Oggi
- domenica 19 maggio 2024 - la Chiesa celebra la solennità della
Pentecoste, con la quale si conclude il Tempo di Pasqua. La parola
“pentecoste” viene dal greco antico “pentecosté” (nella sua
traslitterazione in alfabeto latino), che significa “cinquantesimo”
(sottinteso: giorno) e celebra la discesa dello Spirito Santo sugli
apostoli riuniti con Maria nel Cenacolo di Gerusalemme, avvenuta appunto
cinquanta giorni dopo la risurrezione
di Gesù, segnando la nascita della Chiesa e l'inizio della sua chiamata
missionaria. Questa solennità cade sempre di domenica, cinquanta giorni
dopo la Pasqua ed è una festa cosiddetta “mobile”, che si celebra ogni
anno in una domenica diversa. Nell’Antico Testamento, il termine
Pentecoste era utilizzato dai giudei di lingua greca in riferimento ai
cinquanta giorni dopo la Pasqua ebraica, per indicare antiche feste. Tra
queste, quelle della “Mietitura e primizie” (Libro dell’Esodo 23, 16),
delle “Settimane” (Esodo 34, 22; Deuteronomio 16, 10; Secondo Libro
delle Cronache 8, 13) o del “Giorno delle primizie” (Libro dei Numeri
28, 26), definite più tardi in ebraico: “Asereth” o “Asartha” (cioè
“Adunanza sacra” o “Assemblea solenne” e, probabilmente, “Festa
conclusiva”). In origine, la Pentecoste era dunque il festeggiamento
ebraico per l'inizio del raccolto, ma, in seguito, perse il primitivo
significato per designare invece l'effusione dello Spirito Santo, dono
di Gesù, e la nascita della Chiesa. La venuta dello Spirito è raccontata
nel secondo capitolo degli Atti degli Apostoli. In esso è scritto che
gli Apostoli erano riuniti insieme alla Madonna nel Cenacolo di
Gerusalemme, probabilmente la casa della vedova Maria, madre del giovane
Marco futuro evangelista, dove avevano preso l’abitudine di radunarsi
quando erano in città. In quel periodo, come da tradizione, era affluito
a Gerusalemme un gran numero di ebrei per festeggiare la Pentecoste
ebraica con il prescritto pellegrinaggio. Si legge negli Atti: “ …
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti
insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore,
quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove
stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si
posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e
cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava
loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei
osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la
folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella
propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia,
dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai
ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? … »” (At 2,
1-8). Lo Spirito Santo è la terza persona della Santissima Trinità,
princìpio di santificazione dei fedeli, di unificazione della Chiesa,
d’ispirazione negli autori della Sacra Scrittura. Colui che assiste il
Magistero della Chiesa e tutti i fedeli nella conoscenza della verità.
Nel Vangelo secondo Giovanni, lo Spirito Santo è indicato anche con il
nome greco di “Paraclito” (“Consolatore”). Si tratta in origine di un
termine del linguaggio giuridico che significava letteralmente “chiamato
vicino”, cui l'equivalente latino è “ad-vocatus”, da cui deriva il
termine “avvocato” inteso come “difensore” o “soccorritore” e, per
estensione, appunto “consolatore”. Il contesto in cui si usa questo
termine nei testi profani è quello del processo e indica “chi sta al
lato dell'accusato” (sottinteso: per difenderlo). L’Antico Testamento
non contiene una vera e propria indicazione sullo Spirito Santo come
persona divina. Lo “Spirito di Dio” vi appare come forza divina che
produce la vita naturale cosmica, i doni profetici, gli altri carismi e
la capacità morale di obbedire ai comandamenti. Nel Nuovo Testamento,
invece, lo Spirito appare talora ancora come forza impersonale
carismatica. Al tempo stesso, però, avviene la rivelazione della
“personalità” e della “divinità” dello Spirito Santo, specialmente nel
Vangelo di Giovanni, dove Gesù dice: “ … Io pregherò il Padre ed egli vi
darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre … ” (Gv 14,
16) e nella Prima Lettera ai Corinzi di San Paolo, dove la dottrina
dello Spirito Santo è congiunta con quella della divina redenzione e lo
Spirito fonda l’uguale dignità di tutti i credenti: “ … E in realtà noi
tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un unico
corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a
un solo Spirito … ” (1 Cor 12, 13). Nello stesso tempo, giacché
conferisce carismi e ministeri diversi, l’unico Spirito, costruisce la
Chiesa con l’apporto di una molteplicità di doni, quantificati in numero
di sette: “Sapienza”, “Intelletto”, “Consiglio”, “Fortezza”, “Scienza”,
“Pietà” e “Timore di Dio”. Questi, indicati dal Profeta Isaia nel suo
libro: “ … su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di
sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito
di conoscenza e di timore del Signore … ” (Is 11, 2), sono donati
inizialmente con la grazia del Battesimo e confermati poi dal sacramento
della Cresima. Lo Spirito Santo è stato rappresentato in maniera
incorporea nell’Annunciazione descritta dagli evangelisti Matteo e Luca
(Mt 1, 18-25 e Lc 1, 26-37); sotto forma di colomba nel Battesimo di
Gesù (Vangeli secondo: Matteo, capitolo 3, versetti 16-17; Marco, 1,
10-11; Luca, 3, 22 e Giovanni, 1, 32) e, nella Trasfigurazione, come una
nube luminosa (Vangeli secondo: Marco, capitolo 9, versetti 2-8;
Matteo, 17, 1-8 e Luca, 9, 28-36). Inoltre, lo Spirito divino è indicato
negli Atti degli Apostoli, nella Pentecoste, come “Lingue di fuoco” (At
2, 1-11) e come “Soffio (alito)” dall’evangelista Giovanni: “ … Gesù
disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io
mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete
lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi
non li rimetterete, resteranno non rimessi» ... ” (Gv 20, 21-23). La
Chiesa invoca lo Spirito Santo durante la somministrazione dei
Sacramenti, come nel Battesimo, nella Cresima o nell’Ordine Sacro, ma
anche all’inizio del Conclave per eleggere il Papa, dove s’implora
l’aiuto divino per una scelta adeguata. La preghiera d’invocazione è
contenuta nel magnifico e suggestivo inno “Veni creator Spiritus”
(“Vieni spirito creatore”), attribuito all’arcivescovo di Magonza (oggi
in Germania) Rabanus Maurus Magnentius, in italiano Rabano Mauro
Magnenzio (784-856) e risalente al IX secolo.
IMMAGINE: <<“Pentecoste“, tempera e oro su legno
dipinta nel 1300 circa dal pittore toscano Giotto di Bondone, detto
semplicemente Giotto (1266–1337), parte di un gruppo di sette pannelli
intitolati “La vita di Cristo”. L’opera si trova attualmente presso la
National Gallery di Londra (Inghilterra)>>
Roberto Moggi
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