23 OTTOBRE 2023 - SAN GIOVANNI DA CAPESTRANO
Oggi - 23 ottobre 2023 - lunedì della XXIX settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la memoria facoltativa di San Giovanni da Capestrano, sacerdote. Giovanni, questo il suo nome di battesimo, nacque il 24 giugno 1386 a Capestrano, piccolo centro capoluogo dell’omonima contea del Regno di Napoli, ubicato nel centro circa della Penisola Italiana (oggi in provincia dell’Aquila, regione Abruzzo). La madre apparteneva alla piccola nobiltà locale, mentre il padre, Giovanni “senior”, era un barone di origine germanica al servizio del re di Napoli, chiamato “Giantedesco” per via delle origini. Quest’ultimo era periodicamente trasferito per servizio, destinato a governare varie città e contee dell’Abruzzo, per cui Giovanni “iunior” trascorse i suoi primi anni di vita spostandosi periodicamente con la famiglia all’interno di quella regione. Verso il 1393 - mentre l’Abruzzo, come il resto del regno, risentiva della precarietà politica e dei conflitti di potere endemici - si registrò la morte violenta del padre, assassinato insieme ad altri familiari, da un gruppo rivale, sconvolgendo Giovanni ancora bambino. Attorno al 1405 si trasferì a Perugia, comune indipendente retto da una Signorìa (oggi capoluogo dell’omonima provincia e della regione Umbria), per frequentarvi la prestigiosa università, dove si laureò, probabilmente nel 1412, in “Utroque iure” (“Nell'uno e nell'altro diritto”, espressione utilizzata, nelle prime università europee, per indicare la laurea contemporanea in diritto civile e canonico). Nel corso degli anni diventò un giurista molto apprezzato, tant’è che il re di Napoli gli affidò di volta in volta il governo di diverse città del suo regno. In seguito, essendo altissima la sua fama, fu eletto Governatore di Perugia, proprio in un periodo particolarmente difficile per la città, preda di violente lotte intestine. Tuttavia, mentre si sforzava di apportare la pace tra le fazioni, la città fu conquistata delle milizie della nobile famiglia Malatesta, che lo fece imprigionare. Il periodo trascorso da carcerato, comunque, gli fu molto utile spiritualmente, dando il via a un processo di profonda conversione, in seguito al quale prese la decisione di consacrarsi al Signore. Una volta rimesso in libertà, infatti, dopo aver ottenuto il riconoscimento ecclesiastico della nullità di un suo precedente matrimonio, pronunciò i voti nel convento dei Frati Minori Francescani di Assisi, nei pressi di Perugia, ove fu discepolo del confratello Bernardino da Siena (1380-1444), futuro santo, dal quale mutuò l’amore profondissimo per Gesù e Maria, che poi propagò grandemente. Alcuni agiografi, nondimeno, sostengono la possibilità che egli abbia pronunciato i voti nel convento francescano esistente nella stessa Perugia. In ogni caso, dopo essere stato ordinato sacerdote - ricusata per umiltà la nomina a vescovo dell’Aquila che gli era stato offerta - mise in atto un’intensa opera di evangelizzazione diretta maggiormente verso la parte orientale dell’Europa, in particolare negli attuali territori della Transilvania (oggi in Romania) e dell’Ungheria, dove ebbe modo di farsi apprezzare per carità, predicazione e spirito evangelico, non solo dai locali regnanti e governanti, ma anche e soprattutto dalla povera gente. In seguito fu mandato dal papa Martino V, come nunzio apostolico (in pratica un ambasciatore), nei territori imperiali della Germania, dove pure si adoperò per convertire gli eretici e pacificare i prìncipi locali in lotta tra loro. In sei anni di attività in quelle regioni - confermata da Dio anche per mezzo di miracoli - con l'esempio e la parola convertì innumerevoli eretici ed ebrei. Percorse anche quasi tutta l'Italia, predicando, conducendo tante anime a Dio e lottando per la riforma dei costumi, con l'esempio e con gli scritti. Poi, dallo stesso pontefice, fu nominato Inquisitore Generale d’Italia e si dedicò particolarmente al contrasto della setta eretica detta “dei Fraticelli”, gruppo religioso, sparso specialmente in Italia fra il 1317 e il 1466, composto dai frati francescani che nel XIV secolo si erano ribellati all'autorità dei loro superiori e della gerarchia ecclesiastica. Nella Penisola la sua opera fu sempre molto intensa, in particolare a favore della pace tra alcune città perennemente in lotta tra loro, tanto è vero che, nel mese di febbraio 1427, grazie alla sua opera d’intercessione, si arrivò alla pace tra le città di Ortona e di Lanciano, entrambe presso Chieti, nell’Abruzzo appartenente al Regno di Napoli (oggi tutte e due in provincia di Chieti, regione Abruzzo). Il 6 luglio 1439, nel Concilio di Firenze, ricondusse alla Chiesa Romana gli armeni. Nel 1456, papa Callisto III, richiese il suo carismatico intervento contro l’occupazione dei territori della Penisola Balcanica da parte dell’Impero Ottomano, islamico, contro il quale era stata indetta una Crociata. Per quest’ultima, si adoperò fino allo stremo affinché fossero reclutati su base volontaria cavalieri e soldati, pronti anche a sacrificare la propria vita per la santa causa, riuscendo a fare arruolare diverse migliaia di volontari. Egli stesso si pose a capo dell’armata che, nello stesso anno, nell’ambito di un’importante battaglia che avrebbe deciso le sorti della stessa cristianità, condusse un attacco per liberare la città di Belgrado (capitale dell’attuale Serbia), riportando una mirabile vittoria contro i 150.000 occupanti turchi e salvando l’Europa cristiana. Giovanni, frattanto, aveva ormai compiuto la sua giornata terrena e, stanco, colto da grave malattia e prossimo alla morte, si ritirò in un convento francescano della zona, a Ilok, piccolo centro sul Danubio che ora si trova nel territorio croato. Qui fu visitato da molti Prìncipi e Signori, tutti da lui esortati a conservare la giustizia e a difendere la religione, rendendo la sua anima a Dio il 23 ottobre 1456. Il suo corpo fu probabilmente inizialmente inumato in loco, ma di esso si persero completamente le tracce. Nel 1690, papa Alessandro VIII lo annoverò tra i Santi.
Roberto Moggi
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