Andiamo oltre ciò che siamo convinti di essere, per riuscire a impersonare ciò che siamo veramente.
Rendiamo meno angusti gli spazi che siamo stati abituati a valutare nella nostra vita, considerandola un breve intervallo tra nascita e morte. Anche se non sappiamo chi siamo stati e da dove veniamo e tanto meno chi saremo, divertiamoci con l'immaginazione ad immergerci in un infinito che non ha soluzione di continuità e, affinché l'immaginazione diventi sempre meno fantasia, possiamo concentrarci su una ripetizione di parole finché tali parole diventino consapevolezza:
IO sono un centro. Intorno a me ruota il mondo.
IO sono un centro di influenza e di potere.
IO sono un centro di pensiero e di conoscenza.
IO sono indipendente dal corpo.
IO sono immortale e non posso essere distrutto.
IO sono invincibile e non posso essere offeso.
da “Raja Yoga” di yogi Ramacharaka
Ripetiamo il più a lungo possibile le parole, con la massima concentrazione, finché diventino parte di noi.
L'esercizio
richiede anche la massima attenzione, perché ripetendolo, può farci
avvicinare ad una soglia, che potremmo varcare senza accorgercene,
impreparati al nuovo stato mentale, in cui potrebbero presentarsi dei
fenomeni che ci incuterebbero spavento, se non saremo pronti ad
affrontarli con una serena e coltivata sobrietà.
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