Nisciuno nasce ’mparato

Nisciuno nasce ’mparato.
Alcuni errori sono inevitabili e quindi perdonabili in quanto è l’esperienza che insegna a vivere.
Il proverbio ci presenta una frase che sarebbe attribuita al grande attore il cui elenco di cognomi, è una mezza passeggiata:
Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, con la concisa contrapposizione di Totò.
Un detto a cui si attiene il saggio, per quanto sia sapiente, nel giudicare chi ne sa meno di lui, vedendo nell'altro chi era lui in passato, rispetto al saccente presuntuoso, che disprezza chi ritiene ignorante sui temi che sa lui.
Iniziamo tutti da zero nella vita e sono pochi a ricordare trascorsi precedenti, con l'esistenza caratterizzata da una molteplicità di apprendistati, a seconda dei luoghi e delle classi alle quali si appartiene.
Fa seguito al proverbio un altro detto, sul fatto che di imparare non si finisce mai e si riporta, al riguardo, la storiella della vecchia che, in punto di morte, disse che aveva bisogno d’imparare perché non aveva ancora abbastanza esperienza per affrontare ciò che le era sconosciuto.
"Fino alla bara sempre se ne impara", si dice a mo' d'esempio, per chi non smette di imparare fino all'ultimo giorno della vita e chi ritiene di aver raggiunto un'età nella quale non ha più bisogno di apprendere alcunché, non fa altro che iniziare a smettere di vivere e a ribadire ciò, ce ne dà conferma una delle frasi attribuite al Mahatma Gandhi:
“Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre"
Leggiamo nelle oraziane Odi: “Scire nefas est omnia”, Non è concesso sapere tutto, e la persona più sapiente e cosciente dei propri limiti, fa suo il detto socratico: "So di non sapere" pervenutoci attraverso il racconto del filosofo Platone, anche chiamato paradosso socratico, perché basato su un'ignoranza intesa come consapevolezza di non conoscenza definitiva, che diventa però una spinta in più a desiderare sempre di conoscere.
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