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APRILE 2023 - SAN PIO V, PAPA Oggi - 30 aprile 2023 - IV domenica
del tempo di Pasqua, che ha la precedenza sulle altre celebrazioni,
ricorre la memoria facoltativa di San Pio V, papa (obbligatoria nella
diocesi di Roma qundo non cade di domenica). Antonio, questo il suo nome
di battesimo, nacque il 17 gennaio 1504 nel piccolo paese di Bosco,
presso Alessandria, appartenente al Ducato di Milano (oggi Bosco Marengo
in provincia di Alessandria, regione Piemonte). La sua famiglia
d’origine era quella nobile ma irrimediabilmente decaduta dei
Ghislieri, esiliata da Bologna (oggi capoluogo della regione Emilia
Romagna) nel contesto di discordie civili per il predominio della città.
Ancora piccolo dovette adattarsi a fare il pastore, coltivando nel
cuore il seme di una precoce vocazione religiosa, fino a quando, all'età
di quattordici anni, riuscì a entrare nel convento dei Frati
Predicatori (Domenicani) della vicina Voghera (oggi in provincia di
Pavia, regione Lombardia), facendo poi il noviziato in quello di
Vigevano (nella stessa provincia), dove assunse il nome religioso di Fra
Michele ed emise la professione solenne il 18 maggio 1521. Proseguì gli
studi di filosofia e teologia nello stesso cenobio, completandoli poi a
Bologna, nello Stato Pontificio e Genova, capitale dell’omonima
“Serenissima” repubblica, fino all'ordinazione sacerdotale del 1528. Per
l’intelligenza e le tante altre doti, fu abilitato all'insegnamento col
titolo di Lettore in teologia, attirando l’attenzione del cardinale
Gian Pietro Carafa, il quale lo volle come suo collaboratore e, divenuto
papa Paolo IV (dal 1555 al 1559), lo nominò prima vescovo nel 1556,
cardinale nel 1557 e infine Inquisitore Generale di tutta la Chiesa. Al
decesso del predetto pontefice, succedette al Soglio Pietrino Pio IV
(dal 1559 al 1565) e, morto anche quest’ultimo, dopo diciannove giorni
di conclave e grazie all’autorevole intervento del cardinale di Milano
Carlo Borromeo (1538-1584), futuro santo, fu eletto pontefice il 7
gennaio 1566, prendendo il nome di Pio V. Fin dai primissimi momenti del
suo pontificato, diede manifestazione di grande carità, preferendo, il
giorno della sua incoronazione, soccorrere economicamente i molti poveri
della città di Roma, anziché far gettare monete al popolo riunito in
piazza, com’era consuetudine. Anche da Papa continuò a vestire il bianco
saio domenicano, a riposare sopra un pagliericcio, a cibarsi di legumi e
frutta, trascorrendo l’intera giornata tra la preghiera e il lavoro.
Continuò il suo sobrio stile di vita, diede un’impostazione rigida alla
sua curia e, con vari decreti, tentò di porre rimedio ai peggiori mali
della Chiesa e della società dell’epoca. Molti contemporanei ebbero
addirittura l’impressione che volesse “trasformare la città in una
specie di monastero”. Il suo motto da Pontefice fu quello molto
indicativo di “Camminare nella verità”. Si oppose nettamente al
nepotismo, all’epoca pratica molto diffusa, proibì l’alienazione di
possedimenti appartenenti allo Stato Pontificio, fece rispettare
l’obbligo di residenza ai chierici, eseguì una sistematica indagine tra
gli ordini religiosi, nominò i cardinali con grande attenzione e anche
una commissione per l’esame delle nomine episcopali. In armonia con le
decisioni prese dal Concilio di Trento (dal 1545 al 1563), Pio V
pubblicò un “Catechismus Romanus” nel 1566, una nuova edizione del
“Breviarum Romanum” nel 1568 e un nuovo “Missale Romanum” nel 1570.
Istituì, inoltre, una commissione speciale per il controllo della
Vulgata o Volgata (la traduzione in latino della Bibbia dall'antica
versione greca ed ebraica) e fondò nel 1571 la “Congregationem Indicis”
(Congregazione dell’Indice o Congregazione dell'Indice dei Libri
Proibiti), organismo della Curia Romana (oggi soppresso) i cui compiti
erano di attuare una sorta di censura e controllo su tutti i libri, al
fine di evitare la pubblicazione e la diffusione di opere “eretiche”.
