In ogni famiglia c’è sempre una pecora nera che agisce a danno degli altri.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci presenta, il proverbio, la poco allegra situazione che può verificarsi in una famiglia, come in un'altra qualsiasi comunità, in cui a rovinare l'armonia tra conviventi o compartecipanti, basta una persona che va controcorrente, che non partecipa nell'attività di produrre il benessere comune, mentre approfitta, senza alcun ritegno, dei risultati ottenuti da chi si dà da fare, o agisce in un tale modo scriteriato da mettere a repentaglio, sia gli altri componenti, che il benessere comune.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci presenta, il proverbio, la poco allegra situazione che può verificarsi in una famiglia, come in un'altra qualsiasi comunità, in cui a rovinare l'armonia tra conviventi o compartecipanti, basta una persona che va controcorrente, che non partecipa nell'attività di produrre il benessere comune, mentre approfitta, senza alcun ritegno, dei risultati ottenuti da chi si dà da fare, o agisce in un tale modo scriteriato da mettere a repentaglio, sia gli altri componenti, che il benessere comune.
Un
essere che è anche definito "la palla al piede", specialmente se fa
parte di un'organizzazione di lavoro, allocuzione che rammenta la sfera
di metallo che veniva incatenata al piede dei prigionieri, per impedirne
o renderne meno agevole la fuga, mentre nella realtà attuale, rende più
pesante il lavoro di quelli che costringe a dover assolvere anche
quello che sarebbe suo dovere.
Una
figura che è anche descritta come "la mela marcia", che ne basta una a
rovinare le altre che si trovano nel cesto, e così succede nella
comunità in cui viene a trovarsi l'individuo, per il malumore e la
discordia che suscita negli altri, con un'atmosfera pesante come
risultato, un tipo che metaforicamente, se arriva a muoversi, aiuta per
la discesa e non per la salita.
Un
personaggio che può assumere molteplici aspetti, dal fannullone al
seminatore di zizzania, col secondo esempio che, per la discordia che
riesce a produrre, rende quasi migliore e desiderato il primo, che se
anche non combina un accidente, se non altro, dà meno fastidio, con
Milan Kundera che ne ha fornito una sua del tutto personale descrizione:
"Dove
mai sono finiti i perdigiorno di un tempo? Dove sono quegli eroi
sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da
un mulino all’altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai
sentieri tra i campi, insieme ai prati e alle radure, insieme alla
natura? Un proverbio ceco definisce il loro placido ozio con una
metafora: essi contemplano le finestre del buon Dio. Chi contempla le
finestre del buon Dio non si annoia; è felice."
Ma
è molto possibile che più felici di lui siano le persone che se lo sono
levate di torno, o che ancora meglio, ha lasciato di sua spontanea
volontà, quelle persone che le finestre del buon Dio, le contemplano tra
una pausa e l'altra del lavoro.
"Il vero problema del fannullone è che, siccome non fa nulla, non sa mai quando ha finito."
Edna Wolf
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