’A pena ’e ll’ommo tristo po’ ttricà, ma nun po’ mmancà.
La punizione dell’uomo malvagio può tardare, ma di sicuro non mancherà.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Per
chi è convinto che esiste il Paradiso e anche l'Inferno, col Purgatorio
per quelli giusto un po' cattivelli, ma non tanto, per i malvagi non
mancherà la punizione, anche se poi, come consolazione, non è che appaia
poi tanto gradevole.
Ha voglia il famoso proverbio, che a Confucio è attribuito, ad invitare a non meditare la vendetta verso il malvagio:
"Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico.“
Che
se poi, dopo un'attesa che ha richiesto anni, per il povero disgraziato
vessato, maltrattato e pur sempre speranzoso, veder passare l'essere
malvagio e fonte delle sue disgrazie, che scoppia di salute, su un
panfilo super accessoriato, con tanto di nubiani che lo sventolano, la
voglia di suicidarsi viene a lui, visto che ha tutto l'agio di potersi
buttare a fiume.
Come ben lasciò scritto Eschilo:
“I malvagi che hanno successo sono insopportabili.”
Ma purtroppo lo sono anche se il successo non ce l'hanno, perché l'insoddisfazione li porta ad essere ancora più malvagi.
Un
fenomeno che ha caratterizzato gran parte della prima metà del secolo
scorso e che mi sembra sia ritornata molto attuale, è ben riportato da
ciò che si legge nel libro: I giorni dell'eternità di
Ken Follet:
“La
nostra generazione dovrà pentirsi non solo per le parole e le azioni
cariche d’odio dei malvagi, ma anche per lo spaventoso silenzio dei
buoni.”
Ci dimostra
Hannah Arendt ne "La banalità del male", come un qualsiasi buon padre di
famiglia, un burocrate, o in generale una persona normale e banale può
ritrovarsi a fare del male, se inserito in un meccanismo
politico–sociale o in un apparato poliziesco che lo spingono ad agire
senza pensare.
Il
nazismo aveva quindi tolto ai tedeschi la capacità di pensare, ovvero di
giudicare le proprie azioni. I campi di concentramento non solo hanno
distrutto fisicamente ma soprattutto hanno spogliato l’identità di
essere uomini, svilendo alla radice la capacità di giudicare i propri
atti.
In conclusione,
quel campione di malvagità di Eichmann, non sarebbe stato altro che un
uomo comune, superficiale e mediocre, incapace di pensare al valore
morale dei propri atti. Dietro questa mediocrità, vi è la banalità del
male, poiché sono individui banalmente comuni a poter compiere il male.
Come Eichmann ce ne potrebbero essere altri milioni: il nazismo infatti
non incarna il male in sé, ma il fatto di aver condotto uomini banali, a
compiere del male atroce. Lo stesso, in una forma leggermente diversa,
potrebbe anche essere applicato agli scienziati che hanno lavorato alla
bomba atomica senza pensare alle sue conseguenze.
Siamo
abituati a pensare che gli esseri malvagi sono campioni di
scelleratezza, perversità, sadismo e di tutte le caratteristiche
peggiori dell'umanità, ma spesso sono rappresentati dalle cosiddette
persone della porta accanto, di una normalità estrema e coinvolti in un
meccanismo perverso, che elimina da loro qualsiasi umanità, senza che ne
siano consapevoli.
Di
contro a quanto il proverbio ci viene ad enunciare, abbiamo voglia che
la punizione ricada sui malvagi, quando spesso a soffrire sono solo i
buoni.
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