Oggi
- 16 aprile 2024 - martedì della III settimana di Pasqua, la Chiesa
ricorda, tra i vari santi e beati, Santa Bernardetta Soubirous, vergine.
Marie-Bernarde detta Bernadette o Maria Bernada detta Bernardeta,
questi i suoi nomi rispettivamente in francese e nella materna lingua
locale (una varietà dell’occitano guascóne), nacque il 7 gennaio 1844 a
Lourdes (Lorda nell’idioma del posto), piccolo paesino dell’estremo sud-ovest
dell’allora Regno di Francia, ai piedi della catena montuosa dei
Pirenei vicino al confine con la Spagna. Era una ragazza di salute
fragile, soggetta a crisi asmatiche, che dimostrava meno anni di quelli
che aveva, la prima dei sette figli della povera famiglia Soubirous
(Sobiros o Sobeirons nella lingua locale). Suo padre era mugnaio e
gestiva un mulino in località Boly, riuscendo col durissimo lavoro
appena a sfamare il proprio nucleo familiare, fino a quando una grave
crisi economica non lo rovinò, facendogli perdere il lavoro. La famiglia
visse da allora in estrema povertà, conoscendo la fame, tanto che
Bernardetta non poté frequentare la scuola, restando analfabeta e non
sapendo nemmeno esprimersi bene in francese. I suoi sentimenti religiosi
erano comunque molto forti, sebbene ella non fosse mai stata istruita
sul catechismo né sulla Sacra Scrittura. Nonostante l’estrema indigenza,
in casa regnava un'armonia fuori dal comune, che si basava sull’amore
reciproco, il vicendevole sostegno e sulla grande devozione religiosa.
Nel 1857 la sua famiglia, ridotta alla fame più nera, non poté
permettersi neppure l’affitto di una stalla per trascorrervi la notte e
dovette trasferirsi in un’umida, tetra e malsana cella nel seminterrato
del vecchio carcere cittadino in disuso, chiamato popolarmente “Le
Cachot” (“La segreta” o “La prigione”). A questo punto, per farla
contribuire al sostentamento familiare e avere al contempo una bocca in
meno da sfamare, i genitori furono costretti ad affidarla a una famiglia
di contadini benestanti della vicina località Bartrès, dalla quale fu
incaricata di pascolare il loro gregge e di fare la cameriera nella
taverna che essi possedevano. L’11 febbraio 1858 faceva molto freddo e
nel loro malsano ricovero non c’era più legna da ardere. Allora, di
primo mattino, la quattordicenne Bernardette, con la sorella Antoinette e
una compagna, andò a raccogliere rami secchi caduti in un boschetto
vicino alla rupe della località Massabielle, che, sul costone roccioso a
ridosso del fiume Gave, formava una grotta naturale. Dentro quell’antro
si trovavano dei bei pezzi di legno, portati dalle acque del fiume
durante le piene, ma per raccoglierli bisognava attraversare un canale
d’acqua proveniente da un mulino, che si gettava nel Gave. Antoinette e
l’amica, che calzavano zoccoli senza calze, se li tolsero ed entrarono
nell’acqua fredda. Bernardette, invece, essendo di salute delicata e
soffrendo d’asma, portava le calze e, nell’indecisione sul da farsi,
restò indietro da sola. Pensò di togliersi gli zoccoli e le calze, ma
mentre si accingeva a fare questo udì un suono strano, come “un grande
rumore”. Alzò gli occhi e vide che la quercia abbarbicata a un grosso
masso del costone roccioso si agitava violentemente, per quanto non
spirasse un solo alito di vento. Poi la grotta s’illuminò e si riempì
come di una “nube d’oro”, mentre una giovane e bellissima signora
splendente di luce apparve improvvisamente in una rientranza della
parete rocciosa della grotta. Stupita e spaventata da quella visione che
intuì essere sopranaturale, istintivamente s’inginocchiò, tirando fuori
la coroncina del Rosario che portava sempre con sé, che cominciò a
recitare. La signora la lasciò pregare senza interrompere e, anzi, essa
stessa faceva passare tra le sue dita, in perfetta sincronia con
Bernardette, i grani della Corona che anch’essa teneva in mano, senza
però mormorare le ”Ave Maria”, ma unendosi a Bernardette solo per
recitare il “Gloria Patri”. Quando la preghiera terminò, la “Bella
Signora”, come lei la indicò successivamente, scomparve senza dire nulla
unitamente alla “nuvola d’oro” e la grotta tornò buia quasi più di
prima, dopo tanto splendore. La sorella e l’amica, che nulla avevano
visto o sentito, vedendola frastornata, le si avvicinarono ed appresero
dalle sue labbra quanto era accaduto, confermandole di non aver visto o
sentito nulla. Bernardette descrisse l’apparizione come quella di una
“piccola e giovane signora” che stava in piedi in una nicchia della
roccia, con addosso una tunica e un velo bianchi. Aveva un nastro
celeste annodato alla vita con le estremità lunghe fin quasi ai piedi,
una rosa dorata su ogni piede e teneva nelle mani il Rosario. Aggiunse
che la bellissima visione le aveva chiesto di tornare alla grotta ogni
giorno per un po’ di tempo, per incontrarla ancora. Tra l'11 febbraio e
il 16 luglio 1858, in effetti, Bernardette assistette a ben diciotto
apparizioni della "Bella Signora" nella grotta di Massabielle, anche se
l’identità della stessa le rimase sconosciuta fino alla diciassettesima
comparsa, tanto che, fino allora, si limitò a chiamarla semplicemente
“Aquero” (pronunciato “acherò”, che nella lingua locale significa
pressappoco “quella là”), una maniera semplice di riferirsi a una
generica figura femminile di cui non conosceva nulla. La storia vissuta
da Bernadette, che immancabilmente si diffuse a macchia d’olio in tutto
il circondario e oltre, giungendo fino ai “Palazzi del potere” del
territorio e poi di Parigi, creò scompiglio tra gli abitanti del
villaggio e dintorni, che si divisero in due fazioni circa il fatto che
la ragazza dicesse o meno la verità. Il suo stesso parroco Padre
Peyramale, cui per primo si era rivolta, dubitava della veridicità del
racconto. Presto un gran numero di persone cominciò a seguirla
quotidianamente nel suo tragitto verso la grotta, alcuni per curiosità,
altri perché credevano fermamente di assistere ad un miracolo.
