Se la gente sembra strana

Non culliamoci nella presunzione di affermare che si sa com'è fatta la gente, rispetto al presentarci in prima persona, consapevoli di essere parte di quella gente che vituperiamo.
Quando la stupidità si accompagna alla presunzione, lo stupido si convince di essere intelligente e la stupidità di cui è soggetto riesce anche a intravederla negli altri, ma non in sé.
Siamo abituati a considerare gli stupidi come parliamo della gente in generale.
Si sa come è fatta la gente, come si comporta, etc. con tutte le connotazioni negative che possiamo attribuirle, con una continua distinzione tra come siamo convinti di rappresentare noi stessi, rispetto alla gente, ovvero la differenza di idee e di comportamento che ci attribuiamo e che riteniamo molto migliori, rispetto a un certo prossimo.
Due poli contrapposti dei quali l'io, rispetto all'altro, costituito dalla gente, diventa noi in un colloquio con una o più persone a privilegio di tutti gli interlocutori.
Un'abitudine di pensiero la cui ristrettezza non sempre è attenuata dalla cultura acquisita o della quale si crede di essere in possesso, ma che anzi, in alcuni casi accentua la convinzione di essere al di là di quella massa che definiamo gente.
Ci sono poi le mosche bianche, quelle che, riguardo ai comportamenti della società, adoperano la prima persona plurale, se ragionano con altri sui comportamenti negativi della comunità, guardandosi dall'illusione di costituire delle eccezioni rispetto alla massa definita gente e sulla quale scaricare le proprie frustrazioni.

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