15 Aprile 2023 - San Damiano de Veuster

15 APRILE 2023 - SAN DAMIANO DE VEUSTER
Oggi - 15 aprile 2023 - Sabato fra l’Ottava di Pasqua, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Damiano de Veuster, sacerdote. Jozef (Giuseppe), questo il suo nome di Battesimo nella natia lingua fiamminga (un dialetto olandese), nacque il 3 gennaio 1840 a Tremelo, nelle Fiandre, regione settentrionale del Regno del Belgio al confine con l’Olanda. Penultimo degli otto figli della famiglia di contadini cattolici De Veuster, ebbe due sorelle suore e due fratelli presbiteri della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, fondata il 24 dicembre 1800 a Parigi, in Francia. Frequentò solo le prime classi della scuola del paese, dove imparò la lingua francese, poiché dovette rimanere a casa ad assistere il padre anziano e malato, fino alla morte. A diciannove anni, chiamato irresistibilmente alla vita religiosa, si recò a Parigi, dove fu accolto nel seminario della stessa congregazione religiosa dei germani. Qui, al termine degli studi teologici e filosofici, emise i voti perpetui il 7 ottobre 1860, assumendo il nome religioso di Damien (Damiano). Un evento inaspettato orientò poi, in senso missionario, la sua vocazione all’interno della Chiesa e della sua stessa Congregazione. Infatti, uno dei due fratelli sacerdoti fu destinato a partire per le isole Hawaii, all’epoca un regno polinesiano indipendente sotto protettorato degli Stati uniti d’America (dal 1954 cinquantesimo Stato degli U.S.A.), ma una malattia improvvisa glielo impedì. Così, nonostante non fosse ancora stato ordinato sacerdote, fu prescelto per sostituirlo. Si preparò con grande cura ed entusiasmo all’opera di apostolato che si apprestava a compiere in una terra così lontana e, il 19 marzo 1864, dopo un lungo viaggio marittimo dal porto tedesco di Brema, raggiunse Honolulu, capitale dell’arcipelago delle Hawaii, situata nell'isola di Oahu ove sorgeva la missione della propria Congregazione. A Honolulu completò la sua formazione e fu ordinato sacerdote il 24 maggio 1864, presso la locale Cattedrale di Nostra Signora della Pace, fondata dallo stesso Istituto. Da quel momento iniziò a compiere una continua e instancabile opera di evangelizzazione, anche insegnando agli indigeni un mestiere per potersi garantire una vita dignitosa. Addestrò la gente dei villaggi a coltivare la terra in modo moderno e ad allevare maiali, capre e galline, che facilmente di acclimatavano in loco. Prestò servizio pastorale presso diverse parrocchie sull'isola di Oahu proprio nel periodo in cui le Hawaii stavano affrontando un periodo particolarmente difficile dal punto di vista sanitario. I comercianti e i marinai stranieri che vi giungevano numerosi, infatti, avevano introdotto nell'arcipelago molte nuove malattie che la popolazione locale non era in grado di affrontare, non avendone gli anticorpi. Migliaia di persone morirono a causa di mali come l'influenza e la sifilide, ma anche a causa di una grave epidemia di lebbra. Per questo il re hawaiano Kamehameha IV, nel tentativo di frenare il contagio, relegò i lebbrosi del paese in alcune strutture chiuse situate nel nord della vicina isola di Molokai. Intanto Damiano, nel 1865, fu assegnato alla Missione del Kohala, nel nord della più grande isola dell’arcipelago, che porta lo stesso nome di Hawaii. Nel 1870, dopo essersi per quanto possibile erudito nella scienza medica, infermieristica e nella profilassi sanitaria, assunse il ruolo di cappellano e medico dei lebbrosi nelle varie colonie sanitarie del paese oceanico. Un altro avvenimento provvidenziale per la sua vita missionaria accadde nel 1873, quando il vescovo e vicario apostolico delle Hawaii, Monsignor Louis Maigret, chiese ai preti che riteneva più adeguati di prestare servizio nella missione dell’isola lazzaretto di Molokai, luogo scelto dal governo locale per relegare tutti i malati di lebbra. Damiano accettò con passione, pur consapevole dei gravissimi rischi ai quali andava incontro e fu il primo a partire. Il 10 maggio 1873 arrivò sul posto alla colonia di Kalaupapa, in località Kalawao, nei pressi del lebbrosario, dove resterà per il resto della vita, ad eccezione di un breve periodo trascorso a Honolulu per cause di forza maggiore. Questo anche perché il governo, per timore della diffusione del contagio, impediva ai residenti dell’isola di abbandonare quel luogo emarginato. Tante furono le persone che morirono a causa della lebbra e altrettante quelle che continuamente arrivavano nell’isola lazzaretto. Damiano, davanti alla situazione di sofferenza e di necessità della popolazione locale, costretta a una rischiosissima convivenza con gli oltre seicento lebbrosi colà esiliati e da lui accuditi, pieno di zelo pastorale e di ardore apostolico, s’impegnò a curare le anime, a dare conforto ai sofferenti, a svolgere il servizio di medico e a occuparsi personalmente anche della manovalanza, dispensando medicine, curando e lavando le piaghe della lebbra. Non fu solo un sacerdote autenticamente alla sequela di Cristo, ma svolse bene anche il compito di dottore, curando ulcere e malattie d’ogni tipo. Inoltre, con l’aiuto di valenti volontari conquistati dal suo carisma, costruì una chiesa, fattorie, case, capanne, letti, bare e scavò tombe. Sotto la sua direzione, il lebbrosario si dotò di leggi che regolavano la vita comune e non tralasciò nulla di quello che c’era da fare in quella “Colonia di morte”, com’era definita, dove si lottava per sopravvivere dimenticati dal governo. Questa fase della sua vita fu caratterizzata anche da diversi momenti di solitudine. Ad esempio, egli dovette aspettare molto tempo l’arrivo di un sacerdote per potersi confessare. Solo in seguito fu finalmente raggiunto da quattro collaboratori europei, un sacerdote, una suora e due laici consacrati, che lo aiutarono validamente. Purtroppo, però, il suo rimanere costantemente accanto ai lebbrosi lo condusse ad ammalarsi lui stesso di lebbra. Nel dicembre del 1884, invero, mettendo a bagno i suoi piedi nell'acqua calda, non poté sentirne il calore, accorgendosi così di aver contratto la terribile malattia, della quale molto bene conosceva i sintomi. Nonostante la triste scoperta continuò a lavorare attivamente per portare a fine i suoi progetti umanitari alla sequela del vangelo, cosa che fece fino all’ultimo. Durante la malattia si rese disponibile a sperimentare nuovi farmaci per la cura dell’infezione, che accettò con cristiana rassegnazione, unito intimamente alla sofferenza di Cristo. Infine, dopo un mese trascorso a letto, Damiano tornò alla Casa del Padre il 15 aprile 1889. Fu seppellito sotto un albero. Solo nel 1926 il suo corpo fu trasportato in Belgio, nella località di Leuven a est della capitale Brussel (Bruxelles), non lontano dal suo paese nativo. Papa San Giovanni Paolo II l’ha beatificato in quest’ultima città nel 1995 e il pontefice Benedetto XVI l’ha canonizzato in Piazza San Pietro di Roma l’11 ottobre 2009. 

 

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