Vinci senza vantarti, perdi senza scuse.
Un monito che resta sempre attuale, ci ricorda di restare umili nella vittoria e sereni nella sconfitta.
Se abbiamo trascorso la giovinezza sempre spronati a una continua competizione in famiglia, nella scuola e nel lavoro, è molto possibile che siamo stati condizionati a vedere la vita divisa tra successi e fallimenti, disdegnando quel giusto mezzo tra i due estremi, definito dagli antichi come aurea mediocritas.
La società dei consumi, invece di incoraggiarci verso una proficua e umana cooperazione, che permetta una migliore qualità di vita, ci spinge a una continua competizione e al conseguimento di beni che ci forniscano un'illusione di agiatezza, facendoci sottoporre a un continuo stress e a un'insoddisfazione di fondo, che inizia a cessare solo se cominciamo a renderci conto che l'unica ricchezza a cui vale la pena di aspirare e di coltivare è quella del nostro equilibrio e della nostra pace interiore.
Ricordiamo che i beni che siamo riusciti ad ottenere, con tutto il sacrificio che hanno richiesto, non sono che un prestito e un possesso temporaneo, che cesserà al venir meno della nostra vita, di contro all'immortalità del nostro spirito, reso più libero dal gravame delle spoglie umane.
Via via che tale consapevolezza si farà strada in noi, la maggior vittoria che potremo conseguire, sarà quella di diventare la migliore versione di noi stessi, restando sereni di fronte a qualsiasi insuccesso che possa esserci riservato dalla vita, che non è che un intermezzo tra chi fummo prima e chi saremo dopo.
Commenti
Posta un commento
Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.