23 Agosto 2023 - Santa Rosa da Lima

23 AGOSTO 2023 - SANTA ROSA DA LIMA
Oggi - 23 agosto 2023 - mercoledì della XX settimana del tempo ordinario, la Chiesa celebra la memoria facoltativa di Santa Rosa da Lima, vergine. Isabel (Isabella), questo il suo nome di battesimo nella materna lingua spagnola, nacque il 20 aprile 1586 a Lima, allora capoluogo del Vicereame del Perù, situato all’incirca nella parte centro-occidentale dell'America del Sud, appartenente all’Impero di Spagna (oggi capitale del Perù). La città, detta “Ciudad de los reyes” (Città dei re), era celebre per le sue enormi ricchezze, sottratte allo sconfitto re Incas Atahualpa e al suo popolo, da parte dei cosiddetti “Conquistadores” (in italiano “Conquistatori”, nome con cui erano comunemente indicati gli avventurieri spagnoli che, dopo la scoperta dell'America, conquistarono le terre del Nuovo Mondo per conto della Spagna). Isabella, era la decimogenita dei tredici figli di una nobile famiglia iberica, formata dalla madre donna Maria de Oliva e da don Gaspare Flores, Gentiluomo preminente di una formazione militare detta “Compagnia degli archibugi”, emigrato dalla Spagna prima in Portorico (isola dell’America centrale) e poi a Lima. I genitori le imposero il nome di Isabella, ma la sua balia indigena, Mariana, la chiamò da subito Rosa, secondo l’usanza india di dare alle femmine il nome di un fiore per evidenziarne la bellezza. Fin da piccola manifestò i segni di una forte spiritualità cristiana. Nel 1591, ad appena cinque anni d’età, decise di digiunare a giorni alterni. A sei anni già si sottoponeva a penitenze per mortificare la vanità, come quando nascose degli aghi in una coroncina da mettere tra i capelli, che la sua mamma le aveva preparato per un giorno di festa. Anche la scoperta dell’ascetismo fu per Rosa incredibilmente precoce e - raccontano le tante agiografie sul suo conto - fin da bambina, contemplava l’immagine di Gesù “Ecce Homo”, fino a maturare una fede mistica di forte stampo, fatta di sacrifici fisici, eroismo e fervore. Più tardi, al momento della cresima ricevuta dall'allora Arcivescovo di Lima Turibio de Mogrovejo (1538-1606), che sarebbe anche lui diventato santo, le fu formalmente confermato l’appellativo di Rosa, al quale fu aggiunta la specificazione “di Santa Maria”, secondo la consuetudine dell’epoca, per esprimere il tenerissimo amore che, fin da piccola, Rosa manifestava per la Santa Vergine, soprattutto sotto il titolo di Regina del Rosario. L’amore sincero ricevuto dalla nutrice, con la quale crebbe e alla quale rimase sempre affettivamente legata come a una vera madre, è sicuramente una delle ragioni che la portarono a volere bene e a prendersi cura con grande slancio degli indios, in un periodo storico in cui essi erano completamente sottomessi e schiavizzati dai bianchi. Si chiedeva perché i suoi connazionali conquistatori spagnoli, cristiani e pertanto chiamati dal Vangelo all’amore e alla compassione per il prossimo, portassero invece nel “Nuovo Mondo” tanta sopraffazione e violenza verso le popolazioni locali. Intanto, come voleva la famiglia, si appassionava allo studio, imparava l’arte del ricamo e curava amorevolmente i fiori nel giardino di casa (per questa sua predilezione diverrà la patrona dei giardinieri). Tutte queste incombenze, comunque, non le impedivano di trovare tempo, energie, cibo e denari per assistere poveri e malati, anche quelli colpiti dalle malattie più ripugnanti. A un certo punto, tuttavia, la sua famiglia dovette rinunciare all’agiatezza sino allora sperimentata, a causa di una serie di dissesti economici. Rosa, ormai giovinetta, non si disperò né si tirò indietro e aiutò l’ormai povero bilancio di casa girando nelle abitazioni dei nobili di Lima, per vendere i suoi ricami e i suoi fiori. Così, dopo aver dolorosamente conosciuto sulla propria pelle la povertà piombata nella sua famiglia, scoprì, nel suo alacre girovagare per i vari quartieri cittadini, una povertà ben maggiore e molto più umiliante, quella degli indios ridotti in pratica in schiavitù, avviliti dalle privazioni e circondati di disprezzo. Fu in questo periodo che lesse alcuni testi su Santa Caterina da Siena (1347-1380), rimanendo letteralmente affascinata dalla sua spiritualità, tanto che la santa italiana diventò per lei - con