’A femmena è ccomme ’o cravone: si è stutato tegne, si è appicciato còce

’A femmena è ccomme ’o cravone: si è stutato tegne, si è appicciato còce.
La donna è come il carbone, acceso o spento fa sempre danni.
Ci è presentato un proverbio maschilista e diciamo anche d'altri tempi, per il ruolo subordinato in cui la donna era relegata e che rientra nello scenario che ha caratterizzato spesso la società umana, nel continuo bisogno di poter disprezzare qualsiasi categoria di oppressi, per poter giustificare gli oppressori.
Un fenomeno che ha contraddistinto la disparità tra le classi sociali, tra popoli conquistatori e conquistati, nonché la disuguaglianza di genere che ha caratterizzato la società occidentale, dai tempi dell'antica Grecia, nei quali erano solo gli uomini a partecipare al governo delle polis e le donne erano relegate nei ginecei, come proprietà del pater familias, tra i romani e più tardi poi, negli harem musulmani.
Un fenomeno, quello della subrdinazione della donna, che continua a verificarsi in paesi come l'Iran e il Pakistan, ad esempio, per l'osservazione di una sharia (legge, letteralmente "strada battuta", il complesso di regole di vita e di comportamento dettato da Dio per la condotta morale, religiosa e giuridica dei suoi fedeli) intransigente e prevaricatrice specialmente verso le donne.
Consideriamo, tanto per dire, come nella presentazione biblica della creazione, la mitica Eva non è creata come Adamo, ma non è altro che una sua derivazione.
Non dimentichiamo, al riguardo, che fino al 1946, anno del suffragio universale, le donne erano cittadine di serie B e solo nel 1956 la corte di cassazione abolì il potere correttivo e coercitivo dei mariti, nei confronti delle consorti, immaginando il vituperio del "dove andremo a finire di questo passo!, da parte dei più retrogradi e conservatori, per il potere perso e l'essere messi a pari col genere femminile, che ritenevano di poter continuare a disprezzare.
Tra i proverbi sulle virtù da osservare da parte delle donne, ce n'è uno che ricevette addirittura l’imprimatur da un papa assurto agli onori dell’altare, Papa Pio X: “Che la piasa, che la tasa, che la staga in casa”, adagio vernacolare che ebbe un successo sfolgorante. Altro proverbio di forte valore simbolico: “Con bastòn se doma ogni dona”, con il bastone assurto a simbolo fallico.
Rispetto alle opinioni a seguire, che risultano aberranti ai nostri occhi, riteniamo che la mentalità da quei tempi sia cambiata?
“La donna è analitica non sintetica. Ha forse mai fatto dell'architettura in tutti questi secoli? Le dica di costruirmi una capanna non dico un tempio. Non lo può (...) Naturalmente essa non deve essere schiava, ma se io le concedessi il diritto elettorale mi si deriderebbe.”
Benito Mussolini
Da far venire i brividi per l'ottusità dell'asserzione, che è di pari passo alla seguente:
“Noi occidentali non capiamo nulla; abbiamo fatto malissimo ad elevare le donne al nostro livello! I popoli d'Oriente sono stati più intelligenti e giusti dichiarando che esse sono esclusiva proprietà dell'uomo.”
Napoleone Bonaparte
Con tutto il dubbio, almeno in generale, su quanto sia cambiata la visuale, per gli episodi di violenza e prevaricazione verso le donne, che continuamente ci riportano le cronache.
Leggiamo tra gli scritti di Simone de Beauvoir:
"Nessuno, di fronte alle donne, è più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità."
Un'insicurezza, spesso presentata quasi come una giustificazione, di fronte a un comportamento solo e semplicemente criminale, con tutte le attenuanti che purtroppo spesso riceve.
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