Con un pensiero verso i compartecipanti, che mi aiuteranno a rendere meno vuoto questo spazio virtuale, proprio il vuoto vado a menzionare, insieme ad un elogio per la sua utilità.
A proposito del vuoto e della sua importanza, penso alle parole che 2.500 anni fa, Lao Tzu ci ha tramandato a tal riguardo, col capitolo XI del Tao Te Ching.
Un vuoto che qui non è contemplato è quello che dobbiamo coltivare nella nostra mente.
Più non la svuotiamo di pensieri e sentimenti molesti, inutili e degradanti, che ci affaticano senza produrre risultati positivi e vantaggiosi per vivere al meglio, più accorceremo la nostra vita, avvicinandoci sempre più ad una fine miseranda, il cui unico vantaggio sarà quello di abbreviare la nostra permanenza in questo mondo.
Più riusciremo a svuotare la mente da tutte le negatività, sia quelle che sorgono dal nostro intimo (per qualsiasi disturbo fisico e mentale), quanto quelle che riteniamo imposte da eventi e persone intorno a noi, più amplieremo lo spazio e la piacevolezza per pensieri e sentimenti positivi e costruttivi che ci renderanno la vita più meritevole di essere vissuta.
Ecco, quindi due traduzioni un po' differenti, ma che esprimono lo stesso concetto del capitolo XI del Tao Te Ching, insieme ad un saluto da parte di Lao Tzu.
rm
XI - L'UTILITA' DEL NON-ESSERE
Trenta raggi si uniscono in un solo mozzo
e nel suo non-essere si ha l'utilità del carro,
s'impasta l'argilla per fare un vaso
e nel suo non-essere si ha l'utilità del vaso,
s'aprono porte e finestre per fare una casa
e nel suo non-essere si ha l'utilità della casa.
Perciò l'essere costituisce l'oggetto
e il non-essere costituisce l'utilità.
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