Ciuccio pe cciuccio, me tengo ’o ciuccio mio

Ciuccio pe cciuccio, me tengo ’o ciuccio mio.
Asino per asino mi tengo il mio. Nei cambiamenti si deve migliorare altrimenti meglio tenersi quello che si ha.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Nel cambiare ciò che è noto per l'ignoto, occorre sia prudenza che discernimento, come ben ci rammenta anche l'adagio:
"Chi cambia la vecchia strada per la nuova, sa quello che lascia e non sa quello che trova" che è accompagnato da quello più pessimista “Chi lascia la vecchia per la nuova, peggio si trova”, che, almeno a volte, sarà anche esagerato, ma che il peggio non è mai morto, a ricordarcelo ne interviene un altro “Chi lascia la via vecchia per la nuova, sette volte ingannato si ritrova.” così da poter dire che, riguardo al pessimismo, non ci siamo fatti mancare niente
Un proverbio che esorta alla prudenza e a non fare il passo più lungo della gamba, perché meno si è capaci di prevedere come saper affrontare il futuro e più aumenteranno le incognite che si presenteranno, tra quelle risolvibili e le fallimentari.
A prescindere da scelte intenzionali, la vita spesso ci presenta novità che non cerchiamo e più facciamo di tutto per sfuggirle, più ci rendiamo incapaci di affrontarle nel modo più adeguato.
Specialmente andando avanti con l'età, si è sempre più attaccati ad abitudini che si sono cementate e che magari sono anche sofferte, ma non si ha il coraggio di cambiarle, per un'istintiva paura dell'ignoto e se anche scrisse Anatole France:
"Se non cambiamo, non cresciamo. Se non cresciamo, non stiamo davvero vivendo."
È facile a dirsi ma molto meno a farsi, come appunto troviamo in ciò che scrisse Fëdor Dostoevskij:
"Fare un nuovo passo, dire una nuova parola, è ciò che la gente teme di più."
Teniamo sempre conto che ogni cambiamento, anche se sofferto, può rappresentare un rinnovamento della vita, che produrrà una più intensa determinazione nel saper affrontare cose nuove e come ci sia un abisso tra ciò che siamo e quello che potremmo diventare, che non ci sarà mai noto, se ci tratterremo dall'osare, in conformità del famoso detto dannunziano "Memento Audere Semper" (Ricordati di osare sempre), che può mostrarsi allettante nella gioventù, ma molto meno dopo.
Se pure come sopra rilevato, il proverbio ci esorta alla prudenza, nell'impegnarci in nuove imprese che ci sono ignote, non perdiamo di vista il desiderio di cambiare abitudini nocive, in un costante rinnovamento della vita, sempre con l'accortezza suggerita e a piccoli passi, come esorta il detto attribuito a un anonimo:
"Cambia tre abitudini all’anno e otterrai risultati fenomenali."
Che se poi, invece di tre, fossero cinque, l'impegno non sarebbe poi tanto difficile.
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