Curiamo la nostra indipendenza, rispettando anche quella altrui.
Tutti serviamo e nessuno è indispensabile, un dato di fatto che piace poco a chi ritiene o pretende di esserlo, per l'appagamento che gli fa provare, per riuscire a dare un senso alla sua vita, che altrimenti gli si presenterebbe vuota, come poi lo è in ogni caso.
Ben venga qualsiasi piacevolezza procurata da un contatto umano, specialmente quando si rileva costruttivo, per un gratificante scambio di idee e di nozioni, che contribuiscono ad aumentare la cultura e l'esperienza del vissuto che si imparano da terzi, ma cerchiamo di non farne mai una dipendenza, che ci faccia essere perennemente in balia della ricerca di appagamento fornito dalla presenza e della volontà altrui, evitando inoltre che altri ci considerino nello stesso modo, vuoi per evitare la presunzione di reputarci necessari, quanto il fastidio procurato da chi non riusciamo a liberarci.
Un comportamento difficile, quando si tratta di persone che ci stanno a cuore, che non sempre si riesce a perfezionare, come accennato sopra, ma nel quale ci dobbiamo costantemente impegnare, sperando che sia da esempio anche alle persone care, perché tutto passa e si trasforma nella vita, in un alternarsi di relazioni umane, sia presenti che passate e poche durature, per cui e non ci resta che accettare, con tutta la serenità e il distacco possibili, l'ineluttabile realtà rappresentata dal fatto che se venissimo a mancare, pochi se ne accorgerebbero e a meno ancora ciò dispiacerebbe, proprio come succede a tutti quelli che stanno intorno a noi.
Una realtà che ci risulta più accettabile, se riusciamo ad eliminare qualsiasi dipendenza sia dalle cose, che dalle persone.
rm
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