San Giuseppe lavoratore

Oggi - 1° maggio 2024 - mercoledì della V settimana di Pasqua, la Chiesa celebra la memoria facoltativa di San Giuseppe lavoratore. Questa ricorrenza fu stabilita il 1° maggio del 1955 e collocata nello stesso giorno dal papa Servo di Dio Pio XII, con il titolo di “San Giuseppe artigiano”, per sottolineare l'importanza e la dignità del lavoro umano, così pienamente incarnati dall’umile falegname di Nazareth, mostrando il significato cristiano della “Festa dei lavoratori” (o “del lavoro”), la ricorrenza civile che si festeggia oggi in quasi tutto il mondo. Con l’istituzione di questa ricorrenza, si volle innalzare San Giuseppe a protettore ideale di tutte le classi sociali e di tutte le professioni e mestieri degli uomini, giacché la vita del padre putativo di Gesù non è stata per niente diversa da quella di tanti altri lavoratori del suo, del nostro e di ogni tempo. Un'esistenza degna d’essere proposta come modello per ogni lavoratore cristiano, poiché tutta proiettata all'ascolto della Parola di Dio e posta al servizio del Suo disegno di salvezza. Nel discorso riguardante l’istituzione della memoria di San Giuseppe “artigiano”, oggi detto più propriamente “lavoratore”, papa Pacelli metteva in guardia da un pensiero distorto e materialista sulla “Festa dei lavoratori”, allora politicizzato e legatissimo alla visione marxista della “lotta di classe” e privo di qualsiasi riferimento a Dio. Nella figura orientata a Cristo di San Giuseppe, che ha condiviso con tutti gli uomini la fatica del procurarsi il pane quotidiano, si riconosce invece la dignità del lavoro come dovere e perfezionamento dell’uomo, esercizio benefico del suo dominio sul creato, servizio alla comunità, prolungamento dell’opera del Creatore e contributo al Suo piano di salvezza. Tali concetti, sono stati ripresi ed efficacemente manifestati in seguito dalla costituzione apostolica “Mater et Magistra” (Madre e Maestra), promulgata in data 15 maggio 1961 da papa San Giovanni XXIII e dalla costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo “Gaudium et spes” (“Gioia e speranza”), promulgata da papa San Paolo VI il 7 dicembre 1965, ultimo giorno del Concilio Vaticano II (Cf. GS 22, 32 e 34). In essa è innanzitutto affermato che il lavoro, autentico valore umano, dà alla persona il meraviglioso potere di partecipare all’opera creatrice di Dio, portandola a compimento. Oggi la Chiesa, per così dire, “fa sua” la Festa del lavoro laica, per proclamarne il valore cristiano reale e morale, ma anche per approvare e benedire l’azione legittima dei lavoratori che cercano giustizia e libertà. D’altro canto, al riguardo sono molto chiari gli insegnamenti in materia sociale dalla Chiesa, che hanno ripreso e ampliato la tradizionale posizione cattolica sui problemi sociali, sottolineati soprattutto con le costituzioni: “Populorum progressio” (Progresso dei popoli), del 26 marzo 1967, di papa San Paolo VI e “Laborem exercens” (del Lavoro svolto), del 14 settembre 1981, del pontefice San Giovanni Paolo II. Sotto la protezione di San Giuseppe lavoratore, un augurio a tutti/e i/le lavoratori/rici, e a quanti/e il lavoro purtroppo l’hanno perso o non l’hanno ancora trovato. IMMAGINE: <<Immagine: “San Giuseppe falegname”, olio su tela dipinto nella prima metà del XVII secolo dal pittore francese Georges du Mesnil de La Tour (1593-1652). L’opera si trova presso il Museo del Louvre di Parigi (Francia)>>
Roberto Moggi
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