Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei

Oggi - 8 maggio 2024 - mercoledì della VI settimana di Pasqua, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, la Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei (anche più semplicemente detta “Madonna del Rosario di Pompei” o “Madonna di Pompei”). Si tratta di uno dei numerosi titoli con i quali la Chiesa venera la Madonna, conosciuto in tutto il mondo e oggetto di grande devozione e culto, anche grazie alla sua rappresentazione nell’omonimo famoso quadro, custodito sopra l’altare maggiore del santuario-basilica pure a Lei dedicato, sito nella cittadina di Pompei (provincia di Napoli, regione Campania). Due volte l’anno, l’8 maggio e la prima domenica d’ottobre, pellegrini d’ogni parte si riuniscono presso il tempio mariano per recitare la famosa “Supplica”, ardente preghiera rivolta alla Madonna affinché, per Sua intercessione, il Signore conceda pace e misericordia al mondo e alla Chiesa. Questa bella orazione, modificata più volte nel corso del tempo, fu composta nel 1883 dal ricco avvocato Bartolo Longo (1841-1926), ateo frequentatore di ambienti massonici e anticlericali, poi convertitosi, fino a divenire terziario domenicano e alacre propagatore di questa devozione, venendo proclamato Beato nel 1980 da papa San Giovanni Paolo II. Fu proprio lui a scegliere le due predette date per la solenne recita. La prima domenica d’ottobre, giorno in cui la Chiesa celebra la Madonna come Regina del Santo Rosario, fu una scelta facile, giacché egli teneva moltissimo alla propagazione di questa preghiera. L’8 maggio, invece, lo preferì perché giorno in cui si ricorda l’apparizione dell’Arcangelo San Michele sul Monte Gargano, in Puglia, regione della quale il Beato era originario. La recita della Supplica si perpetua da oltre un secolo nel santuario campano, diventato uno dei principali centri della spiritualità mariana in Italia, alle canoniche ore 12,00 e alla presenza di numerosi fedeli, sebbene essa sia contestualmente recitata in tutte le chiese d’Italia. La tradizione narra che Bartolo Longo, mentre si trovava un giorno nelle sue tenute agricole ubicate dove sorge oggi il santuario di Pompei, ebbe una visione della Madonna, la quale gli disse che “se avesse pregato il Rosario sarebbe stato salvo”. Egli rimase così profondamente scosso dal messaggio sopranaturale, da convertirsi e abbandonare gli ambienti satanici che frequentava, iniziando una grande opera di diffusione della preghiera del Rosario. Con questo scopo, si diede da fare infaticabilmente per innalzare in loco, nei propri terreni, un luogo di culto dedicato proprio alla Vergine del Rosario. Con l’aiuto divino, il tempio fu iniziato in data 8 maggio 1876, con la posa della prima pietra non lontano dagli scavi archeologici dell’omonima città romana, grazie alle offerte spontanee dei fedeli d'ogni parte del mondo, venendo terminato e consacrato, dal cardinale Raffaele Monaco La Valletta, il 7 maggio 1891. Dopo alcuni ampliamenti avvenuti nel corso degli anni, oggi è a tre navate e a croce latina, con una superficie di ben duemila metri quadri in grado di ospitare seimila persone. Si può ben dire, dunque, che la missione di divulgazione del Santo Rosario, portata instancabilmente avanti dal Beato, trovi oggi nel Santuario di Pompei il suo luogo più importante di riferimento. Al suo interno, esposto sopra l’altare maggiore, si custodisce il già accennato famoso quadro detto appunto “Madonna di Pompei”, dipinto da uno sconosciuto ma valente artista della scuola di Luca Giordano (XVII secolo), alto centoventi centimetri e largo cento, raffigurante la Santa Vergine assisa in trono con il Bambino Gesù in braccio. In ginocchio ai suoi piedi ci sono San Domenico, alla sua destra, che riceve dalle mani di Gesù Bambino una corona del Rosario e Santa Caterina da Siena, alla sua sinistra, che ne riceve un’altra dalla Sua mano sinistra. La storia di questo dipinto è legata anch’essa a quella del Beato Bartolo Longo, che, nell’intento di meglio diffondere la preghiera del Rosario, si recò in un fornito negozio di antichità in Napoli, per comprare un dipinto della Vergine del Rosario. Qui, per volontà divina, incontrò il suo confessore padre Radente, che, appreso ciò che cercava, lo invitò a recarsi al Conservatorio del Rosario di Porta Medina, per chiedere a suo nome, a suor Maria Concetta De Litala, un vecchio dipinto del Rosario che egli stesso le aveva affidato dieci anni prima. Egli seguì il suggerimento, ma rimase profondamente deluso quando la suora gli mostrò il dipinto, una tela logora, rovinata dalle tarme e con pezzi di colore mancanti. Bartolo fu sul punto di rifiutare l’offerta, ma alla fine decise di ritirare il dono per l’insistenza della suora. L’immagine in questione giunse a Pompei, precisamente alla Parrocchia del Santissimo Salvatore, nel tardo pomeriggio del 13 novembre 1875, avvolta in un lenzuolo e poggiata su un carretto adibito al trasporto di letame. Quando Bartolo mostrò il dipinto in siffatte pessime condizioni, lo sgomento che lo aveva già colto prese anche tutti i presenti, tra cui l’anziano parroco. Pertanto, fu presa la decisione di procedere al restauro del quadro, anche se solo parzialmente. Dopo l’inaugurazione del santuario, la tela rimessa in condizioni accettabili, come detto, fu esposta alla venerazione sopra l’altare maggiore. Un altro restauro fu compiuto nel 1965 dal Pontificio Istituto dei Padri Benedettini Olivetani di Roma e, il 23 aprile dello stesso anno, il dipinto fu incoronato da papa San Paolo VI.  *IMMAGINE: <<“Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei” o “Madonna di Pompei”, olio su tela dipinto, verosimilmente nel XVII secolo, da ignoto autore di scuola napoletana (bottega di Luca Giordano). L’opera si trova sopra l’altare maggiore della basilica/santuario che porta lo stesso nome, a Pompei (Napoli)>>
Roberto Moggi
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