Chi pecca gravemente porterà per sempre il segno sulla coscienza.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
È
a ricordarci, il proverbio, che comportarsi continuamente male e in
modo disonesto, da delinquente e non da persona onesta e timorata, a
lungo andare diventa un comportamento irreversibile, da cui non si può
più tornare indietro e raffigurato nella metafora di una carne marcia che non resta che buttare.
Si
dice che l'occasione fa l'uomo ladro e per alcuni vivere in modo su per
giù onesto e senza incorrere in reati, è solo perché non gli si è
presentata l'opportunità, anche se sono fermamente convinti del
contrario.
A tal riguardo e sul comportamento umano, Fernando Pessoa era piuttosto pessimista, asserendo:
"Tutti
possiamo essere spregevoli. Ognuno di noi porta con sé un crimine
commesso o un crimine che l’anima gli chiede di commettere."
E indubbiamente di scheletri celati nell'armadio di persone che si mostrano oneste e irreprensibili, il mondo è pieno.
C'è
chi arriva a comportarsi in modo disonesto spinto dal bisogno e qualora
riuscisse a raggiungere una maggior stabilità, grazie ai mezzi dei
quali si è servito, magari si vergogna di come è vissuto e cela
accuratamente il suo passato, mentre ci sono persone per nulla spinte
dalla necessità di procurarsi almeno il necessario, ma da un istinto
criminale che le porta ad agire solo in tale modo, come leggiamo in un
testo scritto dallo scrittore americano William Somerset Maugham:
"Ci
sono persone stranamente congegnate. Criminali, per esempio, che
lavorano come negri a un piano che li porta in prigione e che, appena
usciti, ricominciano da capo per approdare nuovamente in prigione. Se
dedicassero la stessa perseveranza, la stessa intelligenza, lo stesso
spirito di risorsa, ad attività oneste, guadagnerebbero senza dubbio
molto denaro e raggiungerebbero posizioni importanti. Ma sono fatti
così: amano il delitto."
Immaginiamo
una persona che cresce in una famiglia di mafia, o di camorra, con il
codice di comportamento che gli viene presentato, che assume come
un'indiscussa legge, che poco ha a che fare con quella del codice
penale, una legge non scritta, ma osservata come se fosse la più giusta e
inderogabile, tanto che se volesse trasgredirla, si guadagnerebbe dalla
cerchia a cui appartiene, il titolo di infame, sempre che riesca a
uscirne vivo.
Purtroppo
viviamo in una società nella quale chi ruba poco, oppure spaccia droghe
che potrebbero essere legalizzate tranquillamente dallo stato, va in
galera, mentre chi ruba miliardi a piene mani, è considerato un grande
economista o uno statista, osannato e applaudito dalla massa, perché se
il crimine interessa la grande economia, non è più illegale, a
prescindere dai risultati criminali che persegue, come leggiamo in uno
scritto di Eduardo Galeano, scrittore, giornalista e saggista
uruguaiano:
“L'economia
mondiale è la più efficiente espressione del crimine organizzato. Gli
organismi internazionali che controllano valute, mercati e credito
praticano il terrorismo internazionale contro i paesi poveri e contro i
poveri di tutti i paesi, con tale gelida professionalità da far
arrossire il più esperto dei bombaroli.”
Quanti
di noi, crescendo, si sono sentiti dire spesso e volentieri "fatti
furbo", invece di "impara a comportarti onestamente"? e a ben ragione,
secondo una certa etica di comportamento, con l'ampiezza delle occasioni
che si possono presentare al furbo, rispetto all'esiguità di quelle che
ha davanti una persona onesta, che spesso più che tale, passa per
farlocca, in un paese che qualcuno ritiene che sia quello dei furbi.
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