Guardiamoci dall'invidiare
chi riteniamo che abbia avuto un destino più favorevole, perché è
possibile che sopporti una croce che nemmeno immaginiamo.
Il
cielo non ha preferenze, al contrario di come siamo indotti a pensare, e
potremmo pentirci, provando un senso di vergogna, dell'astio che
abbiamo avuto verso chi riteniamo che sia stato più fortunato di noi,
del quale vediamo solo la facciata e non le sue tragedie.
Invidia e cattiveria vanno a braccetto
e l'invidioso vive in un inferno, osservando con livore e astio i
risultati altrui, senza far caso all'impegno e ai sacrifici che possono
essere costati, definendoli, se ci si sofferma, pura fortuna o manovre
disoneste, perché proietta su gli altri il suo malanimo.
Chi
sa gioire sinceramente del successo altrui. è privilegiato da una
ricchezza morale che, anche se non tutti riescono a comprendere, vive
una vita più degna d'essere vissuta.
Come
siamo pieni di riguardo e gratitudine verso chi apprezza e gioisce per i
nostri risultati, godere del successo che qualcun altro ha conseguito
diventa una gioia compartecipe, perché chi desidera il successo e il
bene altrui, scopre che la felicità degli altri è la fonte più generosa
per la propria felicità. La sua esistenza, libera dall'egoismo, dalla
viltà e dall'avidità, diventa intrepida, audace, capace di qualsiasi
impresa, Il suo animo si infiamma, si riempie di zelo e dimentica le
preoccupazioni personali che sono alla base delle penose ansie di paura,
gelosia e invidia.
Fortunate
le persone capaci di tale stato d'animo perché, rispetto a tante altre,
è come se vivessero in un loro paradiso, dove non esistono negatività.
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