Chi nun rìsica, nun ròseca.
Nella vita, bisogna sapere affrontare qualche rischio, per cercare di migliorare la propria posizione.
Da I proverbi napoletani a cura di Gianni Polverino, Presidente presso Napoli Centro Storico. Proverbi e Tradizioni
Ci è presentato un proverbio che deriva dall'opera dello scrittore italiano Vittorio Imbriani, "Dio ne scampi dagli Orsenigo": “Che importa, cosa possa costarmi, in avvenire? Chi non risica non rosica!”. Un detto che ricorda come chi non rischia, non ottiene nulla e come una parola possa assumere altri significati, come si dice di colui che rosica, ovvero il rosicone che si rode per rancore o per invidia, specialmente verso l'impavido che ottiene il successo affrontando i rischi che richiede. La sorte aiuta esclusivamente chi osa fare qualcosa di rischioso, altrimenti la fortuna a poco servirebbe e inoltre è impossibile ricevere un aiuto su un qualcosa che non si è mai iniziato. Il verbo “risicare” è una variante toscana del verbo “rischiare” e lo si riscontra praticamente soltanto in questo proverbiale modo di dire; anche il verbo “rosicare” nell’accezione di “ottenere”, “mangiare” è utilizzato soltanto nel proverbio in questione, un invito a “buttarsi”, quindi, mettendo da parte perplessità e prudenza, e lasciando alle spalle quella paralisi timorosa che ci impedisce di ottenere qualcosa. Fatto sta che tra il detto menzionato e il suo estremo, che andò di moda nel secolo passato, rappresentato da "memento audere semper" locuzione in lingua latina, coniata dal poeta e scrittore Gabriele D'Annunzio, che tradotta significa “Ricorda di osare sempre“, riassunta nella sigla MAS, con la gloriosa flottiglia di motoscafi armati siluranti (l’acronimo Mas significa anche questo), a cui fu dato tale nome e che partecipò alla famosa "Beffa di Buccari", qualsiasi impresa va affrontata con prudenza e con il giudizio e l'accortezza che richiede. Perché se chi non osa, poco ottiene, mal glie ne incoglie a chi, come si usa dire, fa il passo più lungo della gamba, ovvero ha la brutta abitudine di non valutare esattamente le proprie reali possibilità e capacità, con le spiacevoli risoluzioni a cui va incontro.
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Nella vita, bisogna sapere affrontare qualche rischio, per cercare di migliorare la propria posizione.
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Ci è presentato un proverbio che deriva dall'opera dello scrittore italiano Vittorio Imbriani, "Dio ne scampi dagli Orsenigo": “Che importa, cosa possa costarmi, in avvenire? Chi non risica non rosica!”. Un detto che ricorda come chi non rischia, non ottiene nulla e come una parola possa assumere altri significati, come si dice di colui che rosica, ovvero il rosicone che si rode per rancore o per invidia, specialmente verso l'impavido che ottiene il successo affrontando i rischi che richiede. La sorte aiuta esclusivamente chi osa fare qualcosa di rischioso, altrimenti la fortuna a poco servirebbe e inoltre è impossibile ricevere un aiuto su un qualcosa che non si è mai iniziato. Il verbo “risicare” è una variante toscana del verbo “rischiare” e lo si riscontra praticamente soltanto in questo proverbiale modo di dire; anche il verbo “rosicare” nell’accezione di “ottenere”, “mangiare” è utilizzato soltanto nel proverbio in questione, un invito a “buttarsi”, quindi, mettendo da parte perplessità e prudenza, e lasciando alle spalle quella paralisi timorosa che ci impedisce di ottenere qualcosa. Fatto sta che tra il detto menzionato e il suo estremo, che andò di moda nel secolo passato, rappresentato da "memento audere semper" locuzione in lingua latina, coniata dal poeta e scrittore Gabriele D'Annunzio, che tradotta significa “Ricorda di osare sempre“, riassunta nella sigla MAS, con la gloriosa flottiglia di motoscafi armati siluranti (l’acronimo Mas significa anche questo), a cui fu dato tale nome e che partecipò alla famosa "Beffa di Buccari", qualsiasi impresa va affrontata con prudenza e con il giudizio e l'accortezza che richiede. Perché se chi non osa, poco ottiene, mal glie ne incoglie a chi, come si usa dire, fa il passo più lungo della gamba, ovvero ha la brutta abitudine di non valutare esattamente le proprie reali possibilità e capacità, con le spiacevoli risoluzioni a cui va incontro.
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