Di palo in rima e dalla rima in frasca

Di palo in rima e dalla rima in frasca.
Ritornare indietro nei ricordi,
di palo in rima
e dalla rima in frasca,
per scambi di parole
negli incontri,
che ci hanno indotto
a versi scompagnati
e accomunati
da rime mal cucite,
in un discorso
sorto lì per lì,
tra esseri che
spaziano in un social,
parole improvvisate,
pur sempre meglio
del solito
buon-giorno-come-sta
e a te, che mi confidi
la tua incapacità di verseggiare,
eludo ciò che affermi ribadendo
che anche se poetessa
non ti senti
e io ancor meno,
chi non ci consente
di non sentirci appieno,
non nello scrivere,
ma poeti nella mente?
Se pur tra il dire
e il fare,
il detto dice
che c'è di mezzo il mare,
a dividere poesia e prosaicità,
facciamoci influenzare
da chi del verso ha la capacità.
E qui ci sono
che ci regalan versi
che noi godiamo
anche se pur
nello scrivere diversi
Il tuo saluto
che mi dai di cuore
già di per sé è poesia
detto a tuo onore
e anche per te
un lieto giorno sia.
Poi passo col piattino
sperando in un riscontro
fatto di sola simpatia.
Se ci neghiamo
per partito preso
qualsiasi sagacia
di un estro poco atteso,
senza immaginar
di saper scrivere poesie,
come esprimiamo
qualsiasi altro pensiero
e ci neghiamo
quella felicità
di poterci porre
come siamo
in tutta semplicità,
con quello che sentiamo
nell'intimo di noi.
Ho scritto una poesia?
No, solo parole in fila
che sento di dire a te
fossero una oppure cinquemila,
che ci sia o no anche la rima
poco è importante
purché torni l'autostima.
Per oggi basta perché
sono esaurito,
mica sto a cottimo,
sperando che l'augurio
sia esaudito.

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