Male nun fà e ppaura nun avé!

Male nun fà e ppaura nun avé!
Se agisci sempre bene, dormi tranquillo e stai sereno.
Un comportamento retto e onesto fa vivere serenamente, senza complessi di colpa e timore che tale modo di agire venga portato a conoscenza d'altri. Una sensazione che può rappresentare una scoperta, da chi intende redimersi, lasciando la strada cattiva per la buona, fatta di un comportamento conforme al retto vivere.
Nell'ottavo capitolo dei Promessi sposi lo scrittore Alessandro Manzoni fa pronunciare questa frase da fra Cristoforo, con riferimento alla reazione sbigottita di fra Fazio, portinaio del convento di Pescarenico, sgomento per l'arrivo a tarda notte di due donne: Lucia e sua madre, Agnese.
Ci presenta il proverbio due aspetti della vita, da una parte, avere un'etica di comportamento improntata all'onestà e alla moralità, e dall'altra, rifuggire da timori che possono sorgere dal dubbio di non aver saputo agire nella norma, atteggiamenti che caratterizzano il modo di vivere delle persone oneste.
Leggiamo sul web, di un anonimo:
"Se vuoi essere creduto
sii onesto.
Se vuoi essere onesto
sii sincero.
Se vuoi essere sincero
sii te stesso"
Perché non è da tutti sapersi presentare al prossimo nell'onesta semplicità di ciò che si è, senza alcun timore di essere travisati o sottovalutati, che quando fosse, sarebbe anche un vantaggio, per la poca attenzione ricevuta da prepotenti o malfidati, ricordando sempre che chi non ha nulla da nascondere, non ha anche nulla da temere.
E sempre sull'onestà, leggiamo tra i detti di Fabrizio Caramagna:
"Dell’onestà di certe persone non sapremo mai nulla: è fatta di silenzio, rispetto e schiena dritta.
Ma chi la possiede, brilla di un’altra luce."
Una luce che sa vedere solo chi la emette, del tutto sconosciuta ai disonesti, che richiede un comportamento a tempo pieno, come leggiamo in un'allocuzione del giornalista e scrittore francese Paul Brulat:
"Basta un istante per fare un eroe, ma è necessaria una vita intera per fare un uomo onesto."
Quanto alla paura che il proverbio esorta a non avere, grazie a un comportamento che la fa evitare, quante ansie, timori e preoccupazioni sono stati, o ancora sono, protagonisti della nostra vita?
Leggiamo tra gli scritti del grande magistrato Giovanni Falcone, un personaggio del tutto immeritato da un paese come il nostro:
“L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza."
Pensiamo alla paura con la quale conviveva lui, che può far diventare i nostri timori solo stupidaggini.
Una paura da non rifuggire, da timorosi pusillanimi, ma da saper affrontare, ricordando quanto scrisse Martin Luther King:
“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.”
Perché la paura si fa da parte, per chi ci convive sapendola affrontare.
Riguardo, infine, ai timori e alle frustrazioni con le quali può capitarci di convivere, facciamo nostro ciò che lasciò detto il papa Papa Giovanni XXII:
“Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni. Non pensate alle vostre frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealizzato. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare.”
Se il nostro passato è stato caratterizzato da ansie e timori che continuano a turbare anche il presente, realizziamo quante preoccupazioni che ci hanno rovinato la vita, non sono servite a niente, perché nulla si è presentato a confermarle e, come ha detto Martin Luther King, apriamo la porta che le farà sparire.
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