’O mariuolo ’ncoppa e ’o galantòmo ’nfunno

’O mariuolo ’ncoppa e ’o galantòmo ’nfunno.
Ormai spesse volte i ladri primeggiano mentre i galantuomini cadono in miseria.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
In una società dove l'onestà è poco praticata, diventa comune il fenomeno presentato dal proverbio, col malvivente che vive negli agi prodotti dal maltolto, mentre vive di stenti spesso la persona onesta, con il primo riverito e ossequiato, per come sembra aver raggiunto uno stato, non solo di agiatezza, ma anche di rispettabilità, mentre all'onestuomo gli dice bene se non passa per inetto.
Per molti l'onestà è soppiantata dalla furbizia, che riesce a mostrare la disonestà, non come un difetto, ma come abilità nel saper vivere e un compromesso esilarante, al quale ci si può riuscire ad adattarsi, ce lo mostra col suo senso dell'umorismo, Mark Twain:
"La massima ambizione dell’uomo? Diventare ricco. Come? In modo disonesto, se è possibile; se non è possibile, in modo onesto."
Insomma l'importante è sapersi accontentare addirittura dell'onestà, se è l'unica alternativa che si prospetta e non sorge la sospirata occasione che fa l'uomo ladro e ben felice d'esserlo, come succede a tanti sedicenti onesti, non per etica di comportamento, ma per mancanza di occasioni, come scrisse al riguardo Henri Miller:
"Molti uomini vivono in pacifica coesistenza con la propria coscienza sporca."
E Groucho Marx, col suo umorismo dissacrante:
“Il segreto della vita è l'onestà e un comportamento corretto. Se riesci a fingerli, ce l'hai fatta.”
Se poi ci rifacciamo a ciò che scrisse Georges Clemenceau, sul buon governo:
"Governare significa rendere i buoni cittadini tranquilli e i disonesti no."
Da noi, c'è qualcosa che funziona poco, perché molti cittadini onesti, che si prodigano per combattere la disonestà e la corruzione, sono costretti a vivere sotto scorta, alla faccia della tranquillità che dovrebbero godere, in uno scenario che va poco d'accordo con quanto scrisse il tanto rimpianto Sandro Pertini:
"Bisogna essere degni del popolo italiano. Non è degno del popolo italiano colui che compie atti di disonestà. I corrotti e i disonesti sono indegni di appartenere al popolo italiano, e devono essere colpiti senza alcuna considerazione."
Tralasciando ogni considerazione in merito, per carità di patria e per non rovinarci la giornata.
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