Non si scrive per cambiare il mondo

"Non si scrive per cambiare il mondo, si scrive perché dentro sei diverso dal mondo."
[Fabio Privitera]
Non si scrive per cambiare il mondo. E perché mai uno scrittore dovrebbe scrivere con un tale intento? Quando scriviamo, trasformiamo noi stessi e dopo qualsiasi cosa che abbiamo scritto, fosse anche il più semplice dei pensieri, seppur per una piccola parte infinitesimale, non siamo più quelli che eravamo prima di scrivere, siamo diversi e diverso diventa il mondo intorno a noi.
Diversi dal mondo, qui si afferma, io direi diversi in un continuo divenire, nel godimento che ci dona tale diversità.
Uno scrittore poi, che lo desideri o no, una parte di mondo è ovvio che la cambi, quella costituita dai lettori che lo leggeranno
Anche leggendo quindi ci trasformiamo, diventando sempre più diversi da quelli che eravamo.
Quanto allo scrivere, non è necessario scrivere poemi, bastano anche piccoli pensieri, piccoli mattoni per un edificio che diventerà sempre più grande e noi saremo i primi a restarne meravigliati.
Ed ecco che trovandoci in un social, non solo potremo esercitare a nostro piacimento tale attività di ripensamento e trasformazione di noi stessi, ma avremo anche la possibilità di ampliare l'ambiente virtuale che frequentiamo, con una reciprocità tra noi e le presenze che saranno attirate da ciò che scriviamo (e viceversa), in un rapporto in cui anche una diversità di opinioni, espressa con la dovuta urbanità, potrà tradursi nel piacere di un vicendevole arricchimento culturale.
E tra le persone disposte a rinnovarsi, anche se il desiderio è inconsapevole e proveniente da un istinto che non si sa spiegare, scrivere elaborando le proprie esperienze, arricchite dalla lettura degli scritti altrui, diventa un vicendevole scambio che accresce la piacevolezza di una comunicazione, anche se mancante, data la distanza, di quel linguaggio dei gesti che tende a enfatizzare ciò che si esprime.
Buona lettura e scrittura a tutti quanti!

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