28 Febbraio 2023 - San Romano di Condat

28 FEBBRAIO 2023 - SAN ROMANO DI CONDAT
Oggi - 28 febbraio 2023 - martedì della I settimana del tempo di Quaresima, la Chiesa ricorda, tra i vari santi e beati, San Romano, abate. Romanus (Romano), questo il suo nome in latino, è noto anche con la specificazione “di Condat”, che indica la località della regione del Giura (o Jura), massiccio montuoso situato a nord delle Alpi, all’epoca nel sud-est della provincia romana della “Gallia Sequanorum” (oggi, territorio all’incirca a cavallo dei confini di Francia e Svizzera), ove si ritirò in solitudine e preghiera, fondando un monastero (oggi Saint-Claude, nella regione Borgogna, Francia centro-orientale). Di lui si conoscono poche e non sempre comprovate notizie, per lo più provenienti dalla “Vita Patrum Jurensium” (“Vita dei Padri del Giura”), documento di autore ignoto, composto probabilmente attorno al 515, che fornisce informazioni sulla vita monastica del V e VI secolo nella predetta regione. Nacque verosimilmente attorno al 390, comunque tra il 390 e il 400 circa, forse a Isarnodurum, nella medesima “Gallia Sequanorum” (oggi Izernore, nel sud-est della Francia) e comunque in quella provincia dell’Impero, da una famiglia cristiana originaria della zona. I suoi genitori lo mandarono a studiare dai monaci dell’abbazia di Ainay, nei pressi della città di Lugdunum (oggi Lione, Francia), dove ebbe modo di fare un profondo discernimento sulla sua vocazione religiosa, influenzato dalla lettura della “Vita e parole dei Padri del deserto”. Testo, quest’ultimo, contenente insegnamenti, trascritti dopo una lunga tradizione orale, provenienti da uomini e donne che vivevano nel deserto egiziano tra il IV e il V secolo d.C., spesso in risposta a domande poste dai discepoli, giovani che desideravano abbracciare una vita di fede e di preghiera. Infatti, l’eremitaggio, già diffuso in Oriente, stava prendendo piede anche in Occidente e, lui, volendo imitare gli antichi anacoreti, verso i trentacinque anni si ritirò a vivere sotto un grande abete nell’amena quanto inaccessibile località di Condat (oggi Saint-Claude), tra le fitte foreste del massiccio del Giura. In quel luogo, infatti, aveva trovato tutto quello che serviva e desiderava: terra coltivabile e fertile, una sorgente d’acqua pura, natura ubertosa e soprattutto il silenzio necessario per trovare Dio nella contemplazione. Pochi anni dopo, lo raggiunse anche suo fratello Lupicinus (Lupicino), che pure diventerà santo, condividendone la vita fatta di digiuni, penitenze e preghiere, anche se il modo di vivere da anacoreti, che entrambi conducevano in mezzo a quei monti quasi completamente disabitati, era molto duro. In un periodo di scoramento, provati dal freddo e dalla fame, i due germani abbandonarono il modesto rifugio che si erano costruiti e, dopo un giorno di cammino, chiesero ospitalità a una donna che avevano incontrato sulla porta della sua casa colonica. Questa, appresa la loro storia, anziché ospitarli, li incoraggiò a tornare immediatamente indietro, dicendo loro che era Satana a volerli fare desistere. I due fratelli seguirono il consiglio e fecero ritorno al loro modesto rifugio, dove da allora vissero felici, pur tra tanti sacrifici. Negli anni successivi, attratti dalla fama di santità che si erano guadagnata, diversi giovani si unirono a loro. Fu così che Romano e Lupicino fondarono un primo monastero a Condat, di cui Romano fu eletto abate. Questo primo convento si rivelò ben presto troppo piccolo perché potesse accogliere tutti gli aspiranti monaci, tanto che ne dovettero costruire un altro, nella non lontana località di Lauconne (oggi Saint-Lupicin), guidando entrambi, congiuntamente, i confratelli al servizio di Dio, con un virtuoso accordo dei loro differenti caratteri. Intanto, il vescovo Ilario di Besançon, la diocesi di quella zona, ordinò Romano sacerdote. Romano fu poi raggiunto anche dalla sorella Iole e per lei, sempre col supporto di Lupicino, fece costruire un monastero femminile di clausura su una roccia a strapiombo in località La Beaume, in una zona chiamata poi Saint-Romain-de-Roche. Iole fu eletta come prima badessa del convento, che col tempo arrivò a ospitare oltre cento monache. Intorno al 450, Romano fondò sul versante orientale dello Jura un altro monastero, poi denominato Romainmotier (Attualmente in Svizzera). Il suo miracolo più celebre occorse durante un viaggio verso la non lontana Ginevra (oggi in Svizzera). Una notte, nei pressi della città, Romano chiese riparo a due lebbrosi che vivevano in una capanna, confortandoli e abbracciandoli senza timore alcuno. Al risveglio i due si accorsero di essere completamente guariti e, lodando Dio, corsero nel centro abitato raccontando il miracolo ricevuto. Spirito tollerante, incline alla comprensione e alla magnanimità, Romano, prima di morire, tornò definitivamente alla solitudine di Condat, ove rese l’anima al Creatore nel 463.
Roberto Moggi
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