Oggi
- 3 marzo 2024 - III domenica del tempo di Quaresima, Pasqua
settimanale che ha la precedenza sulle altre celebrazioni, la Chiesa
ricorda, tra i vari santi e beati, Santa Cunegonda, imperatrice,
talvolta indicata con la specificazione “di Lussemburgo”. Chunegunda o
Kunigunde (Cunegonda) - questo il suo nome rispettivamente in latino e
in tedesco - nacque verso il 978 nei territori germanici del Sacro
Romano Impero, precisamente - secondo
le più accreditate tradizioni - nel Lëtzebuerg (Lussemburgo) sito nel
nord-ovest del predetto paese (oggi corrispondente pressapoco
all’omonimo granducato e zone vicinali) o, secondo altre, nel castello
di Krofdorf-Gleiberg, ubicato nell’Hessen, nella zona centrale di dette
terre (oggi nel comune di Wettenberg, nell’Assia, al centro della
Germania). Era figlia di Sigfrido primo conte di Lussemburgo e di Edvige
di Nordgau, discendente in linea diretta dall’imperatore Carlo Magno.
Non si conosce nulla di preciso sulla sua vita prima del matrimonio, sen
non che fosse una nobile cristianamente educata, molto pia e con
precoce attrazione per la vita spirituale. Nel 998, quando aveva circa
vent’anni, sposò Enrico IV duca di Baviera (973-1024), incoronato re di
Germania il 6 giugno 1002, e imperatore del Sacro Romano Impero, col
nome di Enrico II, il 14 febbraio 1014, che verrà anch'egli canonizzato.
L’unione non fu allietata dalla nascita di figli, per via - come narra
la tradizione - del voto di continenza da lei fatto in accordo col
marito. Tuttavia, secondo un’altra versione riferita dal monaco
borgognone Rodolfo “il Glabro” (985-1047), famoso cronista loro
contemporaneo, ciò sarebbe da attribuire semplicemente alla sua
sterilità. Secondo questa seconda ipotesi, re Enrico, dopo averne
costatata l’infecondità, non volle ripudiarla come gli consentiva il
diritto matrimoniale germanico e, per il grande amore che nutriva per
lei, oltre che per la comunanza di fede e ideali che li univa, preferì
rinunciare ad avere degli eredi al trono pur di continuare a vivere
insieme con lei. In entrambi i casi, anche senza figli, la vita
coniugale di Cunegonda e del consorte fu felice e ricca d’amore, fede e
intesa spirituale. In occasione della morte di papa Sergio IV (dal 1009
al 1012), scese a Roma unitamente al marito, col quale diede sostegno
all'elezione del nuovo pontefice Benedetto VIII (dal 1012 al 1024). Poi,
da quest’ultimo, il 14 febbraio 1014, fu incoronata imperatrice del
Sacro Romano Impero contestualmente al coniuge Enrico, proclamato
imperatore. Nel 1007 fece costruire, sempre in perfetta comunione
d’intenti con lo sposo, nella città di Bamberg nel nord della Baviera,
in Germania, una cattedrale dedicata congiuntamente a San Pietro e San
Giorgio e un'abbazia benedettina dedicata a San Michele Arcangelo, poi
consacrate dal Santo Padre Benedetto VIII in persona. In seguito, con la
sua personale dote, fece erigere un secondo monastero dedicato a Santo
Stefano e un terzo nel 1021 a Kaufungen, vicino a Kassel nella Germania
centro-occidentale, per religiose, dedicato alla Santa Croce, per
adempiere un voto fatto durante una grave malattia da cui era guarita.
Cunegonda, donna e sovrana dinamica, intraprendente e sempre attenta a
essere alla sequela di Cristo, partecipò attivamente al governo
dell'impero, sostituendo anche l'imperatore quando questi andò in guerra
contro alcuni vassalli ribelli. Dopo la morte del marito, avvenuta il
13 luglio 1024, per quasi due mesi governò come imperatrice il Sacro
Romano Impero, finché il 4 settembre non s’insediò il nuovo imperatore
Corrado II. Con la vedovanza, ormai libera dai gravami e dalle
responsabilità di governo, Cunegonda riscoprì finalmente la sua antica
vocazione religiosa e si ritirò proprio nel convento della Santa Croce
di Kaufungen, per condurvi vita monastica. Così, nel primo anniversario
della morte dell’amato coniuge, con una solenne cerimonia tenuta nel
predetto monastero, si spogliò degli abiti imperiali per vestire quelli
monacali. Da quel momento, per quindici anni, si dedicò a una vita di
ascesi, digiuni e penitenze, non tralasciando di cimentarsi anche nei
più umili lavori manuali e assistendo le consorelle ammalate. Ammalatasi
anche lei e sentendo sempre più avvicinarsi il momento della propria
morte, venne a sapere che le sue consorelle stavano preparando per lei
dei sontuosi abiti funebri. Lei si oppose assolutamente al loro utilizzo
e chiese di essere seppellita con il suo umile saio monastico di lana
grezza. Spirò serenamente in monastero il 3 marzo del 1033, ma secondo
altri nella stessa data del 1039. Dopo la morte, il suo corpo fu deposto
accanto alle spoglie di dell’imperatore Enrico suo marito (pure futuro
santo) all’interno del duomo di Bamberga (Baviera), dove ancora
riposano. Fu canonizzata il 29 marzo del 1200 da papa Innocenzo III.
Tanti sono i miracoli che si dice siano avvenuti dopo la sua dipartita
terrena per sua intercessione. Durante la Seconda guerra mondiale
avrebbe salvato la città di Bamberga da un terribile bombardamento
alleato, suscitando un'improvvisa nebbia fittissima che avvolse
rapidamente tutta la città, rendendola completamente invisibile.
Roberto Moggi
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