20
maggio 2024 - lunedì della VII settimana del Tempo Ordinario - la
Chiesa celebra la memoria obbligatoria della Beata Vergine Maria Madre
della Chiesa, una cosiddetta celebrazione “mobile”, che cade il lunedì
dopo Pentecoste. La commemorazione di questo titolo mariano ha origine
recente, essendo stato iscritto nel Calendario Romano Generale con
decreto dell’11 febbraio 2018 di papa Francesco.
La decisione, presa nel centosessantesimo anniversario della prima
apparizione della Madonna a Lourdes, stabilisce che la memoria sia
obbligatoria per tutta la Chiesa, collocandola il lunedì successivo la
domenica di Pentecoste (pertanto la sua data è variabile). Già nel
Cenacolo Maria iniziò la propria missione materna, pregando con gli
Apostoli riuniti intorno a lei, in attesa della venuta dello Spirito
Santo. La scelta della sistemazione di questa memoria liturgica il
lunedì dopo Pentecoste, quindi, è legata proprio alla presenza della
Vergine nel Cenacolo. I motivi che hanno sostenuto l’introduzione di
questa nuova memoria, sono brevemente descritti nel predetto decreto,
laddove si rileva particolarmente la maturazione della venerazione
liturgica di Maria da parte dei fedeli, a seguito di una migliore
comprensione della Sua presenza “nel mistero di Cristo e della Chiesa”.
Questa celebrazione, spiega il testo: “… aiuterà a ricordare che la vita
cristiana, per crescere, deve essere ancorata al mistero della Croce,
all’oblazione di Cristo nel convito eucaristico, alla Vergine offerente,
Madre del Redentore e dei redenti …”. La Madonna, rileva ancora il
decreto di papa Francesco: “… accettò il testamento d’amore del Figlio
suo e accolse tutti gli uomini, impersonati dal discepolo amato, come
figli da rigenerare alla vita divina, divenendo amorosa nutrice della
Chiesa che Cristo in croce, emettendo lo Spirito, ha generato. A sua
volta, nel discepolo amato, Cristo elesse tutti i discepoli come vicari
del suo amore verso la Madre, affidandola loro affinché con affetto
filiale la accogliessero …”. Specifica il documento del dicastero
vaticano, infine: “… nel corso dei secoli la pietà cristiana ha onorato
Maria con i titoli, in qualche modo equivalenti, di Madre dei discepoli,
dei fedeli, dei credenti, di tutti quelli che rinascono in Cristo e
anche di Madre della Chiesa, come appare in testi di autori spirituali e
pure del magistero di Benedetto XIV e Leone XIII”. Tali considerazioni,
effettivamente, ripropongono quanto già espresso in passato dalla
Chiesa. Nel capitolo VIII della Costituzione Dogmatica “Lumen Gentium”
(“Luce delle Genti”), la seconda delle quattro del Concilio Ecumenico
Vaticano II (1962-1965), promulgata il 21 novembre 1964 dal pontefice
San Paolo VI (dal 1963 al 1978), si volle solennemente riconoscere a
Maria il titolo di “Madre della Chiesa” a conclusione della terza
sessione del Concilio Vaticano II, affermando che essa è: “… Madre della
Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, tanto dei fedeli quanto dei
Pastori, che la chiamano Madre amatissima …”, auspicando che l’intero
popolo cristiano rendesse sempre più onore alla Madre di Dio con questo
soavissimo nome. In effetti, il sentimento del popolo cristiano, nel
corso di due millenni di storia, aveva già in vario modo colto il legame
filiale che unisce strettamente i discepoli di Cristo alla loro
Santissima Madre. Lo stesso titolo di Maria Madre della Chiesa,
d’altronde, ha radici profonde. Il fatto che la Vergine Maria sia Madre
di Cristo e insieme Madre della Chiesa era già in qualche modo
considerato, a partire dalle parole “profetiche” di Sant’Agostino
d’Ippona (354-430) e del papa San Leone I Magno (dal 440 al 461). Il
primo, infatti, dice che Maria è madre delle membra di Cristo, perché ha
cooperato con la sua carità alla rinascita dei fedeli nella Chiesa.
L’altro, poi, evidenziando che la nascita del Capo è anche quella del
Corpo, indica che Maria è al contempo Madre di Cristo, Figlia di Dio e
madre delle membra del Suo corpo mistico, cioè della Chiesa. Si tratta
d’importanti riflessioni scaturite da quello che possiamo chiamare “il
testamento” di Gesù morente in croce, riportato nel Vangelo secondo
Giovanni, in cui si narra che Maria stava ai piedi della Croce e Cristo,
prima di spirare, le affidò il discepolo prediletto, Giovanni, dicendo:
“… Donna, ecco tuo figlio! …”, aggiungendo poi rivolto a Giovanni: “…
Ecco tua madre! …” (cf. Gv 19, 26-27). Ai nostri giorni, in occasione
dell’Anno Santo della Riconciliazione del 1975, la Santa Sede propose
una messa votiva in onore della Madre della Chiesa, in seguito inserita
nel Messale Romano, senza che fosse però parte delle memorie inserite
ufficialmente nel Calendario liturgico. Poi, dal 1980, nelle “Litanie
lauretane” - per volontà di papa San Giovanni Paolo II - la Madonna è
stata venerata esplicitamente come Madre della Chiesa. Nel 1986, ancora,
sempre durante il pontificato di papa Wojtyla, furono pubblicati altri
formulari nella raccolta di messe della Beata Vergine Maria. In seguito
fu concesso alle conferenze episcopali di alcune singole nazioni (come
la Polonia e l’Argentina), diocesi e famiglie religiose che ne avevano
fatta richiesta, di aggiungere questa celebrazione al loro calendario
particolare. Alla luce di quanto precede, quindi, ci si può rendere
conto di come l’odierna celebrazione voglia promuovere e favorire la
consapevolezza del senso materno della Chiesa, nei presbiteri, nei
religiosi e nei fedeli.
IMMAGINE: <<“Maria Mater Ecclesiae” (Maria
Madre della Chiesa), mosaico policromo realizzato dai maestri dello
Studio del Mosaico Vaticano nel 1981. L’opera si trova, dal 7 dicembre
1981, sulla facciata del palazzo apostolico, in piazza San Pietro della
Città del Vaticano (Roma)>>
Roberto Moggi
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