Oggi
- 14 marzo 2024 - giovedì della IV settimana del tempo di Quaresima, la
Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, Santa Matilde, nota anche con
la specificazione “di Germania” o “di Ringelheim”, regina. Quasi tutte
le informazioni che la riguardano provengono da due biografie: la “Vita
Mathildis reginae antiquior” (“Vita più antica della regina Matilde”),
scritta subito dopo la sua morte nel 968, e la successiva “Vita Mathildis
reginae posterior” (“Vita posteriore della regina Matilde”), databile
al periodo compreso tra il 973 e il 975 circa. Mathildes o Mathilde
(Matilde), questo il suo nome rispettivamente in latino e nell’antica
lingua tedesca, nacque intorno agli anni 895 - 896, in un’aristocratica
famiglia cattolica di Enger, cittadina nel settentrione della Vestfalia,
all’epoca distretto del ducato di Sassonia, nel nord-est del Regno di
Germania (oggi regione della medesima zona della Germania). Ancora molto
piccola fu affidata alla nonna, che portava lo stesso nome, badessa di
un monastero nella città di Herford, nello stesso territorio, allo scopo
di farle avere un’educazione e una formazione culturale e cristiana
adeguata al suo rango. Soggiornò nel predetto convento per circa quattro
anni, ricevendo un’eccellente istruzione e mostrandosi assidua alla
preghiera e ai sacramenti. Nel 909, appena adolescente, in conformità
alle consuetudini dell’epoca, senza neanche consultarla i genitori la
diedero in moglie al nobile Heinrich (Enrico), figlio del duca di
Sassonia, stato germanico vicinale. Nel 912, il coniuge succedette al
padre alla guida del predetto ducato e, nel 919, alla prematura morte
del re Corrado I “di Franconia”, fu eletto re di Germania, nel Sacro
Romano Impero. Il matrimonio di Matilde, benché fosse stato “combinato” e
finalizzato alla convenienza reciproca tra le parti, per grazia di Dio
si rivelò un’unione felice, che condusse principalmente nel palazzo
reale di Wallhausen, in Sassonia. A causa delle frequenti guerre e delle
altre esigenze di governo, il marito era costretto ad allontanarsi
spesso, mentre lei, sola, conduceva una vita praticamente monacale,
dedicandosi alla preghiera e alla generosa carità verso tutti. La sua
condotta era talmente pia che, sia Enrico che i sudditi, attribuivano le
vittorie da lui conseguite proprio alle ferventi orazioni della buona e
mite regina. Dal matrimonio nacquero cinque figli: Ottone I “il
Grande”, che fu duca di Sassonia, re di Germania dal 936, re d'Italia
dal 951 e imperatore del Sacro Romano Impero dal 962; Enrico I detto “il
Litigioso”, duca di Baviera; Bruno I detto “il Grande”, che fu
arcivescovo di Colonia e divenne santo; Gerburga (o Gerberga), che fu
moglie del re Luigi IV dei francesi; e Edvige, moglie di Ugo “il
Grande”, conte di Parigi. Nel 936, rimasta vedova e salito al trono di
Germania il suo primogenito Ottone, Matilde si spogliò immediatamente di
tutti i suoi gioielli e degli abiti sontuosi confacenti al suo
lignaggio, rinunciando ai privilegi del proprio rango. Da quel momento
condusse una vita ancora più austera, alla sequela di Cristo, tra
l’incessante preghiera e le opere di carità. A causa delle ingenti
elemosine che distribuiva ai bisognosi, però, finì per attirarsi le ire
dei figli, che più volte l’avevano redarguita e invitata alla
moderazione. Ottone ed Enrico, che pure erano stati in precedenza in
discordia per la successione al trono, le si rivoltarono contro,
accusandola congiuntamente di sperperare il tesoro della Corona e
chiedendole un rendiconto delle spese sostenute, fino a obbligarla a
restare chiusa in un convento. Lei sopportò con estrema pazienza e
misericordia cristiana questi atti miserevoli compiuti dai suoi figli e,
dopo avere ottenuto dagli stessi il permesso di uscire dal monastero
ove, di fatto, era segregata, previo il lascito a essi di tutta la sua
eredità, si ritirò a Enger, nella residenza di campagna ove era nata.
Appena partita, però, Enrico cadde ammalato e sorsero nuovi problemi
politici. Allora la saggia moglie di Ottone, la regina Edith, convinse
questi a chiedere perdono alla madre e a richiamarla a corte per
partecipare agli affari di stato, data la sua grande esperienza e il
credito che aveva tra la nobiltà e il popolo. Fu così che Matilde tornò
al palazzo reale riprendendo in mano gli affari di stato e, nello stesso
tempo, la sua opera a favore della Chiesa e dei poveri. Infatti, fece
erigere numerosi ospedali e creò i monasteri maschili di Pöhlde e
Quedlinburg (entrambi in Sassonia), oltre alle abbazie femminili di
Enger (Sassonia) e Nordhausen (Turingia). Nel 965, onorata e rispettata
dai suoi familiari e dal popolo, ebbe la gioia di ricevere l'omaggio
della propria parentela durante l'assemblea dinastica di Colonia
(Germania), dove fu festeggiata come simbolo dell'unità familiare. Resse
ancora il regno di Germania nel 962, durante l'assenza di Ottone, sceso
in Italia per ricevere la Corona Imperiale dal pontefice Giovanni XII.
In seguito si ritirò nel monastero di Nordhausen, trasferendosi poco
dopo in quello di Quedlinburg, entrambi da lei stessa fondati. Verso la
fine del 967 una febbre che la disturbava ormai da tempo si aggravò
ulteriormente e lei, presagendo vicina la fine, chiese di essere sepolta
a Quedlinburg, accanto alla tomba del marito. Morì il 14 marzo 968 e fu
sepolta, come richiesto, nello stesso monastero vicino al coniuge. Fu
proclamata santa per acclamazione subito dopo la morte.
Roberto Moggi
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