Il Gorgonzola

Da formaggiaro sfegatato a poco praticante, per ragioni d'età e bieche congiure di tangheri, uno dei quali si chiama Colesterolo, che se ne sta impunemente a piede libero e che denuncerei volentieri per molestie, ed altri accoliti da sbattere in galera, mi guardo per mezz'ora il Gorgonzola piccante e quello dolce, evitando pudicamente, reprimendo mal trattenuti singhiozzi, quello al Mascarpone.
Dopo la mezzorata a passargli davanti come se niente fosse, qualche volta vince una fastidiosa virtù che mi sta quasi più antipatica del Colesterolo e affranto oltre ogni dire, tiro dritto.
Ma qualche volta ha la meglio il protagonista d'incommensurabili gioie palatali, nella versione dolce o piccante che sia e, a fine del frugale pasto volto a concedere spazio al primo attore del convivio, non c'è dessert che tenga, lo accompagno con sfiziosi crakers e del vino rosso che vada almeno sui 13 gradi che a farlo diventare squisito ci pensa il Gorgonzola, così che se manca un buon vino per le disastrate tasche, anche una mezza ciofeca sembra chissà che.
Mi ricordo quando, andando per tinelli, se si accompagnavano sorseggi, gargarismi e sputi per non finire brilli, con panini al formaggio offerti in loco, si era indotti a pensare che il cantiniere tendesse a barare, cercando di far sembrare il vino più gradevole di quanto fosse in realtà.
Eh sì, perché il formaggio, quale che sia, è altruista nei confronti del vino che lo accompagna, facendolo sembrare un nettare anche se non lo è e come si mostrerebbe con altre pietanze.
Ho finito di leggere il post con l'acquolina in bocca e, nota dolente, a casa manca il Gorgonzola.
Ma domani al supermercato, si può già immaginare che succederà.

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