Rousseau: "Vi piacciono i gatti?"

Rousseau: "Vi piacciono i gatti?".
Boswell: "No".
Rousseau: "Ne ero sicuro. È un segno del carattere. In questo avete l'istinto umano del dispotismo. Agli uomini non piacciono i gatti perché il gatto è libero e non si adatterà mai a essere schiavo. Non fa nulla su vostro ordine, come fanno altri animali".
Boswell: "Nemmeno una gallina, obbedisce agli ordini".
Rousseau: "Vi obbedirebbe, se sapeste farvi capire da essa. Un gatto vi capisce benissimo, ma non vi obbedisce"
Rousseau accenna al dispotismo che poco va d'accordo con i gatti, ma anche chi, con l'egoismo di chi si aspetta sempre tutto da tutti, non vede con simpatia il gatto.
Come poi chi, qualsiasi animale, lo vede in funzione di una sua utilità, così che se acquista un cane, non lo fa perché ama i cani, ma perché gli serve per la caccia, per la guardia o per cercare i tartufi e in tal caso il gatto gli va bene solo se caccia i topi, altrimenti a che servirebbe?
Per convivere con uno o più gatti (considerando il verbo "avere" troppo limitativo) occorre un rispetto e un'apertura mentale che non tutti possiedono, e non solo verso i gatti, ma verso qualsiasi aspetto della natura in generale.
Chi non ama i gatti o addirittura ne prova repulsione, non sa quello che perde e la presunzione mi fa scappare l'ipotesi che un tirocinio in un centro di salute mentale sarebbe senz'altro salutare per risolvere qualche problema del quale l'avversione ai gatti, o a qualsiasi altro animale poi, non sarebbe che un sintomo.
rm

Commenti