Il bello che dimora dentro di noi, se non ce ne curiamo, resta nella vana attesa di essere trovato, senza poterci dire che cosa ci perdiamo nell'ignorarlo.
Se ci impegniamo in un cammino sempre diretto verso il miglioramento, chi resta indietro non ci comprende più e spesso non gli piace il cambiamento, che definisce strano, perché diverso da ciò che è abituato a interpretare come normalità. Ma la sua reazione poco c'interessa, non essendo più strani come lui, ma senza criticarlo, ricordando come eravamo a nostra volta, prima di cambiare idee, opinioni e modi di comportamento.
Ma facciamo attenzione, perché può succedere il contrario ed essere noi a non capire l'altro, non riuscendo ad essere obiettivi, nel giudicare il suo modo di vivere e a non renderci conto che a migliorare è stato lui, rifiutando per partito preso qualsiasi condotta che non si adegui alle nostre opinioni.
Una continua ed accorta verifica del nostro modo di pensare, ci aiuta meglio a capire come tante certezze derivate dalle cognizioni apprese nella vita, possano risolversi in falsi stereotipi e pregiudizi, se invece di ritenere come verità assoluta ciò che sappiamo, lo prendiamo sempre con beneficio d'inventario, cercando ogni volta che ci è possibile di sottoporlo a un continuo approfondimento, ricordando sempre che le certezze inoppugnabili sono proprie agli stupidi, rispetto al dubbio coltivato dagli intelligenti, con la consapevolezza che se si ritiene una verità inoppugnabile quanto è scritto qui, si rischia di fare compagnia ai primi, se mi si accetta e/o mi si scusa il paradosso.
rm
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