26 Aprile 2023 - San Cleto papa

26 APRILE 2023 - SAN CLETO, PAPA
Oggi - 26 aprile 2023 - mercoledì della III settimana di Pasqua, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Cleto (o Anacleto), papa. Di Cletus o Anacletus, questo il suo nome in latino, si hanno poche notizie prima dell’ascesa al Soglio Pontificio. Divenne il terzo papa in ordine cronologico, verso l’anno 80, succedendo a San Lino (dal 67 al 76/79), che a sua volta era a suo tempo subentrato all’apostolo Pietro. Ciò è ampiamente confermato in tutti i più antichi annali dei pontefici, come quelli dei vescovi Sant'Ireneo di Lione (135/140 circa - 202/203 circa) ed Eusebio di Cesarea (263-339), nonché indicato negli scritti di Sant’Epifanio di Pavia (438-496), San Girolamo (347-420) e Sant'Agostino d’Ippona (354-430). Tuttavia, il Martirologio Romano, che lo riporta al primo posto in data odierna, lo considera come secondo pontefice dopo l’apostolo Pietro. Più tardi, nel Catalogo liberiano del 354 e nel Pontificale liberale del VI secolo, si cominciò a fare distinzione tra i nomi Cleto e Anacleto, come se appartenessero a due distinte persone e quindi ad altrettanti diversi pontefici. Si giunse così ad attribuire a Cleto il terzo posto e ad Anacleto il quinto, nella successione papale al Principe degli apostoli, intervallati da San Clemente I (dall’88 al 97), in una erronea distinzione dovuta probabilmente alle evidenziate varianti del nome. Oggi, comunque, seguendo l'opinione più diffusa tra gli agiografi moderni, si è tornati alle origini, considerando i nomi Cleto e Anacleto come indicanti entrambi il terzo papa. Cleto, unica variante con la quale è abitualmente indicato, secondo i documenti precedentemente indicati nacque verosimilmente ad Atene, nella Grecia sotto dominazione romana, nel corso del I secolo, da una famiglia pagana. Portato per lo studio, si distinse presto fra i coetanei per l’acutezza del suo ingegno, l’accesa spiritualità e la bontà del suo carattere. In giovanissima età si convertì alla fede cristiana, grazie alla predicazione di San Pietro apostolo, che ebbe modo di conoscere durante uno dei viaggi missionari che quest’ultimo fece ad Atene. Il Principe degli apostoli, apprezzatane la fede, ben presto lo consacrò diacono e più tardi sacerdote. Cleto probabilmente seguì San Pietro nei suoi ulteriori viaggi missionari, fino a quando arrivò con lui a Roma, dove fece parte, fin dal primo momento, del gruppo di fidati collaboratori che Pietro aveva nella Città Eterna. La sua considerazione agli occhi di Pietro crebbe a dismisura, tanto che questi gli affidò provvisoriamente il governo della Chiesa romana, di volta in volta, mentre egli viaggiava tra le varie altre comunità cristiane. Tra il 76 e il 79, morto papa Lino primo successore di San Pietro, Cleto fu scelto dalla comunità dei fedeli romani per succedergli, salendo al Soglio con un pontificato che durò fino alla sua morte, nell’88. I tempi in cui Cleto esercitò il suo ministero erano molto difficoltosi e veramente pericolosi, soprattutto a causa della persecuzione scatenata dall’imperatore Tito (dal 79 all’81). Nonostante ciò, da buon Pastore, mentre moltiplicava gli sforzi finalizzati al consolidamento della prima comunità cristiana, osservava con scrupolo e carità i suoi doveri ed era in stretto contatto con i fedeli, che radunava nelle catacombe per celebrare gli uffici divini, nonostante i rischi altissimi. Fece decorare, inoltre, le tombe romane degli apostoli Pietro e Paolo, specialmente quella di San Pietro, che era stato sepolto sulla collina del Vaticano. In essa fece costruire una sorta di “tumulo” o "memoria”, che doveva servire a segnalare alle generazioni future l'esatta posizione della tomba del primo papa. Quale pontefice della Chiesa universale egli non dimenticava, d'altra parte, la guida della varie comunità dei credenti sparse nel mondo, anche le più lontane, emanando a tale scopo alcuni interessanti ed efficaci decreti, usando per la prima volta nella storia ecclesiastica, nelle sue lettere, un particolare saluto che finì per essere adottato dai suoi successori: “Salus et Benedictionem Apostolicam” (Salute e Benedizione Apostolica). Come quasi tutti i primi Pastori della Chiesa, suggellò con il dono della propria vita il proprio amore e la fede in Cristo, dato che in quel tempo, il nuovo imperatore Domiziano (dall’81 al 96), si distinse come uno dei più sanguinari persecutori dei cristiani. È indubbio che Cleto terminò la sua vita terrena, dopo aver sofferto aspre persecuzioni, anche se non abbiamo notizie precise sul modo e sulla data in cui morì. Si ritiene per lo più, comunque, che sia morto martire, tant’è vero che la tradizione gli ha sempre conferito la palma del martirio, anche nella rappresentazione pittorica. Fu sepolto sulla stessa collina del Vaticano, vicino al sepolcro di San Pietro, che aveva seguito così da vicino nella sua vita terrena.
Roberto Moggi
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