Povero non è chi possiede poco, ma chi per quanti beni possieda, ne desidera sempre di più.
Avere
anziché essere, anteponendo a un'esistenza costruttiva e appagante, la
predilezione per i beni materiali, che aumentano il bisogno anche quando
non esiste.
Una
nevrosi di comportamento sorta insieme al concetto e all'uso della
proprietà, quando alcuni esseri umani divennero stanziali e i primi beni
furono costituiti da capanne e palafitte, riempite dai primi utensili
costruiti dall'homo habilis, col concetto di possesso che ne derivò.
Una
compulsione divenuta esasperata nella nostra epoca, con la società dei
consumi non improntata ad una economia sana, nella produzione di pochi
beni utili e inoltre duraturi, ma che prospera sull'esasperata
produzione degli stessi, con tecniche di marketing che producono una
pubblicità che convince i più influenzabili sull'assoluta necessità di
beni del tutto inutili.
I
questo scenario, le persone in preda alla nevrosi già accennata, sono
una manna in una società basata sul consumismo e l'usa e getta, tendenti
a dare valore e importanza solo a ciò che non possiedono, in una
perenne insoddisfazione mitigata per poco tempo dall'ennesimo bene di
cui riescono a impossessarsi.
Con
tutti gli esempi di una commedia tragicomica, impersonata da chi
aprendo un armadio, con scarpe e capi di vestiario che gli cascano
letteralmente addosso, urla angosciato "Non ho niente da mettermi!", a
un altro, che gli basta il cellulare per vedere l'ora e indossa un
orologio da migliaia di euro, che ostenta con sussiego, con grande gioia
degli scippatori del circondario, a un altro ancora, che per il giretto
dal bar al giornalaio s'è fatto un suv o un fuoristrada super
accessoriato, che gli permetterebbe tranquillamente di percorrere la
Parigi Pechino, quando non si contentasse di arrivare a Dakar.
E
poi c'è chi, magari affetto da quella che io chiamo la sindrome
dell'albero di natale, per tutti gli orpelli pregiati che ostenta
addosso, e che magari bofonchia, "E c'è tanta gente che muore di fame!" E
continuerà a farlo, finché il mondo sarà popolato dagli stupidi che si
prodigano a far prosperare le multinazionali che producono dalle armi,
ai beni di consumo, con prodotti alimentari che sono dei veri e propri
veleni, agli allevamenti intensivi che degradano sia l'ambiente che la
salute dei consumatori, oltre alle torture e alle sofferenze procurate a
dei poveri esseri viventi, ai farmaci che non sai se prodotti per
eliminare definitivamente le malattie o per protrarle affinché le
vendite non diminuiscano.
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