La coltivazione della modestia e dell'umiltà

La coltivazione della modestia e dell'umiltà, ci fa guarire dalla malattia della presunzione.

Una frase che una volta era piuttosto di moda:
LEI NON SA CHI SONO IO!
Che fa tanto venir voglia di rispondere:
Oh, scusi tanto, sa, io sono abituato a frequentare solo persone normali.

La presunzione, un atteggiamento che si manifesta spesso nell'adolescenza, in un momento che quanto che si è appreso dalla vita ci sembra così ampio, come lungo ci appare il breve momento che abbiamo vissuto, e più ci comportiamo con l'illusoria presunzione di chi ci siamo convinti di essere e più il destino aspetta paziente di poterci annientare con le delusioni che ci riserverà senza risparmio.
La presunzione e le cause che la fanno sorgere, un'insicurezza inconscia che spinge ad un continuo bisogno di rivalsa nei confronti degli altri, magari influenzato da un ambiente famigliare o da un contesto ambientale improntati a farci sentire parte di una classe eletta, rispetto alla massa vista come di esseri umani di poco conto.
Quando poi, a prescindere da qualsiasi influenza ambientale, tale atteggiamento sorga spontaneamente in un carattere per la fragilità che lo caratterizza nell'affrontare qualsiasi circostanza.
Quanto certi fenomeni come il razzismo, la xenofobia, l'omofobia, la misantropia, il misoginismo, il campanilismo, etc., sono indotti da quell'insicurezza accennata che inducono certi esseri umani a comportamenti psicotici e aberranti di discriminazione, ostilità, se non addirittura di violenza criminale, verso chi appare diverso per provenienza o modi di pensare, in una qualsiasi forma di comportamento?
Sono molteplici le forme che la presunzione assume, in relazione ad abitudini malsane che inducono ad un degrado mentale che, se non corretto da una sana introspezione, diventa sempre più irreversibile.
Nell'inconscia presunzione che può affliggerci, ci aspettiamo che il prossimo debba assumere un certo comportamento per essere in linea con i costumi e le abitudini che abbiamo, restando delusi se non addirittura scandalizzati quando ciò non avviene.
Ricordiamoci che l'abitudine a giudicare gli altri non fa che aumentare la nostra supponenza, a discapito di una proficua ed obiettiva capacità di osservare qualsiasi evento nella giusta luce.
Se riteniamo di essere stati delusi spesso, cerchiamo di capire quanto ciò non sia dovuto alla nostra prosopopea, per quanto abbiamo preteso dal comportamento degli altri, nei nostri riguardi, o dalla vita che ci aspettavamo.
Spogliamoci da qualsiasi superbia e dall'importanza personale che ci fa indulgere in piagnistei, per le avversità che incontriamo, e che pretende la continua attenzione e considerazione altrui, predisponendoci ad assumere un atteggiamento semplice e modesto, accompagnato dalla dovuta sobrietà, che ci distolga da sbandierarlo ai quattro venti, facendolo diventare una presunzione camuffata da umiltà.
Temo che con il cercare di spiegarla, mi sia comportato con un bel po' di presunzione, accompagnata da una deprimente prolissità.
rm
Fonte del post Bestiario delle emozioni28 maggio 2020 ·
Bestia seconda
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