Oggi
- 2 marzo 2024 - sabato della II settimana del tempo di Quaresima, la
Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Sant’Agnese, nota comunemente
con le specificazioni “di Boemia” o “da Praga”, principessa e badessa.
Anežka (Agnese), questo il suo nome nella natia lingua ceca, nacque nel
1211 a Praga, capitale dell’allora Regno di Boemia, ubicato circa al
centro dell’Europa (nel territorio quasi corrispondente all’attuale
Repubblica Ceca). Figlia di Premysl
Otakar I. sovrano del Paese, e della regina Costanza, sorella del re
d’Ungheria Andrea II, era cugina, da parte di madre, della principessa
Elisabetta d’Ungheria, futura santa. All’età di tre anni fu affidata
alla nobile parente duchessa Edvige di Slesia, che sarebbe anch’essa
salita all’onore degli altari. Quest’ultima - che rimasta vedova si era
fatta monaca Cistercense nel monastero di Trzebnica in Slesia (oggi in
Polonia) - la accolse nel convento, provvedendo alla sua prima
istruzione culturale e religiosa. Agnese tornò a Praga tre anni dopo,
ma, per completare la sua formazione, fu affidata alle cosiddette
“Canonichesse Premostratensi” o “Norbertine” (dal nome del loro
fondatore San Norberto), religiose di clausura dedite a vita
contemplativa, nel convento di Doksany (Boemia). Intanto, come di
consueto per i figli delle case regnanti, su di lei s’intrecciavano
progetti matrimoniali in funzione di alleanze politiche e militari.
Così, nel 1220, quando non aveva ancora compiuto dieci anni, fu promessa
in sposa al potente re Enrico VII di Germania. In attesa del
matrimonio, fu condotta a Vienna presso la corte del duca d’Austria
Leopoldo VI, dove visse cinque anni, mantenendosi sempre fedele ai
principi e ai doveri della vita cristiana, ai quali si era sempre più
attaccata. Nel 1225, dopo che il pretendente ebbe rotto il patto di
fidanzamento, tornò in Patria insofferente all’idea del matrimonio,
ormai desiderosa di consacrarsi interamente al Signore. Si dedicò
pertanto a un’intensa vita di preghiera e alle opere caritative,
nonostante le fossero pervenute altre convenienti proposte nuziali, come
quella del re d’Inghilterra Enrico III, che però desistette, e quella
dell’imperatore del Sacro Romano Impero Federico II “di Svevia”,
presentata ben due volte. Per allontanare da se ogni aspirazione
matrimoniale da parte dei tanti pretendenti, chiese aiuto al pontefice
Gregorio IX, il quale intervenne per riconoscere ufficialmente il suo
proposito di castità, facendole guadagnare l’agognata facoltà di non
sposarsi e consacrarsi a Dio. Ormai consacrata al Signore nel voto di
castità, un giorno venne a conoscenza, grazie ad alcuni frati Minori
Francescani predicatori itineranti, giunti in Boemia allo scopo di
evangelizzare, della ricca vita spirituale, procace di rinnovamento
della Chiesa, che, proprio in quegli anni, conduceva in Italia, nella
città di Assisi (nella regione Umbria, al centro circa della Penisola
Italiana), la vergine Chiara Scifi (1194-1253), per condividere la vita
religiosa del suo concittadino Giovanni di Pietro di Bernardone
(1182-1226), già famoso come Francesco d’Assisi, entrambi prossimi
santi. Ne rimase talmente affascinata che decise di seguirne l’esempio.
Con i propri beni dinastici, fondò a Praga, nel biennio 1232-1233, il
primo convento dei Frati Minori di Boemia, con annesso ospedale per i
poveri e, per la sua gestione, creò una confraternita laicale detta dei
“Crocigeri”, che nel 1237 sarà elevata dal papa Gregorio IX al rango di
Ordine Religioso, col nome di “Istituto religioso dei Crocigeri della
stella rossa” (per via della stella di quel colore nel loro stemma). Nel
1234, inoltre, fondò nella stessa città un monastero di suore Clarisse
sulle rive del fiume Moldava, per un gruppo di consacrate dette “Sorelle
Povere” (o anche “Damianite”), dove lei stessa si ritirò l’11 giugno
dello stesso anno, divenendone in seguito badessa fino alla morte. Le
suore cosiddette “Clarisse” (il cui titolo deriva da Clara, il nome di
Chiara d’Assisi in latino) corrispondono all'Ordine di Santa Chiara e
sono monache di voti solenni appartenenti all'ordine fondato da San
Francesco e Santa Chiara d'Assisi nel 1212, che segue la regola
approvata da papa Innocenzo IV nel 1253. Agnese morì in tale convento,
che porta oggi il suo nome, il 2 marzo 1282, venendo sepolta nella
chiesa (oggi basilica) di San Giorgio, all’interno del castello di
Praga, dove ancora oggi i suoi resti riposano in una cappella in stile
gotico dedicata a Ludmilla di Boemia. È tradizione che per sua
intercessione siano avvenuti numerosi miracoli. Il culto tributatole
subito dopo la morte, nel corso di lunghi secoli, ebbe il riconoscimento
apostolico con il decreto di beatificazione del papa Beato Pio IX del
28 novembre 1874. Il 12 novembre 1989 è stata solennemente canonizzata
da papa San Giovanni Paolo II.
Roberto Moggi
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