24 AGOSTO 2023 - SAN BARTOLOMEO APOSTOLO
Oggi - 24 agosto 2023 - giovedì della XX settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la festa di San Bartolomeo, apostolo. Di Bartholomaios o Bartholomeus (Bartolomeo), questo il suo nome rispettivamente in greco (nella sua traslitterazione nel nostro alfabeto) e latino, si conosce poco. Tutto quello che sappiamo di lui, proviene dagli Atti degli Apostoli dell’evangelista Luca, dove è elencato nel gruppo dei Dodici dopo la Risurrezione di Cristo, dai vangeli sinottici, cioè i tre rispettivamente scritti dagli evangelisti Matteo, Marco e Luca, oltre che nel vangelo secondo Giovanni, che lo indica come amico dell’apostolo Filippo, il quale gli parlò entusiasticamente di Gesù come del tanto atteso Messia (Gv 1, 45-50). Con ciò terminano i dati documentati. I primi tre vangeli lo chiamano Bartolomeo, patronimico che deriva probabilmente dalle parole aramaiche "Bar" (figlio) e "Talmai" (valoroso), quindi “Bartalmai” (Figlio del valoroso). In quello di Giovanni, invece, è indicato come Natanaele (Gv 1, 45; 21, 2), appellativo di probabile origine ebraica, col significato di “Dono di Dio”. Questo, naturalmente, se si accetta l'identificazione in una sola persona di questi due personaggi, cosa di cui alcuni studiosi dubitano. In base ai pochi dati in nostro possesso, si può ritenere che Bartolomeo sia nato nel I secolo a Cana di Galilea, nell’omonima provincia della Palestina romana, da una famiglia ebrea che, probabilmente, gli impose il nome giudaico di Natanaele. Era pescatore come i suoi familiari e viveva a Betsaida, cittadina della Gaulanitide a nord e sulle rive del Lago di Tiberiade (o di Galilea, detto anche “Mar di Galilea”). La tradizione racconta della sua opera missionaria itinerante in varie regioni del Medio Oriente. Secondo alcuni agiografi, si spinse a predicare anche in Armenia e Mesopotamia, giungendo fino in India. Divenne famoso per la sua facoltà di guarire i malati e gli ossessi. Sarebbe morto martire sulla costa occidentale della Penisola Indiana, scuoiato vivo dagli indigeni pagani. Secondo ulteriori fonti, fu invece ucciso dal re dei Medi nella regione della Siria, mentre, a parere di altre tradizioni, Bartolomeo sarebbe stato condannato alla cosiddetta “morte Persiana”: scorticato vivo e poi crocefisso dai pagani. Morì probabilmente verso la seconda metà del I secolo in Siria, ma secondo altre fonti ad Albanopolis in Armenia (nell’attuale Turchia asiatica). Tramite l’evangelista Giovanni, conosciamo la storia della sua adesione a Gesù, che non fu immediata come altre, a causa di suoi preconcetti, diffidenze e pregiudizi. Di Gesù gli parlò con entusiasmo Filippo, suo compaesano di Betsaida, dicendogli: “… Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth …” (Gv 1, 45). Bastò il nome “Nazareth” a rovinare tutto. La risposta di Bartolomeo arrivò, infatti, inzuppata in un radicale pessimismo: “… Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono? …” (Gv 1, 46). L’uomo della Betsaida imprenditoriale, col suo “Mare di Galilea” e le aziende della pesca, davvero non sperava nulla da quel paese di montanari rissosi. Tuttavia, Filippo replicò ai suoi pregiudizi, col breve invito a conoscere prima di sentenziare: “… Vieni e vedi …” (Gv 1, 46) ed ecco che Bartolomeo si lasciò convincere e s’incontrò con Gesù, da cui si sentì dire: “… Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità …” (Gv 1, 47). Spiazzato da questa inaspettata fiducia nei suoi confronti, lui seppe soltanto chiedere al Messia come facesse a conoscerlo, ricevendone una altrettanto inattesa risposta: “… Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico …” (Gv 1, 48), che produsse una sua debordante manifestazione di fede: “… Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele! …” (Gv 1, 49). Bartolomeo, uomo diffidente, era in realtà pronto all’adesione più entusiastica, tanto che Gesù subito cominciò un po’ a orientarlo: “… Perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico credi? Vedrai cose maggiori di questa …” (Gv 1, 50). Troviamo poi Bartolomeo scelto da Gesù con altri undici discepoli per farne i suoi inviati, gli apostoli, così come riferisce Luca: “… Quando fu giorno, Chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali impose il nome di apostoli …” (Lc 6, 13-16), Poi, dopo l’Ascensione al Cielo del Signore, gli Atti degli Apostoli lo indicano a Gerusalemme con gli altri: “… perseveranti e concordi nella preghiera …” (At 1, 14) e infine, su Bartolomeo, dopo questa citazione, cala il silenzio dei testi canonici. Una tradizione armena afferma che il corpo dell'apostolo fu sepolto ad Albanopolis, in Armenia, città in cui avrebbe subito il martirio con il tremendo metodo dell’essere scuoiato vivo, per ordine del re Astiage che non riuscì a convincerlo a rinnegare la fede cristiana (“Legenda aurea” - Cfr. Vitale Brovarone 1992, pagg. 209-212). Nel 507, l'Imperatore bizantino Anastasio I (dal 491 al 518) lo avrebbe fatto trasferire a Daras, nella Mesopotamia, dove costruì in suo onore una splendida chiesa. Nel 580 una parte dei resti mortali fu probabilmente trasferita a Lipari, isola italiana appartenente all'arcipelago delle isole Eolie, in Sicilia. Per preservarle dalle frequenti scorrerie dei pirati saraceni, le sue reliquie, nell’838, furono trasferite a Benevento (Campania), finché, prima dell'anno 1000, per intervento dell'Imperatore del Sacro Romano Impero Ottone III (dal 996 al 1002), giunsero a Roma e furono collocate nella Basilica di San Bartolomeo all'Isola, edificata sull'Isola Tiberina. La calotta cranica del martire si trova, dal 1238, nel duomo a lui dedicato in Francoforte (Germania). La festa di San Bartolomeo è stata accolta nel calendario romano nel 1568 ed è collocata al 24 agosto.
Roberto Moggi
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