L’afflusso di popolo era talmente aumentato che, dai primi giorni di
marzo del 1858, le Autorità cominciarono a impedire l'accesso alla
grotta. Bernadette fu interrogata e minacciata più volte dalla polizia,
ma non cambiò mai le sue dichiarazioni, né si contraddisse una sola
volta, continuando a dire "La Signora" o "Aquero" per indicare
l’apparizione. Si voleva che lei confessasse di avere mentito o che
almeno, in alternativa, dicesse di avere visto la Santa Vergine, cosa
che avrebbe aggravato la sua posizione da un punto di vista penale,
dando modo alle Autorità di farla arrestare, mentre le era proibito di
recarsi alla grotta, per non meglio specificati “motivi di sicurezza”.
Giovedì 25 marzo dello stesso anno, tuttavia, riuscì a tornarvi e,
puntualmente, fu beneficiata dall’apparizione, la sedicesima. Bernadette
in questa circostanza, così come chiestole da Padre Peyramale, chiese
il nome alla Signora, la quale le rispose nella sua stessa lingua: "Que
soy era Immaculada Councepciou” (“Io sono l'Immacolata Concezione”).
Bernadette, che ovviamente, non poté capire il senso di quella frase
così strana per lei, corse subito a ripeterla al parroco, sperando di
essere illuminata, e, per non dimenticarla, la ripeté continuamente
lungo l’intero percorso. Don Peyramale, dopo averla ascoltata, trasalì e
si convinse che Bernadette non poteva avere inventato tutto. Il termine
“Immaccolata concezione” era, in effetti, sconosciuto ai più,
figuriamoci agli analfabeti. Il relativo dogma, infatti, era nuovissimo
nella Chiesa cattolica e la ragazza non poteva assolutamente averlo mai
sentito né tantomeno comprenderlo, essendo stato proclamato l'8 dicembre
1854 da papa Pio IX, appena quattro anni prima. Lei stessa raccontò di
non sapere il significato di quelle parole e di essere stata capace di
riferirle solo perché nel correre dal parroco le aveva continuamente
ripetute tra sé e sé. Il fatto fu perciò prova che le apparizioni erano
reali, mentre le autorità ecclesiastiche ritenevano che la Madonna
stessa avesse voluto confermare il dogma, dando così piena credibilità
alla decisione del Papa. Da allora in poi, attorno alla grotta di
Lourdes si accesero le devozioni più fervide e le discussioni più
clamorose. Su Bernardette si appuntarono curiosità e ammirazione. Lei
però soffriva dì tanta attenzione e, dando spazio alla sua vocazione,
chiese di ritirarsi in un convento. Si trasferì inizialmente presso la
scuola-ospizio tenuta dalle Suore della Carità e dell'Istruzione
Cristiana di Nevers, nella regione Bourgogne-Franche-Comté
(Borgogna-Franca Contea) nel centro della Francia, dove imparò a leggere
e scrivere in francese. In seguito, all'età di ventidue anni, si ritirò
presso il convento delle stesse suore, dove trascorse gli ultimi anni
della sua breve esistenza, lavorando come assistente nell'infermeria e
poi come sacrestana, creando bellissimi ricami per abiti liturgici
d'altare e vesti religiose. Qui, durante un grave attacco d'asma, chiese
l'acqua della sorgente di Lourdes e i suoi sintomi regredirono per non
tornare più. Tuttavia non cercò di curarsi nello stesso modo prodigioso,
quando più tardi si ammalò di tubercolosi ossea al ginocchio destro.
Bisognava che soffrisse, per restare degna del privilegio che aveva
ricevuto, quello di vedere la Vergine Immacolata. Soffrì tanto e in
silenzio, fino a quando tornò alla Casa del Padre, nel convento di
Nevers, il 16 aprile 1879, all’età di soli trentacinque anni. Fu
proclamata beata da papa Pio XI nel 1925 e santa l'8 dicembre 1933 dal
pontefice Pio XI. Intanto alla grotta di Massabielle accorrevano ormai
migliaia di fedeli in preghiera e, dal fianco della montagna, scaturiva
il più copioso fiume di miracoli che mai si fosse conosciuto. I ciechi
riacquistavano la vista, i sordi riavevano l’udito, gli storpi erano
raddrizzati e anche gli scienziati più scettici dovettero arrendersi
all’evidenza del sopranaturale. Nella nicchia sulla parete della grotta
miracolosa, luogo indicato da Bernadette come punto preciso delle
apparizioni, fu posta nel 1864 una statua della Madonna, con le fattezze
descritte da Bernardette, ancora oggi presente. Intorno alla grotta
delle apparizioni è andato nel tempo sviluppandosi un imponente
santuario, meta di pellegrinaggi da ogni parte del mondo.
Roberto Moggi
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