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OTTOBRE 2023 - SANT’EVARISTO, PAPA
Oggi - 27 ottobre 2023 -
venerdì della XXIX settimana del tempo ordinario, la Chiesa ricorda, tra
i vari altri santi e beati, Sant’Evaristo, papa. Di Evaristus
(Evaristo), questo il suo nome in latino, si hanno poche e non sempre
attendibili notizie, provenienti per lo più dal “Liber pontificalis”
(“Libro dei papi”), testo del primo medioevo contenente le vite dei
pontefici romani, raccolte in ordine cronologico. Secondo tale opera,
Evaristo sarebbe nato a Betlemme di Giudea, il villaggio nativo di Gesù,
in quella che era la Palestina romana (oggi città sotto giurisdizione
della “Autorità Palestinese”), in data imprecisata del I secolo, in una
famiglia ebraica di cultura ellenistica. Secondo una tradizione
leggermente divergente, invece, sarebbe nato in Grecia, sempre nel I
secolo, da un ebreo betlemmita di nome Giuda. La sua conversione al
cristianesimo, in entrambi i casi, avrebbe avuto origine a seguito del
suo trasferimento a Roma, compiuto in giovane età. Nell’Urbe, sarebbe
divenuto una figura molto influente nella comunità cristiana, godendo di
straordinaria fiducia anche da parte del papa Clemente I (dall’88 al
97), futuro santo. Quest'ultimo, verosimilmente durante una delle
persecuzioni anticristiane attuate sotto gli imperatori Domiziano
(dall’81 al 96) o Nerva (dal 96 al 98), fu condannato all'esilio e
costretto a lasciare Roma. Prima di partire, tuttavia, in data
imprecisata del 97 circa, incaricò proprio il fedele Evaristo di
“sostituirlo” durante la sua precaria assenza, per non lasciare la
Chiesa senza Pastore, divenendo in questo modo il primo papa della
storia ad aver abbandonato il suo incarico, sebbene per cause di forza
maggiore (anche se le fonti agiografiche sono confuse). Evaristo divenne
così il quinto successore di San Pietro. Le fonti disponibili
confermano questo modo di successione sul Soglio Pontificio,
specificando che Papa Clemente I “trasmise il sacro ministero” a
Evaristo. Nessuna “delega”, dunque, ma una “investitura piena”. Il
pontificato di Evaristo proseguì anche dopo la morte del predecessore,
avvenuta verso il 101 a Cherson, nella lontana Penisola di Crimea sul
mar Nero (oggi Sebastopoli, nella Crimea ucraina occupata dalla Russia),
luogo del suo esilio. Riguardo agli atti da lui compiuti durante il suo
Ministero, il “Liber pontificalis” afferma - anche se gli studiosi
giudicarono queste notizie tutt’altro che sicure - che Evaristo avrebbe
nominato diversi diaconi per aiutarlo nella celebrazione dei rituali
liturgici. Avrebbe anche fatto predisporre sette diaconie nell’Urbe, ove
si sarebbero poi dovute costruite delle chiese per commemorare il
martirio dei cristiani morti in quei luoghi per la fede. Avrebbe redatto
due epistole e affidato ad alcuni preti il compito di trascrivere
talune sue prediche (che a oggi non sono note). Avrebbe consacrato
diciassette preti, quindici vescovi e, infine, avrebbe distribuito i
sacerdoti romani nei venticinque “titoli” o chiese parrocchiali della
città, disponendo che sette diaconi assistessero il pontefice nella
predicazione, ove fosse stato necessario. Infine, sappiamo che Evaristo
morì martire a Roma sotto la persecuzione dell'Imperatore Traiano (dal
98 al 117), un 27 ottobre, dal 105 al 108 circa. I dati sono poco chiari
anche per quanto riguarda il luogo della sua sepoltura che, secondo
alcune fonti, si troverebbe presso la stessa tomba dell’Apostolo Pietro a
Roma, mentre altre lo vorrebbero sepolto a Napoli.
Roberto Moggi
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