Pio V adoperò ogni mezzo per promuovere le riforme tridentine in Italia,
cominciando egli stesso a visitare personalmente le basiliche romane,
organizzò una commissione per visitare sistematicamente le parrocchie e
costituì inoltre molti “Visitatori Apostolici”, in pratica dei Legati
Pontifici, inviandoli in tutto lo Stato Pontificio e nel Regno di
Napoli. Provvide infine a far pervenire i decreti del Concilio di Trento
in tutto il mondo. Nell’ottobre del 1576 condannò le settantanove tesi
espresse da Michel de Bay [italianato in Michele Baio (1513-1589)], il
precursore fiammingo dell’eresia del “Giansenismo” e nello stesso anno
proclamò Dottore della Chiesa il grande pensatore Domenicano San Tommaso
d’Aquino (1225-1274), obbligando le università allo studio della “Summa
Theologica” scritta da quest’ultimo e facendo stampare, nel 1570,
un’edizione completa e accurata di tutte le opere teologiche del
medesimo autore. Purtroppo, la “politica” di Pio V in campo
internazionale non ebbe il successo sperato, mancando egli di esperienza
diplomatica e di “realismo”. Ne è un esempio eloquente, il fatto che,
per amore di giustizia e verità, il 25 febbraio 1570, egli abbia
scomunicato e deposto la Regina Elisabetta I d’Inghilterra (dal 1558 al
1603), con una sentenza che fu l’ultima emessa da un Papa contro un
monarca regnante. Si trattò, a livello pratico, di un “inefficace
anacronismo”, che non fece che peggiorare la situazione dei sudditi
inglesi cattolici. L’impresa più ambiziosa e meglio riuscita di Pio V fu
invece la costituzione di una possente ed efficace coalizione militare
denominata “Lega Santa”, sotto il supremo comando deIl'Infante di Spagna
Don Giovanni d'Austria (1547-1578), figlio naturale dell’Imperatore del
Sacro Romano Impero Germanico Carlo V d’Asburgo, inizialmente formata
dalla Repubblica di Venezia e dal Regno di Spagna, alla quale in seguito
si aggiunsero i Cavalieri di Malta e la maggior parte degli stati
italiani. La Lega fu concepita per la lotta contro gli invasori turchi
ottomani di fede islamica, che dilagavano nell’Europa centro-orientale e
minacciavano l’intera cristianità. Nell’ambito di questa guerra, la
flotta navale della Lega affrontò quella turca il 7 ottobre 1571,
all’altezza di Lepanto, località costiera del Golfo di Corinto, in
quella parte del Mare Ionio che separa la penisola del Peloponneso dal
resto della Grecia continentale. La battaglia, che cambiò letteralmente
il corso della storia, durò da mezzogiorno alle cinque del pomeriggio.
Giunta quest’ultima ora, prodigiosamente, il Papa, sino a quel momento
preso da altri impegni e in trepidante attesa, improvvisamente si
affacciò alla finestra, rimase alcuni istanti “in estasi” con lo sguardo
rivolto a Oriente e infine proclamò che non era più il momento di
occuparsi di affari e questioni di governo, ma quello di andare a
ringraziare Dio, perché la flotta coalizzata aveva riportato la
vittoria. Era stato avvertito in modo sovrannaturale e, in effetti, era
stata riportata dalla cristianità una grande vittoria. Pio V, che si era
in precedenza rivolto alla Santissima Vergine Maria, chiedendole
d’intervenire per la vittoria delle armi cristiane, attribuì il successo
all’intercessione di Maria, dichiarando il 7 ottobre festa di Nostra
Signora “della Vittoria” (più tardi trasformata dal Pontefice Gregorio
XIII nella festa del Rosario). Pio V morì il 1° maggio 1572 e il corpo
fu deposto nella basilica di Santa Maria Maggiore in Roma, dove tuttora
riposa. Fu un grande Papa riformatore, la cui opera, che avrebbe poi
dato frutti per molti decenni, diede una caratteristica impronta
tridentina sull’intera Chiesa.
Roberto Moggi
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