sue parole - “madre e sorella”. La conoscenza della spiritualità di Santa Caterina, modello di misticismo contemplativo e di servizio ai fratelli, fu per Rosa fonte di un’accesa vocazione alla vita religiosa. Così, a vent’anni, il 10 agosto 1606, vestì l’abito di Terziaria Domenicana proprio come Santa Caterina, costretta ad accontentarsi di questo a causa della mancanza a Lima di un convento del Secondo Ordine Domenicano. Con la vestizione religiosa, volle chiamarsi nella Chiesa con il nome già confermato a suo tempo di “Rosa di Santa Maria”, ritirandosi in una casupola isolata fatta costruire in fondo al giardino di casa, che diventerà la sua cella monastica nell’assenza di un convento in città. I “Terziari” (dal latino “Tertiarius”, “relativi al terzo”), infatti, cioè le persone che vivono secondo la “terza regola” dei vari ordini religiosi, possono stare sia in convento sia nel mondo. Tantissime furono le manifestazioni mistiche che la riguardarono. Godette prestissimo di estasi, che avvenivano ogni giorno dal giovedì al sabato, durante le quali gioiva di soffrire tutti i tormenti della Passione di Cristo, giungendo al più alto grado di unione mistica. La Madonna, da parte sua, non mancò mai durante la sua vita di comunicarle il dono della “Infanzia spirituale”, fino a farle condividere la gioia e l'onore di stringere spesso tra le braccia il Bambino Gesù. Nel frattempo, dopo avere rifiutato un matrimonio molto conveniente, costituì in “Eremitaggio” la piccola casupola fatta erigere nel fondo del giardino della casa paterna, entrando sempre più nell’intimità della sua amata Santa Caterina da Siena, della quale emulò le esperienze, tra cui il “Matrimonio mistico”, dedicandosi a severe penitenze, che andavano a sommarsi alle tante avversità, incomprensioni e malattie d’ogni genere che dovette affrontare. Una scelta religiosa tanto radicale scandalizzò i benpensanti di Lima, molti dei quali la consideravano "fuori di testa", mentre intanto alcuni, sia uomini sia donne, cominciarono a visitarla nel suo rifugio, rimanendo colpiti dalla sua spiritualità, inconsueta per una ragazza così giovane. Negli anni, la fama del suo ascetismo si diffuse in tutta la città e nei dintorni, molti cominciarono a parlare delle sue estasi, durante le quali Rosa era in unione mistica con Cristo. Alla vita di preghiera e penitenza che conduceva nel nascondimento del suo minuscolo eremo, Rosa di Santa Maria univa la sollecitudine per gli altri. Diventò l’infermiera della nonna malata a letto, continuò i suoi lavori manuali di cucito e ricamo da vendere per soccorrere i più miseri e cominciò ad accogliere nella casa paterna alcuni bambini e anziani abbandonati, quasi tutti di origine india. Purtroppo, però, il suo fisico cominciò a cedere, macerato dalle mortificazioni, dai digiuni e dalle veglie, che la facevano dormire solo tre ore a notte, mentre il giorno era impegnata nella cura dei bisognosi. Nel 1614, la madre, preoccupata per le sue condizioni ormai quasi allo stremo, la convinse a lasciare la casupola in fondo al giardino e a trasferirsi nella casa di una coppia di nobili amici di famiglia, Donna Maria de Ezategui e Don Gonzalo de la Maza, funzionario nel Governo del Viceré. Qui Rosa, in compagnia dei due aristocratici che la amavano come una figlia, visse gli ultimi tre anni della sua esistenza in modo relativamente sereno, sempre immersa nel suo mondo spirituale. Morì il 24 agosto 1617, a soli trentuno anni, sfinita dalle penitenze e dalla vita spesa interamente per il prossimo. Nello stesso anno fu data alle stampe a Lima la prima edizione del libro “Vita di Rosa di Santa Maria”, subito trasmessa a Roma, unitamente agli atti idonei all’inizio del processo canonico di santificazione, insieme a una supplica in tal senso dei Domenicani e degli altri ordini religiosi presenti nella capitale del Perù. Analoga richiesta, poi, arrivò in Vaticano anche dalla Corte Spagnola. Il processo fu aperto nel 1634 per speciale disposizione di Papa Alessandro VII. Rosa da Lima, popolarissima non solo in Sud America ma anche nell’Europa cattolica, fu proclamata Santa da Papa Clemente X nel 1671. Il suo corpo è venerato a Lima, capitale del Perù, nella Basilica Domenicana del Santo Rosario.
Roberto Moggi
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