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OTTOBRE 2023 - SANTI SIMONE E GIUDA
Oggi - 28 ottobre 2023 -
sabato della XXIX settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la
festa dei Santi Simone e Giuda, apostoli. Symeon o Simon, dall’ebraico
Shim'on (Simone) e Ioudas o Judah, dall’aramaico Yehudah (Giuda), questi
i loro nomi rispettivamente in greco antico e in latino, sono due dei
dodici apostoli di Gesù. La Chiesa li festeggia congiuntamente
perché entrambi furono testimoni della risurrezione del Signore,
predicarono il vangelo in Egitto e Mesopotamia, e subirono insieme il
martirio in Persia. Le fonti storiche non permettono di conoscere con
chiarezza i dettagli della loro vita. Sappiamo tuttavia che nacquero in
Palestina durante la dominazione romana, in un anno imprecisato, ma
verosimilmente non molto antecedente o seguente la nascita del Messia.
Secondo alcuni studiosi, i due sarebbero stati fratelli di sangue.
Simone è detto “lo Zelota” o “il Cananeo”, per distinguerlo sia
dall’apostolo Pietro, il cui vero nome era lo stesso e che fu chiamato
Pietro da Gesù (Mt 10, 2-4); sia da Simone o Simeone cugino di Gesù,
detto “di Cleofa”, secondo vescovo di Gerusalemme tra il 61-62 e il 107,
col quale viene anche identificato da diversi studiosi, ma non con
sicurezza. Giuda è detto “Taddeo”, per non confonderlo con Giuda
Iscariota traditore di Gesù. È identificato, da molti esegeti, come
Giuda "fratello" (cioè cugino, come si usava allora dire) di Gesù.
Sarebbe stato dunque parente del Signore, al quale fu caro, in ogni
caso, non tanto per i supposti vincoli del sangue, quanto piuttosto per
il “disprezzo del mondo” e per l'ardore del suo impegno. Simone, dopo la
chiamata all’apostolato, fu zelantissimo per la gloria del Maestro,
mostrando una santa indignazione contro quelli che disonoravano con la
loro condotta la fede che professavano. I vangeli parlano poco di questo
apostolo, tutto quello che ci riferiscono è che il Divino Maestro lo
ammise nella ristretta cerchia dei dodici. Egli ricevette insieme agli
altri lo Spirito Santo nel giorno della Pentecoste e fu sempre
fedelissimo alla sua vocazione. Predicò la divina parola ai popoli
dell'Egitto, della Mauritania e della Persia, ove subì il martirio
unitamente a Giuda, suggellando col sangue la sua fedeltà a Cristo.
Giuda, dopo la discesa dello Spirito Santo, predicò nella Samaria
(regione montuosa tra la Giudea e la Galilea), nella Siria, in India e
soprattutto nella Mesopotamia (regione corrispondente orientativamente
all’odierno Iraq), ove fondò una comunità di cristiani nella città di
Babilonia. Passato successivamente in Persia, operò gran bene con la sua
parola ispirata. Tra le conversioni qui operate va ricordata quella di
tutta la famiglia reale e di molti dignitari della corte, prima molto
maldisposta, che ricevettero il battesimo dalle sue mani. In Persia subì
il martirio insieme a Simone, confermando col sangue i suoi
insegnamenti. Ci ha lasciato una bellissima lettera indirizzata a tutte
le chiese dell'Oriente e in particolare ai Giudei convertiti che furono
l'oggetto principale delle sue fatiche. In essa si rivela il suo grande
zelo per tener lontano dalla Chiesa ogni errore. La tradizione tramanda
che Simone “lo Zelota” e Giuda “Taddeo” si sarebbero incontrati proprio
in Persia, evangelizzando congiuntamente quel Regno. Nonostante la
continua ostilità nei loro confronti dei dignitari di corte, la
predicazione dei due apostoli ottenne risultati eccezionali, tanto è
vero che nel giro di quindici mesi essi avrebbero battezzarono a
Babilonia diverse decine di migliaia di uomini, percorrendo in tredici
anni tutte le dodici province dell'Impero Persiano. Giunti nella città
di Suanir, ai due apostoli fu ordinato di sacrificare nel tempio pagano
del sole, ma i due risposero che il sole non era altro che un’opera del
Dio che essi annunziavano. Sul posto, avrebbero scacciarono dagli idoli
pagani ivi esistenti i demoni che vi soggiornavano e, fra urla e orrende
bestemmie, ne sarebbero venuti fuori due “figure nere e terrificanti”.
Era il 28 settembre forse dell’anno 70, quando i sacerdoti e il popolo
opportunamente aizzato loro contro si precipitarono su di essi, che
furono lapidati e attinti con innumerevoli colpi di armi bianche,
morendo martiri per il Signore. Si ritiene che i loro corpi siano stati
successivamente trasportati in Palestina e poi a Roma. Oggi gran parte
delle loro reliquie si troverebbe proprio nell’Urbe, nella Basilica di
San Pietro in Vaticano.
Roberto Moggi
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