Oggi
- 7 febbraio 2024 - mercoledì della V settimana del tempo ordinario, la
Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Riccardo, re. Di Ricardus
o Richard (Riccardo) - questo il suo nome rispettivamente in latino e
inglese - noto anche con le specificazioni (dopo il sostantivo “re”)
“degli Inglesi”, “d’Inghilterra” o “del Wessex”, si hanno pochissime e
non sempre comprovate notizie. Esse provengono in massima parte dal
documento noto come “Hodoeporicon”
(vocabolo greco traslitterato nel nostro alfabeto che significa
“itinerario” o “viaggio”), redatto attorno al X secolo nel monastero di
Heidenheim, nella città di Eichstatt dell’allora Ducato di Baviera (oggi
in Germania). Si tratta delle memorie dettate, poco prima di morire, da
San Villibaldo (che la Chiesa ricorda il 7 giugno), vescovo di quella
diocesi e figlio proprio del re Riccardo. Basandosi sui pochi dati a
disposizione, pertanto, si ritiene che Riccardo sia nato nel Regno del
Wessex, che si trovava nel sud-ovest della Gran Bretagna (oggi
corrispondente pressappoco alla contea dell’Hampshire in Inghilterra),
verso la fine del VII secolo. Non si sa con certezza quale fosse il nome
della moglie, forse Wunna o Bonna. Assiduo ai sacramenti e alla
preghiera, regnò sempre con attenzione evangelica verso i poveri, i
malati e gli abbandonati. Nel 720, da fervente cristiano, partì per un
pellegrinaggio a Roma con i due figli maschi: il già citato Villibaldo e
Vunibaldo, entrambi futuri santi (il secondo liturgicamente ricordato
il 18 dicembre). Si imbarcarono da un porto fluviale del regno e,
navigando sul fiume Hamble, giunsero alla foce sull’oceano, vicino a
Southampton. Sulla stessa nave, poi, attraversarono il canale della
Manica e risalirono il fiume Senna in Francia, sbarcando infine a Rouen.
Dopo aver visitato numerosi santuari in questo Paese, proseguì con i
figli sulla terraferma fino all’Italia, diretto verso Roma. Purtroppo,
però, non poté realizzare il suo sogno, morendo verso il 722 nel Libero
comune di Lucca, in Toscana, sito sulle vie di transito per la Città
Eterna, percorse dalla quasi totalità dei pellegrini nordici che vi si
dirigevano. Dato il suo alto lignaggio, le autorità della città toscana
lo fecero inumare all’interno della Basilica di San Frediano, dove
ancora oggi riposa. In data imprecisata del X secolo circa, quando morì
anche suo figlio, il vescovo San Villibaldo, il corpo fu trasferito
nella sua diocesi di Eichstatt. Si pensò allora di trasferire in Baviera
i resti di Re Riccardo deposti a Lucca, per tumularli insieme con
quelli del figlio. La popolazione di Lucca però non volle privarsene e
gli abitanti di Eichstatt dovettero, come narrano le cronache,
“accontentarsi di un po' di polvere della sua tomba”. Ciò premesso, va
evidenziato come tuttavia, a detta di alcuni agiografi dei tempi più
recenti, esisterebbe la concreta possibilità che Riccardo non sia stato
effettivamente re, ma solo un nobile d’alto rango del Regno del Wessex,
erroneamente indicato come sovrano in seguito, forse in ragione della
grande ricchezza e alta nobiltà della sua famiglia.
Roberto Moggi
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