Quanto un'epidemia può cambiare le relazioni con il prossimo.
Qualsiasi evento tragico che colpisce l'umanità esalta i lati migliori ed esaspera le negatività degli individui.
Sono queste ultime poi ad assumere un maggior rilievo nelle cronache evidenziate dagli organi d'informazione.
Fare del bene anche nelle piccole cose più banali, cose alle quali non si era mai pensato, ma che a poco a poco vengono spontanee.
Vieni a sapere che una donna piuttosto giovane, che hai visto fino a qualche giorno prima, non c'è più, in pochissimi giorni il Covid se l'è portata via, lasciando il marito e la figlia probabilmente incapaci di elaborare un lutto del tutto inaspettato.
Qualcuno ti informa che in un'altra famiglia c'è uno che è ricoverato grave all'ospedale e i famigliari, risultati positivi, che non possono uscire.
Cambiano i saluti, non tanto più un buongiorno o un buonasera, ma ci si informa come sta tutta la famiglia, anche se restano persone sconosciute.
Con gente con la quale è stato scambiato a malapena un saluto, ti informi come sta chi è ricoverato in ospedale.
Lasci il numero del telefono o l'email a chi non può uscire, se ha bisogno di qualcosa.
Un modo per dire a chi è frustrato dall'isolamento che gli sei vicino, anche se con la debita distanza, con la presenza e che, almeno per i bisogni più semplici, può contare su un aiuto.
La novità di piccole attenzioni verso il prossimo mai venute in mente prima, ma che non dispiacciono, non ritenendole un fastidio, ma qualcosa che ci fa stare meglio.
rm
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