio (in alcune varianti in un'intera città) con un solo secchio d'acqua. Questo episodio è tutt’ora rappresentato nell’iconografia che lo riguarda. San Floriano è oggi il patrono della Polonia.
IMMAGINE: <<“San Floriano di Lorch”, affresco dipinto nel 1459 circa dal pittore austriaco Leonhard von Brixen (XV secolo). L’opera si trova all’interno della chiesa di San Giorgio a Tesido (Bolzano)>>

Roberto Moggi
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