231214 - I giorni peggiori sono quelli della vecchiaia

#TCNCH - 231214
I giorni peggiori sono quelli della vecchiaia.
Enuncia il proverbio, con un interrogativo che può sorgere spontaneo, almeno per chi, essendo preparato ad affrontare la terza età come la battaglia più impegnativa della vita, senza aspirare a una vittoria che non ci sarà mai, ma per il puro godimento di combattere, si chiede:
"È possibile trasformare la vecchiaia nel momento più avvincente dell'esistenza, che concorra al perfezionamento della vita?"
La didascalia esplicativa sotto al proverbio evidenzia come, ad una certa età, la mancanza di affetti e di interessi possa rendere l'anzianità ancora più sofferta.
Ma se non si può rimediare alla mancanza degli affetti famigliari, diventa imprescindibile la necessità di avere degli interessi, per dare un senso e uno scopo alla vita quotidiana, e guai a non averne, perché altrimenti la vita non sarebbe più vita, ma semplicemente un vegetare in attesa della morte, con una conseguente e terrorizzante riduzione dell'aspettativa di vita.
In certi monasteri in cui si segue la disciplina Zen, la vecchiaia non è considerata come un tempo di riposo, ma il lavoro è tenuto ancora più in considerazione di quanto lo fosse stato in gioventù ed è possibile osservare nei conventi monaci anziani che lavorano addirittura più dei giovani.
Un esempio che c'insegna il miglior modo di come poter vivere l'anzianità, non vista come il momento di un'agognata quiete, ma come quello più impegnativo della vita, e se con la pensione, il lavoro viene a mancare e se oltre ad esso, non sono stati coltivati altri interessi, non resta che inventarseli, insieme all'attività che possono produrre, affinché l'aspettativa di vita non svanisca in un deludente breve termine.
A qualsiasi età, fosse anche la più tarda, la vita deve continuare a rappresentare un continuo divenire. Guai pensare che quello che c'era da fare, bene o male, è stato fatto e che l'anzianità dà diritto al meritato riposo, dopo una vita di sacrifici e tribolazioni.
Nella società in cui viviamo, purtroppo, ai più non viene insegnato che l'unica cosa importante dell'esistenza terrena, è la preparazione alla sua fine.
Quindi la terza età rappresenta il momento più impegnativo e laborioso della vita, per perfezionare ciò che si è stati, e fermarsi renderebbe vano tutto ciò che si è vissuto.
Sta a noi poi, rendere tale momento, non solo come il più impegnativo della vita, ma anche come il più avvincente e appassionante, per coronare degnamente l'esistenza che il destino ci ha concesso.
La varietà degli esseri umani ci mostra quarantenni che sembrano già anziani e ottantenni pieni d'entusiasmo, mentre gli studi sull'anzianità ci dimostrano che il cinquantenne di qualche tempo fa, potrebbe essere equiparato al settantenne odierno, fenomeni che ci ricordano che si diventa vecchi quando si comincia a pensare e ad affermare d'esserlo.
Ogni essere umano ha tre età, quella anagrafica che costituisce un semplice dato aritmetico, e due più rilevanti, l'età mentale che è quella più importante e che influisce sulla terza, rappresentata dall'età biologica.
L'età mentale deve essere tenuta in esercizio da una continua attività intellettuale, sia che consista nel leggere il più possibile, dilettarsi con le parole crociate e i rebus, nel reimparare a memoria poesie e brani, nel continuare ad apprendere cose nuove, partecipando magari a corsi, a circoli culturali, a università della terza età.
E non solo poi.
Testimonianze che si perdono nella notte dei tempi, di antichi studiosi e sperimentatori della vita umana e del trascendentale, che furono definiti psiconauti, vissuti in ogni parte del globo, dai Rishi indiani ai Toltechi messicani, agli sciamani di qualsiasi altro luogo, ci esortano al perfezionamento che ho accennato, così che il cammino della vita continui in parallelo con un percorso di spiritualità, fatto per mezzo di esercizi di concentrazione, meditazione, di Raja Yoga (Yoga mentale), di respirazione controllata, che rappresenta la porta che fa accedere ad altri poteri, che nemmeno immaginiamo, e quant'altro possa farci cambiare gli abitudinari modi di pensare, in un rinnovamento del modo di vivere, che migliorerà in modo incommensurabile, non solo la nostra vita, ma anche la visuale del mondo che crediamo di vedere.
Se poi si riesce anche ad impegnarsi in un'attività fisica adeguata alle proprie capacità, l'età biologica, già migliorata dalle attività sopra accennate, non potrà che trarne ulteriore beneficio, per ampliare l'aspettativa di vita e rimandare il più possibile il bisogno di un aiuto dall'esterno.
rm
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